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Il settore del gioco d’azzardo potrebbe essere rivoluzionato nel corso dei prossimi anni, influendo pesantemente sull’offerta di giochi da casinò e scommesse online a disposizione degli italiani. Il processo di riforma prevede numerose modifiche alla legislazione attuale e per tale ragione richiede un’analisi più dettagliata.
Come cambierà la normativa
Come prevedibile, uno degli aspetti a subire le maggiori modifiche sarà
quello delle licenze da gioco, che secondo i piani del governo diminuiranno di
numero in maniera considerevole e con un costo non indifferente per gli
operatori, che dal 2023 potrebbero dovere pagare due milioni di euro a licenza,
sia in caso di acquisizione che di rinnovo. Tali permessi avranno però una
validità di ben 9 anni.
Le riforme non si limitano però al solo gioco online, dal momento che tra
gli obiettivi rientra anche l’aumento della tassazione sulle classiche
macchinette VLT, con un guadagno previsto di circa 600 milioni di euro all’anno
per lo Stato. Degno di attenzione anche l’incremento dei controlli sulle
transazioni bancarie del settore, con nuove norme che potrebbero prevedere
sanzioni fino a 1.300.000€ per spingere gli istituti di credito a non accettare
le operazioni tra i propri clienti e i casinò che non siano provvisti della
licenza rilasciata con il nuovo sistema.
Duro colpo anche per i casinò con sedi reali e non virtuali, a cui
potrebbero essere applicati dei limiti per il numero di slot, macchinette e
sale da gioco.
Cosa prevede la normativa attuale?
A differenza del nuovo sistema di gestione in dibattimento, le leggi che
regolano il gioco d’azzardo al momento non sono eccessivamente rigide. Circa
quindici anni fa è stata introdotta la normativa che consente l’acquisizione
delle licenze agli operatori che desiderino offrire servizi di gioco online, puntate sportive e persino sale da gioco. Tale gamma si è ulteriormente
estesa nel tempo, includendo altri giochi da casinò tra cui il poker, che ha
riscosso grande successo.
Il ruolo dell’AAMS
L’AAMS, acronimo di Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, è l’ente che al momento gestisce l’assegnazione
delle licenze in Italia e che si occupa inoltre del monitoraggio e della
regolamentazione dei giochi offerti sul nostro territorio, in modo da
garantirne la correttezza.
Le licenze sono a disposizione di tutti gli operatori dell’Unione Europea e
il loro numero è limitato a duecento, sebbene al momento ne siano state
concesse appena 85. Le ragioni dietro un numero tanto esiguo sono da
individuare nei requisiti di capitali e profitto annuo richiesti e negli alti
costi di acquisizione e gestione delle licenze, dal momento che l’Italia è uno
dei mercati più costosi per gli operatori.
Il ruolo dell’Europa
Come ben sappiamo, è complesso parlare di economia italiana senza
considerare il ruolo giocato all’interno del mercato unico europeo. Circa dieci
anni fa, infatti, il nostro paese ha dovuto affrontare un contezioso non
indifferente con l’Unione Europea per il fatto che le licenze venissero
assegnate esclusivamente agli operatori italiani, violando così le normative UE
che regolamentano la competizione commerciale. È stata quindi concessa
l’inclusione delle aziende con sede negli altri paesi membri per evitare le
pesanti sanzioni che ne sarebbero derivate.