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30 ottobre 2023

Acarbosio

La dose iniziale raccomandata di acarbosio è di 50 mg per via orale due volte al giorno, aumentando gradualmente fino a 100 mg tre volte al giorno.

Per ottenere il maggior beneficio sull’ iperglicemia post-prandiale, l'acarbosio deve essere somministrato con il primo boccone degli alimenti ingeriti.

Nei pazienti diabetici, riduce l’ iperglicemia post-prandiale del 30-50%, e il suo effetto complessivo è quello di ridurre l’ HbA1c dello 0,5-1%.

L’ effetto avverso principale, osservato nel 20-30% dei pazienti, è la flatulenza.

Ciò è causato da carboidrati non digeriti che raggiungono l'intestino inferiore, dove i gas sono prodotti dalla flora batterica.

Nel 3% dei casi, si verifica una diarrea fastidiosa.

Questo disagio a livello gastrointestinale tende a scoraggiare il consumo eccessivo di carboidrati e favorisce una maggiore conformità dei pazienti di tipo 2 nei confronti delle loro prescrizioni alimentari.

Quando l’ acarbosio è somministrato da solo, non vi è alcun rischio di ipoglicemia. Tuttavia, se combinato con insulina o sulfoniluree, potrebbe aumentare il rischio di ipoglicemia da questi agenti.

Negli studi clinici con acarbosio (5% contro 2% nei controlli placebo, e in particolare con dosi superiori a 300 mg/giorno) è stato osservato un lieve aumento delle aminotransferasi epatiche.

I livelli generalmente tornano alla normalità quando si sospende il farmaco.

Tra le specifiche indicazioni dell'acarbosio meritano menzione la presenza nel paziente di patologia cardiovascolare e cerebrovascolare e la presenza di obesità e insulino-resistenza

Nello studio UKPDS, circa 2000 pazienti con dieta, sulfonilurea, metformina o terapia insulinica sono stati confrontati con pazienti in terapia con acarbosio o placebo.
A 3 anni, il 60% dei pazienti aveva interrotto il farmaco, soprattutto a causa di sintomi gastrointestinali. Nel 40% dei restanti che continuarono ad assumere solo acarbosio, si poté evidenziare un HbA1c inferiore dello 0,5% rispetto al placebo.

29 settembre 2015

Aspirina raddoppia la sopravvivenza dopo il cancro. Nuovo studio dai Paesi Bassi

Un gruppo di scienziati dell’Università di Leiden é riuscita a dimostrare attraverso uno studio, presentato all’European Cancer Congress di Vienna che l’aspirina, può raddoppiare l’aspettativa di vita di pazienti affetti da alcune delle forme neoplastiche più comuni. Lo studio è stato condotto nei Paesi Bassi su circa 13.000 persone negli anni tra il 1998 ed il 211, secondo cui l’antinfiammatorio ha apportato un “significativo” vantaggio di sopravvivenza rispetto a coloro che non lo hanno assunto. L'indagine scientifica ha rivelato che in generale, in tutti i tumori studiati, il 30,5 per cento dei pazienti è sopravvissuto almeno 5 anni. Ma all’interno del campione, coloro che usavano aspirina, una dose giornaliera di 80 milligrammi, considerata bassa, avevano il doppio delle probabilità di sopravvivere entro questo periodo di tempo. Fra i tipi di malattia inclusi nello studio il cancro intestinale e dell’esofago. L’impatto dell’aspirina sulla sopravvivenza è stato analizzato dopo un corretto aggiustamento per fattori come sesso, età, stadio della patologia, trattamenti effettuati e altre condizioni mediche, che avrebbero potuto influenzare i tassi di mortalità. Il coordinatore del trial, Martine Frouws ha sostenuto: “Adesso vogliamo analizzare il materiale tumorale di questi pazienti per cercare di scoprire quali malati possono sicuramente trarre beneficio dal trattamento con aspirina. E’ un farmaco a un buon mercato, fuori brevetto, con relativamente pochi effetti collaterali: potrebbe avere un grande impatto sui pazienti e sui sistemi sanitari”. La conclusione di questo studio dichiara Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ha confermato come che già in passato era stato dimostrato che l’aspirina era uno scudo anti-tumorale.

14 settembre 2015

ANTIDIABETICI ORALI, ALCUNE CONSIDERAZIONI

La metformina sarebbe più efficace degli inibitori DPP-4
A differenza dei tiazolidinedioni e delle sulfoniluree non aumenta il peso corporeo

La metformina ha ridotto i livelli di colesterolo rispetto al pioglitazone, alle sulfoniluree ed agli inibitori della DPP-4

Le sulfoniluree presentano un rischio 4 volte superiore di provocare ipoglicemia lieve o moderata rispetto alla metformina da sola e, in combinazione con metformina, presentano un rischio aumentato di 5 volte

I tiazolidinedioni aumentano il rischio di insufficienza cardiaca congestizia rispetto alle sulfoniluree ed aumentano il rischio di fratture ossee rispetto alla metformina.

La diarrea si è verificata più spesso con metformina che co i tiazolidinedioni.

8 settembre 2015

E SE DURANTE UN EPISODIO DI ANAFILASSI SI VERIFICA UN ARRESTO CARDIACO?




1)Espandi il volume con posizionamento di due grossi aghi: infondi rapidamente soluzione fisiologica in quantita' di 4-8 litri

2)Somministra alte dosi di adrenalina: da 1 a 3 mg in 3 minuti, poi da 3 a 5 mg in 3 min. quindi un'infusione di 4 fino a 10 mcg /min.

3)Considera un antistaminico per via endovenosa

4)Considera l'uso di cortisonici e.v. che saranno utili nel periodo di postrianimazione

5)Il massaggio cardiaco deve essere prolungato poiche' i pazienti solitamente sono giovani con un sistema cardiovascolare sano

7 settembre 2015

ACE-INIBITORI RIDUCONO GLI EVENTI AVVERSI NEI PAZIENTI DIABETICI

Una recente meta-analisi ha evidenziato che gli ACE-inibitori riducono la mortalità e gli eventi cardiovascolari maggiori in pazienti con diabete, mentre gli antagonisti del recettore dell'angiotensina-II non hanno migliorato i risultati

Questi risultati quindi sostengono la raccomandazione delle linee guida che gli ACE inibitori dovrebbero essere usati invece degli antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, se possibile, per ridurre gli eventi avversi nei pazienti con diabete.

28 settembre 2014

Avastin Roche: divieto di commercializzazione nell'Ue

COMUNICATO STAMPA --
L'antitumorale di Roche Avastin non potrà essere commercializzato nell'Ue per curare il glioblastoma ricorrente diagnosticato sui pazienti adulti. Lo ha indicato oggi l'Agenzia europea per i medicinali, che ha definitivamente confermato una decisione già presa in maggio.Da parte sua il gigante farmaceutico renano valuterà ora i suoi futuri passi, anche alla luce di due studi che sono ancora in corso, ha indicato all'Awp una portavoce. Avastin è già approvato negli Stati Uniti e in oltre 60 altri paesi, ma principalmente per i casi di GBM ricorrenti. In Giappone, le indicazioni includono il trattamento del glioma maligno, il GBM recentemente diagnosticato ed è consentito anche in combinazione con chemioterapici vari.Il glioblastoma, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello“Sportello dei Diritti”, è la forma più comune e più maligna di cancro al cervello. Ogni anno nell'Unione europea vengono diagnostica circa 13'000 casi. Da parte sua Avastin è uno dei pilastri del fatturato di Roche: nel 2013 ha generato vendite per 6,25 miliardi di franchi.

Lecce, 27 settembre 2014

Giovanni D’AGATA

10 giugno 2014

ARRESTO CARDIACO E RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE

Arresto cardiaco in assenza di testimoni

Rianimazione Cardiopolmonare (CPR)
La circolazione del sangue mediante CPR (rianimazione cardiopolmonare) è un trattamento che si è dimostrato utile in pazienti con arresto cardiaco improvviso
Essa lavora:
1)innalzando la pressione intratoracica
2)fornendo una diretta compressione cardiaca
Ogni ciclo è costituito da 30 compressioni (ad una frequenza di 100 compressioni al minuto) e 2 insufflazioni respiratorie per un totale di 5 cicli (2 minuti).
Le linee guida hanno specificato che le compressioni devono essere eseguite in maniera prioritaria; le insufflazioni respiratorie possono seguire, ma non dovrebbero ostacolare le compressioni
Il paziente dovrebbe essere trasferito in un reparto di emergenza non appena possibile

Presenza di ritmi cosiddetti "defibrillabili" (tachicardia ventricolare senza polso o fibrillazione ventricolare)
RCP e defibrillazione
La defibrillazione nella tachicardia ventricolare (VT) e nella fibrillazione ventricolare (FV) senza polso si è dimostrata utile per ripristinare il ritmo sinusale normale e dovrebbe essere iniziata tempestivamente, poichè il successo di questo trattamento si riduce con il trascorrere del tempo.
N.B.
-Nell'arresto cardiaco avvenuto in presenza di testimoni, la defibrillazione elettrica dovrebbe essere tentata al più presto, non necessariamente dopo 5 cicli di CPR. 
-Nell' arresto cardiaco senza testimoni avvenuto fuori dell'ospedale i 5 cicli di CPR prima della defibrillazione producono risultati più favorevoli.
Le linee guida raccomandano 1 shock elettrico seguito da CPR se non viene ripristinato un ritmo efficace emodinamicamente, poiché il beneficio di multiple defibrillazioni non è dimostrato e il ritardo nella ripresa della CPR è solitamente nocivo.
Le raccomandazioni della linea guida sono di somministrare da 120 a 200 J nel caso di defibrillatori bifasici e 360 J con defibrillatori monofasici
più
epinefrina (adrenalina) o vasopressina
somministrate con il secondo shock e seguite da 5 cicli di CPR

L'epinefrina (adrenalina) è un potente agonista dei recettori alfa - e beta - adrenergici. Nonostante dati controversi sul suo beneficio in rianimazione, è stata ampiamente utilizzata nel trattamento di pazienti con arresto cardiaco improvviso e riveste un ruolo di primo piano negli algoritmi di supporto vitale cardiaco avanzato.
Nei casi dove non è possibile stabilire l'accesso endovenoso, l'epinefrina (adrenalina) in dose doppia di quella normale (diluita in soluzione salina) può essere somministrata attraverso un tubo endotracheale.

La vasopressina è normalmente secreta dalla ghiandola pituitaria posteriore e rappresenta un'alternativa all'epinefrina (adrenalina).
Oltre ai suoi innumerevoli effetti sul rene, essa è anche un potente vasocostrittore.
I dati che suggeriscono la superiorità della vasopressina sull'epinefrina (adrenalina), se l'arresto cardiaco improvviso è dovuto ad attività elettrica senza polso, asistolia o VT/VF, sono controversi.
In particolare, però, una meta-analisi ha evidenziato un miglioramento della sopravvivenza a lungo termine nel sottogruppo di pazienti con asistolia trattati con vasopressina (confrontato con adrenalina)

Dosaggi
adrenalina: 1 mg per via endovenosa ogni 3-5 minuti
oppure
adrenalina: 2 mg (diluito in soluzione salina normale di 5-10 mL) per via endotracheale ogni 3-5 minuti fino a quando non è reperito un accesso endovenoso
oppure
vasopressina: 40 unità per via endovenosa come dose singola


In aggiunta in pazienti con arresto cardiaco improvviso causato da torsioni di punta
magnesio
In questo caso il magnesio può ripristinare il ritmo cardiaco
(solfato di magnesio: 2 g per via endovenosa come singola dose in oltre 5-10 minuti)



Gli anti-aritmici devono essere somministrati dopo adeguata CPR e 2 o 3 tentativi di defibrillazione.

L'amiodarone è prevalentemente un agente anti-aritmico di III classe che dispone anche di proprietà di blocco alfa e beta adrenergico
I trials che si sono avvalsi dell'amiodarone in caso di VT/VF hanno mostrato un aumentato tasso di sopravvivenza nei pazienti con arresto cardiaco improvviso al di fuori dell'ospedale che giungono al ricovero ospedaliero nei confronti di placebo o lidocaina, ma alla fine nessuna differenza significativa nella frequenza di dimissioni dell'ospedale.

L'utilizzo di lidocaina nella tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare è dovuto principalmente a studi sull'efficacia nel sopprimere aritmie ventricolari che fanno seguito ad infarto acuto del miocardio.


Gli studi hanno dimostrato che essa è meno efficace rispetto all'amiodarone con riguardo ai tassi di sopravvivenza dei pazienti ricoverati in ospedale dopo arresto cardiaco improvviso avvenuto fuori dell'ospedale


Il suo utilizzo è supportato come alternativa all'amiodarone.

Dosaggi
Amiodarone: 300 mg per via endovenosa come singola dose inizialmente, seguito da 150 mg come dose singola se richiesto
Lidocaina: 1-1,5 mg/kg per via endovenosa come singola dose inizialmente, seguito da 0,5 a 0,75 mg/kg ogni 5-10 minuti, dose totale massima di 3 mg/kg

Atropina
Viene somministrata durante la RCP se sono presenti attività elettrica senza polso e asistolia.
L'uso di atropina nell'attività elettricasenza polso e asistolia non è fondato in pratica basata sull'evidenza.
Anche se è usata ordinariamente, mancano dati specifici per il suo beneficio nella rianimazione di pazienti con arresto cardiaco improvviso.
Dosaggio
atropina: da 0,5 a 1 mg per via endovenosa ogni 3-5 minuti, la dose totale massima è di 3 mg


Esito della rianimazione cardioplomonare

-Ritorno alla circolazione spontanea

Trattamento post-rianimatorio
Dovrebbe essere instaurato immediatamente e si avvale di monitoraggio continuo, supporto di organo, correzione degli squilibri elettrolitici e acidosi, trasferimento sicuro in un ambiente di terapia imtensiva e identificazione e correzione dei fattori di rischio e delle cause di base

Molteplici studi sull'ipotermia terapeutica (abbassamento della temperatura corporea a 32 a 34° C hanno dimostrato un miglioramento della funzione neurologica e della sopravvivenza senza un aumento significativo del tasso di eventi avversi.

La gestione a lungo termine si concentra principalmente sulla prevenzione della ricorrenza dell'arresto.

I pazienti dovrebbero astenersi da sostanze tossiche.

Il confronto tra terapia antiaritmica con l'uso dei cardioverter-defibrillators impiantabili (ICD) ha mostrato una significativa riduzione della mortalità confrontato con la terapia farmacologica nella prevenzione secondaria dell'arresto cardiaco improvviso.


-Nessun ritorno alla circolazione spontanea

il dilemma è se continuare la RCP o considerare di sospendere questa
La decisione di interrompere la rianimazione è un problema eticamente impegnativo nei pazienti in cui la circolazione non si instaura in modo tempestivo

Sospendere le misure resuscitative può essere legittimo in base ai seguenti parametri:
-ritardato inizio della RCP in caso di arresto cardiaco senza testimoni
-rianimazione infruttuosa dopo 20 minuti di trattamento secondo le linee guida
-documentazione per cui un paziente ha firmato in precedenza un ordine di "non rianimare" o condizioni che compromettono la sicurezza dei soccorritori

30 maggio 2014

ANTIBIOTICI ANTIGONOCOCCO

Se esami diagnostici successivi (PCR o colture) confermano una gonorrea (solitamente entro 1-2 giorni), dovranno essere aggiunti antibiotici antigonococcici ad un trattamento anticlamidia che solitamente è già stato avviato.

Attualmente,  come trattamento di primo impiego, non vengono più raccomandate le cefalosporine orali nelle infezioni gonococciche 
In particolare, l'uso sistematico di cefixime non è raccomandato poichè la sua efficacia può essere in declino.
 
Il ceftriaxone dovrebbe essere usato come un agente di prima linea.

Ma se il ceftriaxone non è prontamente disponibile, è possibile usare il cefixime per os.
In alternativa al cefixime altri possibili agenti potrebbero essere:
cefoxitina, cefuroxime, cefpodoxime, cefotaxime o ceftizoxime.

In pazienti con grave allergia alla cefalosporina, è consigliata una singola alta dose di azitromicina

I chinoloni non sono una terapia consigliata per la gonorrea, per cui questa opzione viene considerata solo nell'istanza di una storia di anafilassi alla penicillina.

Tutti i partner sessuali (negli ultimi 60 giorni) dei pazienti di cui si è diagnosticata l'infezione dovranno essere riferiti per una valutazione ed un possibile trattamento.

La gestione di partner sessuali del paziente è importante per prevenire la reinfezione e l'ulteriore trasmissione.

23 aprile 2014

ANTAGONISTI RECETTORIALI DELL'ENDOTELINA 1

Ricordiamo:

• bosentan (Tracleer)
• ambrisentan (Volibris)

1 aprile 2014

ASCESSO DENTALE, POSSIBILI ANTIBIOTICI UTILI

Amoxicillina (ad esempio Velamox, l’Augmentin, in cui è associato anche ac. clavulanico)

Claritromicina, classe dei macrolidi (ad esempio Veclam)

Rokitamicina, classe dei macrolidi (ad esempio Rokital )

Metronidazolo (ad esempio, Flagyl)

Piperacillina sodica, classe penicilline semisintetiche, ampio spettro d'azione, formulazione per uso parenterale (ad esempio Piperacillina Doc)

13 febbraio 2014

AMIODARONE

Meccanismo d'azione
Effetti multipli
Bloccante dei canali del potassio
Bloccante dei canali del sodio 
Bloccante dei canali del calcio 
Prolunga la durata del potenziale d'azione e prolunga il periodo refrattario efficace
Ha una certa attività alfa e beta-bloccante
Proprietà Vagolitiche
Rallenta la conduzione nel sistema His-Purkinje
Rallenta la conduzione in via accessoria dei pazienti con sindrome di Wolff-Parkinson-White
E' un potente vasodilatatore


Farmacocinetica
Possiede una struttura simile alla tiroxina - contiene Iodio
Presenta effetti vasodilatatori (infatti è stato inizialmente commercializzato come antianginoso)
Si accumula nel grasso e nel muscolo
Nel fegato è metabolizzato a desetilamiodarone forma attiva 
L'emivita è di 2-10 giorni e più negli anziani


Indicazioni
Aritmie ventricolari
Gestione della FA
Trattamento di emergenza della tachicardia a complessi larghi


Controindicazioni
Disfunzione della tiroide!
Blocco AV
Bradicardia sinusale


Dosaggio
In acuto utilizza
amiodarone 300 mg in 30-60 minuti con l'aggiunta di 900 mg in 24 ore ev.

Trattamento a lungo termine
amidarone 200 mg tre volte al di per una settimana, poi 200 mg due volte al di per una settimana e poi 200 mg una volta al di


Effetti collaterali
Può esacerbare una malattia del nodo del seno o determinare un blocco di conduzione del nodo AV
Effetto inotropo negativo ma minore rispetto alla maggior parte di altri antiaritmici
Malattie della tiroide - Ipotiroidismo, ipertiroidismo
Torsioni di punta
QT lungo
Polmonite interstiziale
polmonite da ipersensibilità o fibrosi polmonare
Epatite
Tremore e atassia
Rash cutaneo fotosensibile pigmentazione della pelle - aspetto grigio ardesia
Microdepositi corneali solitamente innocui
Ipotensione se somministrato troppo rapidamente endovena


Interazioni
L'amiodarone interagisce con il warfarin aumentando l'INR

18 gennaio 2014

ASCESSO POLMONARE

È una raccolta circoscritta di pus nel polmone che porta alla formazione di una cavità, solitamente con un livello aria-liquido visibile sull'Rx del torace

Cause
La causa  più comune è l'aspirazione del contenuto gastrico
Nella formazione degli ascessi correlati all'aspirazione del contenuto gastrico è solitamente coinvolta una flora microbica mista, comprendente  batteri anaerobi e streptococchi microaerofili

Quadro clinico
Una manifestazione clinica comune è la febbre associata a tosse produttiva ed espettorazione putrido

Diagnosi
La diagnosi si basa sui risultati radiologici, che rivelano la cavitazione con un livello aria-liquido
Solitamente è difficile documentare l'infezione anaerobica

Trattamento
Le opzioni di trattamento includono gli antibiotici  contro i batteri aerobi e anaerobi, somministrati da soli o in combinazione
Il  drenaggio percutaneo immagine-guidato o la resezione chirurgica vengono riservati ai pazienti che non rispondono alla terapia antimicrobica.

14 gennaio 2014

ASPERGILLOSI

L'aspergillosi invasiva è causata da funghi filamentosi della specie Aspergillus, che si riscontrano ubiquitariamente nel suolo.
L'inalazione da aerosol di spore d Aspergillus provoca l'infezione.
L'aspergillosi colpisce soprattutto i pazienti immunocompromessi (ad es. destinatari del trapianto di cellule staminali, paz. con neutropenia severa prolungata, paz. in terapia immunosoppressiva).
È raro in ospiti immunocompetenti

Il quadro clinico è aspecifico e comprende febbre, tosse e dolore pleurico.
Un alto indice di sospetto è richiesto per la diagnosi precoce. Seni, polmoni, cervello e pelle sono siti che possono essere coinvolti

La  TAC ad alta risoluzione e la ricerca nel siero dell'antigene galactomannano sono test utili per la diagnosi precoce.

Il voriconazolo è l'agente antimicotico di scelta; un farmaco alternativo è la formulazione lipidica dell'amfotericina b.
Ricorda che terapia e diagnosi precoce migliorano significativamente la prognosi dei pazienti con aspergillosi invasiva!

Aspergilloma
Forme di aspergilloma si possono riscontrare nelle cavità polmonari preformate. È solitamente asintomatico. La diagnosi è generalmente fatta dall'Rx torace  o dalla TAC. I farmaci antifungini non hanno dimostrato di essere utili.
La chirurgia può essere necessaria in pazienti con grave emottisi.

13 gennaio 2014

ASPERGILLOSI BRONCOPOLMONARE ALLERGICA

Che cos'è
È una reazione di ipersensibilità alla muffa di Aspergillus fumigatus che ha colonizzato i bronchi dei pazienti con asma o fibrosi cistica.

Come avviene
L'sposizione di individui atopici a elementi di spore fungine provoca la formazione di anticorpi IgG e IgE.

Come si manifesta
Si manifesta come asma complicata da ostruzione bronchiale, febbre, malessere, espettorazione di tappi di muco brunastro, eosinofilia periferica ed emottisi.

Comwe si tratta
Il trattamento si avvale di itraconazolo, corticosteroidi e misure di controllo ambientali
Il trattamento e la diagnosi precoce possono prevenire lo sviluppo di bronchiectasie o fibrosi polmonare che altrimenti si verifica nelle fasi successive della malattia.

28 marzo 2013

ANTITROMBINA III 

E' un inibitore della trombina e dei fattori della coagulazione IX, X, XI, XII. 
 
In definitiva quindi è un inibitore della coagulazione capace di bloccare la cascata enzimatica che porta alla trasformazione del fibrinogeno in fibrina

L’ATIII ha la proprietà di rendere farmacologicamente attiva l’eparina, per questo è anche denominata cofattore eparinico. 
La carenza di ATIII può indurre un aumento del rischio trombo embolico. 

Il deficit di ATIII può essere 
congenito (trasmissione autosomica dominante) 
acquisito (sindrome nefrosica, terapia estro-progestinica, coagulazione intravascolare disseminata, gravidanza, periodo post-operatorio, insufficienza epatica).

La carenza di antitrombina III, congenita o acquisita, è percio' legata ad un rischio aumentato di complicanze tromboemboliche e ad una ridotta o assente reazione all’eparina.


L'antitrombina III è indicata per la profilassi e la terapia dei fenomeni tromboembolici dovuti a:

1) Carenza congenita, in particolare in caso di intervento chirurgico, gravidanza o parto

2)Carenza acquisita dovuta a:
a) microtrombosi capi Ilare causata da coagulazione intravascolare disseminata come in caso di politrauma, complicazioni settiche, shock, preeclampsia ed altri stati patologici associati a coagulopatia da consumo acuta

b)trombosi o rischio di trombosi in pazienti con sindrome nefrotica o enteropatie.

c)interventi  chirurgici ed emorragie in pazienti con grave insufficienza epatica, soprattutto se questa richiede un trattamento sostitutivo con concentrati di fattori della coagulazione (complesso protrombinico).


Ricorda che non  c'è alcun antidoto in caso di trattamento con Antitrombina III cui consegue sanguinamento

24 marzo 2013

ALBUMINURIA E DIABETE

La probabilita' di sviluppare microalbuminuria e' fortemente correlata all'interazione tra gravità del diabete, abitudine al fumo e componenti della sindrome metabolica (obesità addominale, pressione arteriosa elevata, colesterolo HDL basso). 
Pertanto e' consigliabile monitorare i pazienti ad alto rischio e di intervenire in modo aggressivo sui fattori di rischio modificabili.

Nei pazienti con micro o macroalbuminuria si consiglia di trattare con ACE-inibitore o ARB

Si consiglia inoltre di monitorare i livelli sierici di creatinina e potassio al fine di evidenziare l'instaurarsi di una malattia renale acuta e di iperkaliemia.

19 marzo 2013

ARTERIE E VENE POLMONARI

Le arterie polmonari sono vasi sanguigni che trasportano sangue venoso dal ventricolo destro ai polmoni dove avvengono gli scambi gassosi per cui il sangue si arricchisce di ossigeno
Dai polmoni il sangue arterioso, cioe' arricchito di ossigeno, viene trasportato mediante le vene polmonari all'atrio sinistro e quindi al ventricolo sinistro da dove poi raggiunge la circolazione sistemica tramite l'aorta

9 marzo 2013

ACIDOSI METABOLICA, CAUSE

Chetoacidosi

Uremia

Sepsi

Acidosi lattica

Salicilati

Metanolo

Alcool

ANEMIE EMOLITICHE, QUALI SONO

Talassemie: beta, alfa

Splenocitosi ereditaria

A cellule falciformi

Da deficit enzimatico: G6PD, piruvato chinasi

Emoglobinuria parossistica notturna

Da trauma dei globuli rossi

Immunoemolitica: anticorpi caldi, anticorpi freddi

Eritroblastosi fetale

26 febbraio 2013

ARTROSI: SEGNI RADIOLOGICI

Riduzione dell spazio articolare

Presenza di osteofiti

Sclerosi subcondrale

Presenza di cisti subcondrali