RICERCA TRA GLI OLTRE 10MILA ARGOMENTI

14 giugno 2020

Il calcio nell'arresto cardiaco

Il calcio non deve essere somministrato routinariamente, ricorda che deve essere somministrato: 
1)a pazienti con ipocalcemia nota

2)a pazienti che hanno ricevuto dosi tossiche di 
calcioantagonisti, o 

3)se pensi che un'iperpotassiemia sia l’ evento scatenante di una fibrillazione ventricolare resistente.

13 giugno 2020

Il vasospasmo nell'emorragia subaracnoidea

É la principale causa di mortalità e morbilità dopo la rottura iniziale dell'aneurisma; puó  comparire 4-14 giorni dopo l'emorragia iniziale, portando ad ischemia focale e ad ictus.
 Il trattamento con un antagonista del canale del calcio, la nimodipina (60 mg PO ogni 4h) migliora i risultati, forse prevenendo lesioni ischemiche piuttosto che riducendo il rischio di vasospasmo.

La perfusione cerebrale può essere migliorata nel vasospaismo sintomatico aumentando la pressione arteriosa media con agenti vasopressori come fenilefrina o noradrenalina, ed espandendo il volume intravascolare con cristalloidi, cosí ancora aumentando l'output cardiaco e riducendo la viscosità del sangue mediante riduzione dell'ematocrito; questa terapia cosiddetta "tripla H" (ipertensione, emodiluzione e ipervolemia) è ampiamente utilizzata.
 Se il vasospasmo sintomatico persiste nonostante la terapia medica ottimale, possono essere utili i vasodilatatori intraarteriosi e l'angioplastica dei vasi cerebrali

Artriti e noduli cutanei, diagnosi differenziale

Artrite reumatoide
Gotta tofacea

Sarcoidosi

Lupus eritematoso sistemico

Reumatismo palindromico

Febbre reumatica

Istiocitosi reticolare multicentrica

Endocardite

Epatite B con poliarterite nodosa

Coccidioidomicosi

12 giugno 2020

Trattamento dell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata: principi generali



Trattare le cause sottostanti e i fattori precipitanti

  1. Trattare la congestione e l'edema

Diuretici

Ultrafiltrazione o dialisi (quando i diuretici sono insufficienti)

Restrizione del sodio


  1. Terapia vasodilatoria

Trattare aggressivamente l'ipertensione

Utilizzare: 
i betabloccanti con azione vasodilatatrice (ad esempio, carvedilolo), 
gli ACEI o i bloccanti dei recettori dell'angiotensina e 
i diuretici tiazidici quando possibile

Evitare la clonidina


  1. Controllare la frequenza cardiaca e il ritmo

Frequenza cardiaca: obiettivo 60 bpm. (prestare attenzione nei pazienti con disfunzione diastolica avanzata o cardiomiopatia restrittiva che richiedono un aumento della frequenza cardiaca per mantenere l'output cardiaco a causa di un  volume sistolico fisso, e considerare anche la diagnosi di incompetenza cronotropa nei pazienti che non tollerano gli agenti che abbassano la frequenza cardiaca

Mantenere il ritmo sinusale (cardioversione, ablazione)

Trattamento con Pacemaker (se necessario) per mantenere la sincronia atrioventricolare o per i pazienti che hanno incompetenza cronotropa


  1. Trattare le comorbilità

Ischemia miocardica (farmaci, rivascolarizzazione)

Dislipidemia (preferibilmente con statine con beneficio pleiotropico)

Anemia

Malattia renale cronica


  1. Terapia non farmacologica

Istruire i pazienti a tenere un diario con il peso giornaliero e la pressione sanguigna

Prescrivere l'allenamento (riabilitazione cardiaca) in insufficienza cardiaca da lieve a moderata per migliorare lo stato funzionale e diminuire i sintomi


  1. Trattare l'apnea ostruttiva nel sonno, la respirazione disordinata del sonno e l'ipossia notturna

9 giugno 2020

Cirrosi epatica, trattamento in generale e prognosi

Terapia non farmacologica

Evitare qualsiasi epatotossina (ad esempio etanolo, paracetamolo), migliorare lo stato nutrizionale, vaccinare contro l’ epatite A e B se non già immuni.

L’ uso precoce di shunt portosistemico trans-epatico  (TIPS)  è associato a riduzione significativa dell’ insufficienza del trattamento e della mortalità nei pazienti con cirrosi ricoverati per sanguinamento variceale acuto e ad alto rischio di insufficiente trattamento.

Correzione della malnutrizione: assunzione giornaliera di proteine da 1,0 a 1,5 g per kg di peso corporeo.



Trattamento in generale

I beta bloccanti non selettivi (nadololo, propranolo) sono utili in pazienti con cirrosi ed emorragia da varici, e per alcuni senza emorragia, ma con caratteristiche di sanguinamento ad alto rischio. 
Usa con cautela in pazienti con epatite alcolica grave e cirrosi scompensata con ascite refrattaria. 
Essi devono essere temporaneamente interrotti in pazienti con peritonite batterica spontanea a causa di un aumento della mortalità e dell’ incidenza di sindrome epatorenale.

Il prurito causato da malattie epatiche può essere trattato con colestiramina 4 g/ die inizialmente. 
La dose può essere aumentata fino a 24 g/ die, se necessario.

Gestione del dolore: Evitare gli oppiacei (possono precipitare o aggravare l’ encefalopatia epatica) e i FANS (aumentano il rischio di sanguinamento gastrointestinale e insufficienza renale). 
I cerotti di tramadolo e lidocaina a basso dosaggio sono generalmente ben tollerati.

Sedativi: le benzodiazepine (lorazepam o oxazepam) possono essere utilizzate per la sospensione dell’ alcool, ma devono essere evitate in pazienti con encefalopatia epatica. 
Evitare le benzodiazepine che liberano metaboliti epatici (diazepam, clorodiazepossido).

Statine: il trattamento può essere avviato e continuato in modo sicuro in pazienti con iperlipidemia e/o malattia del fegato grasso non alcolico.

Inibitori della pompa protonica: non sono regolarmente indicati; il loro uso in pazienti con cirrosi è associato a un eccesso di rischio di peritonite batterica spontanea ed encefalopatia epatica; evitare l'uso indiscriminato di inibitori della pompa protonica in pazienti con cirrosi.

Antibiotici: Trimethoprim-sulfamethoxazole o ciprofloxacina/norfloxacina per la profilassi della peritonite batterica spontanea in pazienti con una storia di peritonite batterica spontanea, ed una concentrazione di proteine nell' ascite inferiore a 1 g/dl, o emorragia variceale.

Il trapianto di fegato può essere indicato in pazienti senza altre patologie (di età inferiore a 65 anni) con cirrosi grave e mancanza di controindicazioni.  

Le controindicazioni al trapianto di fegato sono: 
l'AIDS
la maggior parte delle neoplasie metastatiche
l'abuso di sostanze attive
la sepsi incontrollata e 
la malattia cardiaca o polmonare incontrollata.

Trattamento delle complicanze dell'ipertensione portale (asciti, varici esofago gastriche, encefalopatia epatica, peritonite batterica spontanea e sindrome epatorenale) (vedi)


Trattamento basato sulle causa specifica di cirrosi 

Rimuovere il ferro corporeo in eccesso con flebotomia e desferoxamina in pazienti con emocromatosi.

Rimuovere i depositi di rame con D-penicillamina nei pazienti con malattia di Wilson.

 Il trattamento con ursodiol a lungo termine rallenterebbe la progressione della cirrosi biliare primitiva.  
È tuttavia, inefficace nella colangite sclerosante primitiva.

I glucocorticoidi (prednisone da 20 a 30 mg/giorno inizialmente o terapia di combinazione con prednisone e azatioprina) sono utili nell'epatite autoimmune.

Antivirali nell'epatite cronica C


Prognosi
La prognosi varia con l’eziologia della cirrosi del singolo paziente e se nel decorso si verifica una lesione epatica.
I pazienti con cirrosi compensata (nessuna complicazione associata o varici esofagee senza sanguinamento) hanno una buona prognosi con una sopravvivenza mediana di 12 anni.

Nei pazienti con cirrosi scompensata, il punteggio del sodio mediante Model for End-stage Liver Disease with sodium  (MELDNA) è utile per prevedere la mortalità a 3 mesi e così è anche il principale metodo di priorità dei pazienti in attesa del trapianto di fegato. 
Ha anche valore prognostico in seguito a collocamento TIPS per pazienti con cirrosi non sottoposti a trapianto

Nei pazienti con sindrome epatorenale la percentuale di mortalità supera l’ 80%.

La regressione della cirrosi è stata dimostrata dopo terapia antivirale in alcuni pazienti con epatite cronica C. 
La regressione è associata a una diminuita morbilità correlata alla malattia e a una migliore sopravvivenza.
La cirrosi è associata ad un aumentato rischio di carcinoma epatocellulare. 
Tuttavia, il rischio è basso (rischio cumulativo dell’ 1% a 5 anni nella cirrosi alcolica).


Alcune considerazioni 

La presenza di varici è associata  a trombocitopenia e alle classi avanzate secondo Child-Pugh

Una combinazione di terapia endoscopica e farmacologica riduce la ri-emorragia complessiva e variceale nella cirrosi più di una terapia con singolo provvedimento.

L’ uso di inibitori della pompa protonica, ma non gli H2 antagonisti, è associato al rischio di infezioni gravi in pazienti con cirrosi scompensata

30 maggio 2020

Dissezione aortica, il grande mimo

Territorio coinvolto dalla dissezione: Rottura nel sacco pericardico
mima: tamponamento cardiaco

Territorio coinvolto dalla dissezione: Dissezione attraverso valvola aortica 
mima: insufficienza aortica acuta

Territorio coinvolto dalla dissezione: Dissezione occludente le arterie coronarie 
mima: infarto miocardico

Territorio coinvolto dalla dissezione: Coinvolgimento delle arterie cerebrali
mima: Ictus

Territorio coinvolto dalla dissezione: Coinvolgimento delle arterie succlavie
 mima: Ischemia dell'arto superiore (braccio freddo)

Territorio coinvolto dalla dissezione: Dissezione che si propaga in basso verso l'aorta toracica discendente 
mima: dolore alla schiena e paralisi

Territorio coinvolto dalla dissezione: Ostruzione dell'arteria mesenterica
mima: ischemia mesenterica

Territorio coinvolto dalla dissezione: Ostruzione dell’ arteria renale 
mima: oliguria e insufficienza renale acuta

Territorio coinvolto dalla dissezione Occlusione dell'arteria Iliaca 
mima: ischemia dell'arto inferiore (gamba fredda)

26 maggio 2020

Ansia

Alcune raccomandazioni sul trattamento dell'ansia negli adulti

Raccomandare una terapia comportamentale cognitiva per i disturbi d’ansia generalizzati (GAD).

– Raccomandare la sertralina se è necessario un trattamento con farmaci.

– Se la sertralina è inefficace, raccomandare un diverso inibitore selettivo del reuptake della serotonina (SSRI) o un inibitore selettivo della riaptake-take della noradrenalina (SNRI).

– Evitare l’uso di benzodiazepine a lungo termine o di terapia antipsicotica per il disturbo d'ansia generalizzato (GAD)

21 maggio 2020

La diagnostica per immagini in campo medico


La diagnostica per immagini è una procedura che consente di ottenere delle immagini delle parti interne del corpo. Gli esami diagnostici prevedono l’utilizzo dei campi magnetici nel caso della risonanza magnetica per immagini, delle onde sonore nel caso delle ecografie e delle radiazioni nel caso delle scintigrafie, delle tomografie computerizzate e delle radiografie. In alcuni casi si possono utilizzare i mezzi di contrasto, vale a dire sostanze che permettono di delineare o di mettere in evidenza gli organi o i tessuti che devono essere esaminati venendo introdotte, iniettate o ingerite. Nota anche con il nome di imaging biomedico, la diagnostica per immagini in sostanza offre l’opportunità di osservare una parte di un organismo che non può essere vista da fuori

Le tecniche di imaging
Anche in Italia negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede questa tecnologia, è il caso dei centri diagnostici come quelli di Bracco, dove vengono utilizzate diverse tecniche di imaging: è il caso, tra l’altro, delle ecografie, delle fluoroscopie, delle angiografie, delle stratigrafie, delle linfografie, delle tomografie a emissione di fotone singolo e delle scialografie. Tali tecniche di imaging non hanno valore solo dal punto di vista della diagnostica, ma permettono anche lo svolgimento di terapie: è il caso, per esempio, della radiologia interventistica. Questo è il motivo per il quale l’imaging biomedico con il passare degli anni verrà impiegato sempre più spesso, tenendo presente che tali tecniche possono essere adoperate per qualsiasi parte del corpo.

A che cosa serve la diagnostica per immagini
Le tecniche di diagnostica per immagini di solito vengono impiegate allo scopo di identificare la causa di una patologia, oltre ovviamente alla patologia stessa. È solo nel corso degli anni più recenti che è cresciuto il ricorso a queste metodiche anche per finalità terapeutiche. I raggi X sono usati per la tomografia computerizzata e per la radiologia tradizionale, ma sarebbe sbagliato usare il termine “radiologia” come sinonimo di imaging biomedico, proprio perché le tecnologie coinvolte sono molte di più.

Come prepararsi a un esame di diagnostica per immagini
In alcuni casi, la corretta esecuzione di un esame di diagnostica per immagini impone che il paziente segua una procedura di preparazione ben precisa, pena l’assenza di risultati adeguati che costringerebbe alla ripetizione degli accertamenti. Ciò, ovviamente, finisce per danneggiare il paziente stesso, sia perché egli dovrebbe ripetere di nuovo la procedura di preparazione, sia perché in caso di raggi X sarebbe esposto ancora alle radiazioni. È sempre richiesta, comunque, la sottoscrizione di un modulo di consenso informato. Nel caso di un esame radiologico standard con raggi X del colon, dello stomaco, dei reni, dell’addome, dell’esofago, dell’intestino tenue e del duodeno, nei due giorni che precedono l’accertamento è necessario seguire un regime dietetico leggero ed evitare il consumo di frutta, legumi, verdure e bibite gasate. Per una tomografia computerizzata, che non può essere effettuata nei pazienti che soffrono di mieloma multiplo o di insufficienza renale, è prevista la somministrazione per via orale della soluzione del mezzo di contrasto. In un secondo momento il mezzo di contrasto iodato viene iniettato per endovena.

La tomografia a emissione di positroni
Per sottoporsi a una tomografia a emissione di positroni è necessario essere rimasti a digiuno nelle sei ore precedenti e portare una bottiglia di acqua con sé. L’esame non è consentito alle donne in stato di gravidanza e ai pazienti che soffrono di diabete scompensato. Le donne in età fertile, inoltre, non dovrebbero eseguire questo tipo di accertamento diagnostico durante il periodo ovulatorio del ciclo. L’esame prevede l’iniezione per via endovenosa del tracciante, con il paziente che deve bere frequentemente dell’acqua; l’acquisizione delle immagini comincia dopo circa tre quarti d’ora. Si deve rimanere al di sotto dell’apparecchio per almeno 30 minuti, anche se in alcuni casi tale durata può essere prolungata fino a un’ora.

La situazione della diagnostica per immagini in Italia
Il nostro Paese è, in Europa, ai primi posti per numero di dispositivi per la diagnostica per immagini, insieme con la Finlandia, Cipro e la Grecia. Per esempio, in Italia ci sono il doppio delle risonanze e delle Tac rispetto alla Francia. Nel Belpaese ci sono almeno due unità di risonanza magnetica ogni 100mila abitanti: un dato condiviso con l’Austria e con la Germania. Va detto, comunque, che nel corso degli ultimi decenni in quasi tutti gli Stati della Ue è cresciuta in maniera veloce la disponibilità di dispositivi per la diagnosi. L’aumento generalizzato vede l’Italia ai primi posti: per quel che riguarda le tac, da noi ci sono almeno 3 CT scanner ogni 100mila abitanti, proprio come in Bulgaria, in Lettonia e in Danimarca; stupisce scoprire, invece, che in Inghilterra non si arriva alla soglia di 1 apparecchio ogni 100mila persone. Per quanto concerne gli angiografi, invece, in Italia ce ne sono 13 ogni milione di abitanti, a fronte dei 20 della Finlandia e dei 14 del Lussemburgo.

15 maggio 2020

Arredo funzionale e montascala a piattaforma: le cose da sapere


La casa è un guscio protettivo nel quale ci si sente al sicuro per tutta la vita. Con l’avanzare dell’età capita di dover prendere alcuni accorgimenti al suo interno, per fare in modo che il livello di vivibilità degli ambienti resti sempre alto e i rischi di infortuni siano ridotti al minimo. Riuscire a usufruire degli spazi domestici in totale indipendenza e autonomia è essenziale anche per l’autostima. Questo può rivelarsi un obiettivo complesso da raggiungere per quelle persone con una disabilità o che abbiano sviluppato delle difficoltà motorie che le costringono in carrozzina. Il gesto di salire le scale, per spostarsi da un piano all’altro o per scendere in cantina, è davvero l’Abc della routine quotidiana: occorre pensare a strategie di arredo funzionale in grado di consentire il superamento delle barriere architettoniche. Una soluzione interessante è quella offerta dal montascala a piattaforma, pensato soprattutto per le persone costrette a muoversi in carrozzina, che si configura come un investimento a lungo termine. Questo accessorio dura infatti negli anni, inoltre mira a rispondere alle particolari necessità di una casa e della persona che lo utilizzerà ogni giorno. Naturalmente occorre anche valutare, in fase di progettazione, le caratteristiche (tipologia, dimensioni) della scala sulla quale sarà installato e lo stile dell’arredamento con il quale dovrà ‘dialogare’.

Le variabili che aiutano a scegliere il miglior accessorio hi-tech
Ci sono diverse variabili delle quali occorre tenere conto nella scelta del montascala: si tratta innanzitutto della quantità di curve presenti sul percorso da compiere e dello specifico contesto di riferimento (se la scala si trovi cioè in un interno oppure sia all’esterno). Occorre riflettere pure sulla necessità di stabilire più fermate intermedie, senza dimenticare l’importanza delle giuste dimensioni che dovrà avere la piattaforma per un corretto utilizzo. La cosa migliore da fare, quando si decide di installare un montascala a piattaforma, è quella di programmare un sopralluogo con i tecnici per comprendere la fattibilità del relativo progetto e i suoi costi. La prerogativa dell’accessibilità, naturalmente, non è appannaggio solo delle realtà domestiche (appartamenti o condomini): i montascala possono essere inseriti al meglio anche in contesti aperti al pubblico come uffici, musei, scuole e negozi. La diffusione delle barriere architettoniche deve essere contrastata, poiché rappresenta una limitazione importante alla libertà di movimento.

L’autonomia diventa una questione di integrazione e design
Il montascala a piattaforma per anziani e disabili deve essere inserito e integrato negli ambienti domestici, fino a diventare un unicum con il resto dell’arredamento. Questo accessorio hi-tech può offrirsi dunque come complemento di design, soprattutto grazie all’alto livello di personalizzazione che offre (sia per quanto riguarda i colori che le rifiniture). Il fatto di riuscire a non percepire il montascala come un elemento estraneo o di disturbo nella casa è la conferma della buona riuscita dell’opera di integrazione. Si tratta di un vero e proprio cambio di prospettiva, al quale occorre puntare. Tra le caratteristiche che consentono al montascala una migliore integrazione in fatto di arredamento e design, c’è anche il fatto di essere ripiegabile quando non utilizzato oppure retraibile. In ottica di lunga durata ma di un ridotto ingombro, occorre anche prestare attenzione alle guide e ai meccanismi dell’attrezzo (che devono essere robusti e poco impattanti).

Il contesto, le variazioni di pendenza e la personalizzazione
Gli anziani che iniziano ad avere difficoltà a deambulare e le persone con disabilità motorie traggono importanti benefici dall’introduzione di ausili alla mobilità di casa: quest’ultima non deve infatti mai essere vissuta come una prigione. E’ anzi il luogo dell’incontro e della convivialità, all’interno del quale occorre trovarsi a proprio agio anche nei momenti di solitudine. Prima di elaborare il progetto che porterà all’installazione del montascala a piattaforma, si dovranno mettere in chiaro due aspetti. Il primo riguarda la scala, che potrebbe essere rettilinea oppure avere alcune curve (capita anche di dover installare la pedana su una scala a chiocciola). Bisogna anche riflettere sulla presenza di una ringhiera e di eventuali variazioni di pendenza, elementi che rendono più complessa l’operazione. Il secondo aspetto è invece relativo al contesto. I montascala esterni possono essere installati all’ingresso di un’abitazione oppure nelle scale del condominio e, in quel caso, dovranno essere progettati con materiali più resistenti a sollecitazioni e condizioni climatiche diverse (la struttura per esempio sarà in acciaio inossidabile). Mentre quelli da interno potranno essere invece personalizzati con più libertà, sia in fatto di modelli che di accessori, colori e materiali.

13 maggio 2020

Nefropatia diabetica (un cenno)


É definita 
da un'albuminuria (un aumento dell'escrezione dell'albumina urinari superiore o uguale 3,4 mg/mmol [30 mg/g]) e 
dalla progressiva riduzione del tasso di filtrazione glomeare (GFR), nel contesto di un diabete di lunga durata (una durata di 10 anni in caso di diabete di tipo 1) mentre invece può essere presente giá alla diagnosi del diabete di tipo 2.

è in genere associata a retinopatia.


I sintomi
I sintomi possono essere assenti fino a quando la malattia non è avanzata. 


Il trattamento include:
il controllo intensivo dell'iperglicemia e dell'ipertensione. 
la riduzione dei lipidi
la dieta a basso contenuto proteico e 
la cessazione del fumo
l'uso di farmaci per ridurre la glicemia, come gli inibitori di SGLT-2 e gli agonisti recettori del GLP-1, che riducono i principali esiti avversi cardiovascolari e renali.

29 aprile 2020

Gliclazide

ipoglicemizzante orale di seconda generazione, della classe delle solfaniluree, usato da molti anni.

cp. 80 mg.

picco della concentrazione: dopo 2-6 h

durata d'azione: 6 - 12 h.

Dose giornaliera: 80-240 mg prima di colazione e pranzo.

Nota: avrebbe anche azione antiaggregante piastrinica.

Flibanserin nel disturbo da desiderio sessuale ipoattivo della donna in premenopausa

Flibanserin è un agonista del recettore della serotonina 1A ed antagonista del recettore della serotonina 2 A 
É indicato nel trattamento del disordine ipoattivo del desiderio sessuale (nelle donne in premenopausa. 

Agisce influenzando umore e desiderio.

Dosi
100 mg/die

Effetti collaterali
ipotensione, vertigini, sonnolenza, , nausea, sincopi

Tamsulosina (uso off label)

la tamsulosina potrebbe essere efficace nel favorire l'espulsione di calcoli renali di dimensioni inferiori a 5 mm. e nel rilocalizzare nell'uretere distale calcoli di 5-10 mm.

Far presente al paziente che trattasi di un utilizzo off label

Sospetto un'emolisi

Cosa chiedo in laboratorio?

Reticolociti = che risulteranno superiori a 125/microlitro

Bilirubinemia indiretta = 1- 5 mg/dl

Aptoglobina = inferiore a 50 mg/dl

LDH = aumento

Scarsa o assente risposta alla vit B12

Rivalutare la diagnosi e prendere in considerazione:

carenza di ferro
infezioni
malattie renali
malattie tiroidee
tumori
artrite reumatoide

25 aprile 2020

Esclusivo: Dr. Anthony Fauci, Coronavirus di nuovo tra noi a ottobre

di BENNY MANOCCHIA – Sono riuscito ad intervistare, per il nostro giornale, il dottor Anthony Fauci, direttore del NIAID (Istituto nazionale per le malattie e allergie infettive). Il dottor Fauci ha assistito sei presidenti prima di Trump, ed e’ conosciuto nel mondo scientifico come uno dei migliori virologi di oggi. Da buon napoletano e’ stato cortese e  simpatico. Mi ha subito detto di chiamarlo Anthony.

Dottor Fauci, siamo giunti alla fine di questa incredibile crisi?

Non ancora, manca un po’, non dobbiamo affrettarci. Occorre continuare a stare distanti con le persone, chiamare il medico se abbiamo un po’ di tosse o di febbre, occorre lavare le mani spesso.

Fino a quando?

Ci si accorge subito quando non si ha piu’ il virus addosso. E poi  ritorneremo alla vita normale di prima. Tuttavia, non posso darti una buona notizia per quanto riguarda il futuro. Vedi, il coronavirus tornera’ fra noi ad ottobre. Su questo sono sicuro, e con me altri esperti di malattie infettive. Il prossimo non dovrebbe essere un virus “cattivo” come quello odierno. E poi saremo preparati, mentalmente e con nuove cure. Non abbiamo ancora un vaccino contro il corona, ma stiamo studiando ed esiste la  possibilita’ che si riesca a scovarne uno, come per l’influenza. E a proposito dell’influenza, sara’ un problema per tutti se i due virus decidessero di viaggiare entrambi sullo stesso binario. Ma non e’ detto che si uniscano in quel periodo dell’anno.

Dottor Fauci, una notizia non  buona…

I virus sono cosi’, ma l’uomo riesce, prima o poi, a controllarlo. Come appunto per l’infleunza e il H1N1.

Il prossimo virus colpira’ gli stessi Stati di oggi?

Non possiamo dirlo, anche se le probabilità che raggiunga i 184 Stati colpiti oggi sono abbastanza alte. E non si annuncera’, come non si annuncio’  con l’Italia, Hong Kong, Iran, Sud Corea. Ripeto, abbiamo acquisito esperienza con il corona, saremo pronti.

Dottor Fauci, avremo mai un mondo senza virus?

Non credo, eppoi…perderei il mio lavoro!

Con un napoletano, si chiude sempre con un bel sorriso.
bennymanocchia3@gmail.com

Le regole per una perfetta beauty routine del viso

Spesso crediamo che una sessione di shopping selvaggio oppure un pit stop al cioccolato abbiano il potere di migliorarci la giornata e l’umore. E’ in parte vero, ma bisogna tenere conto del fatto che la prima regola per stare bene con sé stessi è prendersi cura del proprio corpo. A cominciare dal volto, vero e proprio biglietto da visita nelle mille situazioni di vita quotidiana: nei rapporti di lavoro così come in famiglia o con gli amici. Bisogna prestare attenzione ai fattori esterni, che sulla nostra pelle hanno un impatto molto negativo. Il riferimento è all’inquinamento atmosferico così come anche al freddo, al vento e all’umidità. A seconda del tipo di pelle si avranno effetti diversi: l’importante è osservare una corretta sessione di beauty routine allo specchio, prima di uscire di casa al mattino oltre che la sera prima di coricarsi. Fattori esterni come quelli che abbiamo elencato sono il più delle volte responsabili del prematuro invecchiamento della cute, inoltre possono causare secchezza e irritazioni diffuse oppure rossore e la comparsa di antiestetiche macchie. Senza dimenticare l’impatto emotivo legato alla presenza di rughe o alla perdita di tono in zone come collo e guance. Per la miglior beauty routine si potranno acquistare cosmetici per il viso online, in modo semplice e veloce. Non bisogna perdere tempo, ogni giorno è prezioso e da impiegare al meglio nella cura di sé.

Come comportarsi davanti allo specchio

Per salvaguardare la pelle dall’esposizione ai fattori ambientali - e per difenderla dagli stress e da altri aspetti negativi, legati al proprio stile di vita - occorre entrare nell’ottica che una sola crema per il viso non basta a risolvere tutto. Si deve, infatti, iniziare da una corretta e profonda pulizia della cute, per poi andare a individuare i migliori prodotti da applicare a seconda della zona e della tipologia specifica di pelle da trattare (grassa, secca e così via). Avere una pelle perfetta è un esercizio di benessere che porta pace e armonia: ha le sue regole e richiede i suoi tempi, ma non è un sogno proibito. La mattina e la sera rappresentano i momenti clou da dedicare alla beauty routine. In particolare, per preparare la pelle ad affrontare una nuova giornata sarà essenziale cominciare detergendola e purificandola. L’acqua micellare sarà perfetta per fare un massaggio, prima dell’applicazione di un tonico specifico per i pori. La scelta della crema idratante rappresenta inoltre un passaggio obbligato. Occorrerà distinguere tra pelle grassa, per la quale occorrerà ridurre l’effetto lucido, oppure secca, la quale richiede prodotti ricchi e nutrienti per evitare arrossamenti. Il giusto contorno occhi renderà subito lo sguardo più fresco, così come i prodotti antiage sapranno dedicarsi alla cura delle imperfezioni. Mentre per quanto riguarda infine la beauty routine della sera, l’Abc sta nel gesto di struccarsi. Non c’è stanchezza che tenga, quando si va a letto la pelle ha un assoluto bisogno di respirare. Detergere è essenziale, prima di applicare la corretta crema per la notte (che sarà in genere più ricca di quella utilizzata per affrontare il giorno).

31 marzo 2020

TAC torace nel Covid 19

Sono stati riportati risultati anormali della TAC toracica fino al 97% dei pazienti in una meta-analisi di 50.466 pazienti ricoverati in ospedale.

La TAC mostra generalmente aree lobulari bilaterali multiple di opacità tipo vetro smeriglio  o di consolidamento nella maggior parte dei pazienti, solitamente con una distribuzione periferica o posteriore, principalmente nei lobi inferiori e con minor frequenza nel lobo inferiore destro. 

Le opacità consolidate sovrapposte alle opacità tipo vetro smerigliato si possono riscontrare in un numero più piccolo di casi, solitamente nei pazienti piú anziani. 

Altre caratteristiche atipiche comprendono un ispessimento interlobulare o settale (liscio o irregolare), un ispessimento della pleura adiacente, un coinvolgimento sub-pleurico, e  i cosiddetti broncogrammi aerei. 

Alcuni pazienti possono raramente presentare versamento pleurico, versamento pericardico, bronchiectasie, cavitazioni, pneumotorace, linfoadenopatia e alterazioni cistiche rotonde. 

Le caratteristiche atipiche sembrano essere più comuni nelle fasi successive della malattia o durante la progressione della malattia. 
Nessuno di questi quadri sembra essere specifico o diagnostico per COVID-19. 

Le anomalie possono evolvere rapidamente da opacità focali unilaterali a diffuse bilaterali a vetro smerigliato progredendo o coesistendo con i consolidamenti, entro 1-3 settimane. 

La maggiore gravità dei risultati delle TAC è di solito visibile intorno al decimo giorno dopo l’ insorgenza dei sintomi, e i segni di immagini associate al miglioramento clinico (ad esempio, risoluzione delle opacità di consolidamento, riduzione del numero di lesioni e lobi coinvolti) generalmente si verificano dopo la seconda settimana della malattia.

È verosimile che i pazienti con COVID-19 abbiano più probabilità di presentare un coinvolgimento bilaterale con opacità multiple a vetro smerigliato rispetto ad altri tipi di polmonite. 


 In alcuni pazienti l' evidenza tipica della polmonite virale alla TAC può precedere un risultato positivo dell' RT-PCR (Reverse transcriptase-polymerase chain reaction)per SARS-CoV-2. 
Tuttavia, le anomalie della TAC possono essere presenti in pazienti minimamente sintomatici o asintomatici.

In una certa percentuale di casi in Cina, la TAC toracica ha avuto una maggiore sensibilità per la diagnosi di COVID-19 rispetto al primo RT-PCR da campioni ottenuti con tampone (88% verso 59%). 

Il miglioramento delle anomalie alla TAC ha inoltre preceduto il passaggio dalla positività RT-PCR alla negatività in questa coorte esaminata durante il recupero. 

La sensibilità della TAC toracica è stata del 97% nei pazienti che in ultima analisi hanno avuto risultati positivi della RT-PCR. 

Tuttavia, in questo contesto, il 75% dei pazienti con risultati negativi della RT-PCR ha peraltro risultati positivi alla TAC toracica.