Trombolisi nell'infarto acuto del miocardio

(vedi anche: trombolitici e trombolisi)

I trombolitici come alteplase, streptochinasi e urochinasi hanno un ruolo stabilito nella gestione precoce dell'infarto acuto del miocardio

I trombolitici sono somministrati per via endovenosa per rompere il trombo o coagulo e ristabilire la pervietà dell'arteria coronaria colpita, limitando così le dimensioni dell’infarto e i danni irreversibili al miocardio.
Il loro effetto contribuisce anche a ridurre le anomalie ECGrafiche e a modificare il rimodellamento ventricolare

Altri antitrombotici, in particolare l’aspirina e l’eparina, sono indicati come terapia aggiuntiva.

Parecchi grossi studi hanno stabilito che i trombolitici possono preservare la funzione ventricolare sinistra e ridurre la mortalità sia a breve che a lungo termine
Studi come GISSI-16 e ISIS-27 hanno contribuito a stabilire che la mortalità è ridotta se i trombolitici vengono somministrati entro 6 ore dalla comparsa dei sintomi

Ulteriori studi hanno evidenziato che i pazienti che si presentavano entro 12 ore avrebbero potuto ricevere un trombolitico.
L’utilizzo dopo 12 ore è stato associato ad un aumento di effetti avversi

Il vantaggio di una trombolisi preospedaliera eseguita da operatori esperti favorisce la precocitá del trattamento

La scelta del trombolitico dipende da vari fattori quali costi, metodo di somministrazione, controindicazioni.
Anche se la streptochinasi è stato il trombolitico più ampiamente usato, parecchi grandi studi hanno paragonato il beneficio clinico in termini di miglioramento della funzione ventricolare sinistra e della mortalità e non hanno mostrato alcuna differenza tra streptochinasi e altri trombolitici, quali alteplase, anistreplase e reteplase per ció che riguarda l’efficacia complessiva.
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