L'ARNI ovvero angiotensin receptor-neprilysin inhibitor è l'associazione SACUBITRIL e VALSARTAN
Tale associazione è il farmaco più recente approvato per migliorare l'esito clinico di pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF)
Tale associazione è il farmaco più recente approvato per migliorare l'esito clinico di pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF)
Il sacubitril inibendo la neprilisina (che è responsabile della degradazione dei peptidi natriuretici atriali) riduce la degradazione dei peptidi stessi e riduce la pressione arteriosa mentre valsartan inibisce gli effetti dell'angiotensina II.
Rispetto all'ACE inibitore Enalapril, l'ARNI ha dimostrato di ridurre la morte cardiovascolare e l'ospedalizzazione per insufficienza cardiaca del 20% nei pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta LVEF che avevano già assunto un ACE inibitore o un ARB.
L'angioedema era più comune con sacubitril/valsartan, anche se in maniera modesta
Sono stati perciò esclusi i pazienti con anamnesi di angioedema da ACE inibitori o ARB.
ARNI quindi non deve essere somministrato in concomitanza con ACE inibitori o entro 36 ore dall'ultima dose di un ACE inibitore a causa del possibile aumento del rischio di angioedema.
In definitiva l'ARNI è indicato nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta che rimangono sintomatici dopo un ACE inibitore, un beta-bloccante, ed un inibitore del mineralocorticoide.
I pazienti con pressione arteriosa sistolica basale inferiore a 100 mmHg non sono stati inclusi nello studio (PARADIGM) essendo l'ipotensione sintomatica più comune con sacubitril/valsartan rispetto all'ACE inibitore.