Stati di ipercoagulabilità

Sono da considerare nei pazienti con episodi ricorrenti di trombosi venosa (ad es. trombosi venosa profonda, embolia polmonare 


Le cause includono:


1) stasi venosa (ad es. gravidanza, immobilizzazione)


2) vasculite


3) cancro e disturbi mieloproliferativi


4) contraccettivi orali


5) lupus anticoagulante - anticorpo contro i fosfolipidi piastrinici, stimola la coagulazione


6)trombocitopenia indotta dall'eparina, una malattia protrombotica immuno-mediata farmaco-indotta, caratterizzata da trombocitopenia e trombosi venosa e/o arteriosa


7) carenze di fattori anticoagulanti endogeni antitrombina III, proteina C, proteina S


8) Resistenza del fattore V alla proteina C attivata 

ovvero fattore V Leiden- mutazione nel fattore V (Arg → Glu in posizione 506) conferisce resistenza all'inattivazione da parte della proteina C, rappresenta il 25% dei casi di trombosi ricorrente.

La proteina C attivata, in complesso con la proteina S, degrada i fattori di coagulazione Va e VIIIa, inibendo in questo modo la coagulazione. 

Una qualsiasi delle numerose mutazioni del fattore V lo rende resistente all'inattivazione da parte della proteina C attivata, aumentando la tendenza alla trombosi.

Il fattore V di Leiden è la più frequente di queste mutazioni. 

Le mutazioni omozigotiche aumentano il rischio di trombosi più delle mutazioni eterozigotiche.


9) Mutazione 20210 del gene della protrombina (fattore II)

La mutazione del gene della protrombina-Glu → Arg in posizione 20210 determina un aumento dei livelli di protrombina; rappresenta circa il 6% delle trombosi

Una mutazione di un singolo nucleotide in uno (o, meno comunemente, entrambi) dei geni protrombinici in posizione 20210 si traduce in aumento dei livelli plasmatici di protrombina (con generazione potenzialmente aumentata di trombina) e aumentato rischio di thromboembolism o venoso


10) altre condizioni: emoglobinuria parossistica notturna, disfibrinogenemia (fibrinogeno anomalo)

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