RICERCA TRA GLI OLTRE 10MILA ARGOMENTI

4 gennaio 2021

Anemia nelle malattie renali croniche

L’anemia delle malattie croniche è dovuta principalmente a una diminuzione della produzione di eritropoietina, che spesso diventa clinicamente significativa durante la fase 3 della malattia.

Molti pazienti sono anche carenti di ferro a causa di un ridotto assorbimento di ferro a livello gastrointestinale

Gli agenti stimolanti l’eritropoiesi ad esempio, l’eritropoietina ricombinante [epoetina] e la darbepoetina sono utilizzati per trattare l’ anemia delle malattie renali croniche se altre cause trattabili sono state escluse.

Probabilmente non vi è alcun beneficio ad avviare l’eritropoietina prima che i valori di Hgb siano inferiori a 9 g/dL.

La dose iniziale di epoetina è di 50 unità/ kg (3000-4000 unità/ dose) una o due volte alla settimana

La darbepoetina è iniziata a 0,45 mcg/ kg ed ha il vantaggio di poter essere somministrata ogni 2-4 settimane.

Questi farmaci possono essere somministrati per via endovenosa (ad es. al paziente emodializzato) o sottocutanea (sia al paziente in predialisi che in dialisi); la somministrazione sottocutanea di eritropoietina è di circa il 30% più efficace della somministrazione endovenosa.

Le eritropoietine devono essere somministrate al fine di raggiungere una Hgb di 10-11 g/dL per una sicurezza ottimale; gli studi dimostrano infatti che mirare ad un Hgb più elevata aumenta il rischio di ictus ed eventualmente di altri eventi cardiovascolari.

Quando si titolano le dosi, i livelli di Hgb devono aumentare non oltre 1 g/dL ogni 3-4 settimane.

L’ ipertensione è una complicazione del trattamento con le eritropoietine in circa il 20% dei pazienti. Il trattamento può richiedere un aggiustamento della terapia o l’aggiunta di un farmaco antipertensivo.

I depositi di ferro devono essere adeguati per garantire la risposta alle eritropoietine.

L'epcidina, una molecola che blocca l'assorbimento di ferro gastrointestinale e la mobilizzazione del ferro dai depositi corporei, tende ad essere elevata nelle malattie renali croniche.

Pertanto, i parametri laboratoristici tradizionali dei depositi di ferro devono anche essere misurati nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica, ma devono mirare ad obiettivi più elevati; in CKD, una ferritina sierica inferiore a 100-200 ng/mL o una saturazione di ferro inferiore al 20% è suggestiva di carenza di ferro.

I depositi di ferro devono essere ripopolati con ferro orale o parenterale prima dell’ inizio della terapia con eritropoietine.

La terapia con ferro deve essere sospesa se la ferritina sierica è superiore a 500-800 ng/mL, anche se la saturazione di ferro è inferiore al 20%.

La terapia orale con solfato ferroso, o gluconato o fumarato, 325 mg da una volta a tre volte al giorno, è la terapia iniziale nella malattia renale pre-dialitica. Per coloro che non rispondono a causa di un scarso assorbimento gastro intestinale o per scarsa tolleranza, può essere necessario ferro per via endovenosa (ad es. ferro saccarosio).

Le indagini preliminari della anemia in qualsiasi paziente con CKD deve includere anche la valutazione dei test di funzionalità tiroidea e il dosaggio della vitamina B12 sierica prima di iniziare la terapia con eritropoietina.