La betaistina è un potente antagonista H3 e un debole agonista H1 con tre siti d'azione e due meccanismi d'azione.
Ha principalmente un effetto stimolante (agonista) diretto sui recettori H1 dei vasi sanguigni nell'orecchio interno.
Essa sembra che agisca sugli sfinteri precapillari nella stria vascolare dell'orecchio interno, riducendo in tal modo la pressione endolinfatica
Quindi:
In primo luogo, aumenta il flusso ematico cocleare dose-dipendente, principalmente tramite il recettore H3 come agonista inverso.
Poiché la betaistina ha un forte effetto di primo passaggio ed è metabolizzata nel fegato in tre metaboliti, non solo la betaistina, ma anche il suo principale metabolita, l'aminoetilpiridina, aumenta il flusso ematico cocleare.
In secondo luogo, la betaistina aumenta il turnover dell'istamina nel sistema nervoso centrale e vestibolare, anche in questo caso principalmente tramite il recettore H3.
In terzo luogo, riduce l'input vestibolare nel sistema vestibolare periferico, con possibile coinvolgimento dei recettori H3 e H4.
Non è ancora chiaro come la betaistina possa avere un effetto nel trattamento profilattico della malattia di Ménière.
Essa potrebbe portare a un miglioramento della microcircolazione labirintica, riequilibrando così la produzione e il riassorbimento dell'endolinfa.
La betaistina è il trattamento di prima linea per la malattia di Ménière, nella pratica clinica, prima di prendere in considerazione la chirurgia del sacco endolinfatico o il trattamento ablativo con gentamicina.
Il farmaco è poco costoso e ben tollerato ed è uno dei farmaci più frequentemente prescritti per la malattia di Ménière in Europa.
Negli Stati Uniti, la betaistina non è approvata dalla Food and Drug Administration, ma può essere facilmente ottenuta tramite prescrizione medica presso le farmacie statunitensi. Diversi studi clinici, che hanno valutato l'effetto della betaistina sul sistema vestibolare e, in misura minore, sui sintomi audiologici, hanno suggerito che il farmaco ha migliorato questi sintomi.
Secondo una revisione sistematica Cochrane sulla betaistina per la malattia o sindrome di Meniere, non vi sono tuttavia prove sufficienti per indicare se la betaistina abbia qualche effetto.
I recettori istaminergici (o dell’istamina)
sono classificati in H1, H2, H3 e H4.
I recettori H1 agiscono con un aumento del calcio intracellulare tramite attivazione della fosfolipasi C. La loro attivazione da parte dell’istamina o di sostanze istamino-mimetiche determina una vasodilatazione, pur essendoci un aumento del calcio intracellulare. L’istamina provoca l’aumento del calcio che attiva la nitrossido-sintasi con la formazione del nitrossido (NO) che funziona da mediatore perché diffonde nello strato muscolare ove attiva la guanilato-ciclasi con formazione di cGMP e conseguente vasodilatazione. La guanilato-ciclasi ha un gruppo eme nella sua struttura che riceve il NO ed è inoltre solubile a livello citoplasmatico.
Oltre che sulle cellule endoteliali che rivestono i vasi di piccolo calibro, soprattutto le venule postcapillari, questi recettori si trovano in: intestino, bronchi, sistema cardiovascolare, sistema nervoso centrale (a localizzazione postsinaptica).
I recettori H3 sono autorecettori presinaptici nel SNC. I loro effetti sono: controllo della biosintesi e del rilascio dell’istamina e di altri neurotrasmettitori. In particolare l’istamina che agisce su questi recettori ha azione di inibizione del rilascio dei neurotrasmettitori associati a quella sinapsi, tra cui l’istamina stessa.
Per i recettori H4 si deve ancora capire il meccanismo molecolare.
Il loro effetto è di modulare la risposta immunitaria, attivandola