I pazienti con ictus ischemico acuto devono essere trasportati in un ospedale qualificato per la cura dell'ictus.
I pazienti con ictus ischemico acuto devono essere curati in una stroke unit o in un'unità di cura intensiva.
A seconda della gravità e della durata dei sintomi, il paziente può beneficiare di un intervento endovascolare immediato in uno stroke center, anche se non è candidato per TPA e.v.
Una volta che il paziente è stabile, deve essere organizzata la riabilitazione.
La Trombolisi endovenosa
Il t-PA pe via e. v. o alteplase, è l'unica terapia medica approvata dalla FDA statunitense per il trattamento di ictus ischemico acuto.
La finestra temporale per la somministrazione è generalmente accettata entro le 4,5 ore dall'inizio del sintomo, anche se l'indicazione della FDA è ancora entro 3 ore.
L'American Heart Association/American Stroke Association raccomanda una finestra per la somministrazione del t-PA fino a 4,5 ore con alcuni criteri di esclusione aggiuntivi rispetto alla somministrazione di 3 ore.
Esistono criteri rigorosi per la somministrazione di t-PA e.v.
Il protocollo è in base al peso, con dose massima ammissibile di 90 mg
Il rischio di emorragia cerebrale con Il t-PA e.v. è di circa il 6% nei pazienti con ictus.
La terapia antipiastrinica
Si consiglia di ridurre la probabilità che un ictus ischemico si ripeta, soministrando aspirina per via orale, rettale o mediante tubo nasogastrico entro 48 ore dall’ inizio dell’ ictus (alla dose di 325 mg/giorno)
Possono essere utilizzati anche altri regimi antipiastrinici orali approvati per la profilassi secondaria di ictus (ad esempio clopidogrel, aspirina + dipiridamolo a rilascio prolungato).
Ai pazienti che hanno ricevuto t-PA non possono essere somministrati agenti antitrombotici o anticoagulanti entro le prime 24 ore dopo la somministrazione.
Nei pazienti con ictus acuto ischemico e fibrillazione atriale, l’ anticoagulazione completa con infusione di eparina o eparina a basso peso molecolare deve essere evitata nell’ acuzie, in quanto essa potrebbe danneggiare il paziente, causando emorragia intracranica sintomatica, e per questo vi sono pochissime prove che suggeriscano che essa determini alcun beneficio
Tuttavia, l'anticoagulazione cronica è indicata dopo che il periodo acuto è passato.
Drante la fase acuta se si sviluppano complicanze derivanti dall’ edema cerebrale, un’ulteriore valutazione da parte di un neurochirurgo può essere utile