RANOLAZINA

La ranolazina è un farmaco antianginoso, che riduce l’ischemia nei pazienti con angina cronica.

Meccanismo d’azione, indicazioni, effetti collaterali, controindicazioni

La ranolazina blocca l'ingresso di sodio nelle cellule riducendo così le concentrazioni intracellulari di calcio.

Il farmaco aumenta in modo clinicamente rilevante la durata dello sforzo, ritarda l’insorgenza di angina pectoris, ed è privo di effetti emodinamici negativi

Essa è stata approvata dalla FDA per i casi di angina cronica che non rispondono al trattamento standard con nitrati, betabloccanti e calcioantagonisti diidropiridinici. Dovrebbe quindi essere usata in associazione a tali farmaci.

Come calcioantagonista di associazione, comunque, viene privilegiata l'amlodipina.

In Europa, la ranolazina è approvata come terapia aggiuntiva nel trattamento sintomatico dei pazienti con angina pectoris stabile, che sono inadeguatamente controllati o che non tollerano la terapia antianginosa di prima linea.

Sono stati approvati i seguenti dosaggi: 375 mg, 500 mg e 750 mg, per 2 volte die.

L’ aggiunta della ranolazina al trattamento standard per la sindrome coronarica acuta non riduce i principali eventi cardiovascolari. ma non dovrebbe aumentare il rischio di mortalità o l’incidenza di aritmia sintomatica

I più comuni effetti collaterali osservati con ranolazina sono: vertigini, cefalea, stipsi, vomito, nausea ed astenia.

La ranolazina è controindicata in caso di insufficienza epatica, allungamento del QT, uso di farmaci che inibiscono il suo metabolismo (ketoconazolo, macrolidi, diltiazem, verapamil

Nuova Vecchia