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22 settembre 2021

Acarbosio un presidio da non sottovalutare nel diabete tipo 2

 

22/09/2017 - Acarbosio nella terapia del diabete tipo 2

Continuiamo la serie dei post sulla terapia del diabete tipo 2 dopo aver scritto nei giorni scorsi della metformina e delle sulfoniluree e glinidi. Oggi è il turno dell'acarbosio. La sequenza di trattazione segue l'epoca della messa in commercio e non la qualità dei farmaci.

L'acarbosio è usato per la terapia del diabete dagli anni novanta. Inibisce un enzima intestinale che scinde i disaccaridi (molecole che contengono glucosio come il saccarosio). Di conseguenza c'è un rallentamento (ritardo) nell'assorbimento del glucosio e un minore aumento della glicemia dopo il pasto. È quindi indicato nei pazienti coi picchi dopo i pasti (aumenti della glicemia spesso superiori a 50-60 mg/dl, ad esempio da 130 a oltre 180).

L'acarbosio non determina di per sé ipoglicemia. È farmaco da usare in genere insieme ad altri farmaci per il diabete (ad esempio metformina). Raramente è indicato da solo. Può essere usato anche insieme all'insulina.

Ha spesso effetti avversi intestinali (meteorismo, flatulenza, a volte diarrea) e per questo non ha mai avuto un grande successo ma resta un buon farmaco, se ben tollerato. Le persone con diabete e stipsi a volte ne sono entusiaste perché riduce la glicemia e migliora la funzione intestinale.