Analizzando la ludopatia

(Pixabay)
Tra le patologie di dipendenza del nostro secolo sicuramente possiamo annoverare la ludopatia come nuova malattia.

In particolare nel 2013 il DSM-5 ha inquadrato il gioco d’azzardo nella categoria delle cosiddette dipendenze comportamentali.

Non ci sono dubbi su quanto possa essere pericoloso il gioco d’azzardo patologico. La persona che ne è affetta sente un impulso irrefrenabile a giocare. Molte volte si innesca un meccanismo a vortice per cui si continua testardamente a giocare, e quindi inevitabilmente si perdono fior di soldi.

Proprio per questi motivi le leggi nazionali impongono a tutti i professionisti del settore di ricordare sempre i rischi di questa patologia, come quando si parla di bonus casino senza deposito.

Il giocatore patologico spesso non riesce ad ammettere di avere un problema, e questo va a peggiorare la condizione dei suoi cari e familiari.

È necessario rivolgersi a centri specializzati sui disturbi psicologici per la terapia della ludopatia. Le sedi ASL di ogni regione sono i punti di riferimento principale che possono indirizzare alle strutture più adeguate in base a ciascun caso specifico.

La ludopatia nella sua forma meno impattante può anche colpire giovani o adulti rispetto a giochi che non coinvolgono l’uso di denaro. Ma la condizione è ugualmente allarmante per le potenzialità di impatto sulla vita privata. Spesso i ludopatici rimangono per la maggior parte della giornata davanti a uno schermo a giocare, condizionando la loro socialità in modi estremi.

Una malattia “nuova” a cui si dovrebbe dare maggiore spolvero poiché con l’avanzare delle tecnologie digitali può affacciarsi a sempre maggiori fasce della popolazione.
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