Trattamento del diabete, in breve


Il trattamento del diabete di tipo 2 si basa su un approccio graduale che integra modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica orale e, quando necessario, terapia insulinica iniettabile.  


Modifiche dello stile di vita

-Dieta e controllo ponderale: perdita di peso moderata (5-10 %) migliora HbA1c, pressione arteriosa e profilo lipidico. 

La restrizione calorica resta prioritaria, con flessibilità sul bilanciamento di macronutrienti in base alle preferenze del paziente 


- Attività fisica: almeno 150 min settimanali di esercizio aerobico strutturato, integrato da esercizi di forza, migliora la sensibilità insulinica e il controllo glicemico 



La terapia farmacologica orale


Metformina: prima scelta in monoterapia; titolare fino a 2000 mg/die per ridurre HbA1c senza aumento di peso né ipoglicemie 


Secretagoghi insulinici

  - Sulfoniluree (es. glipizide): efficaci su HbA1c ma rischio di ipoglicemia e aumento di peso 

  - Meglitinidi: simili alle sulfoniluree, con azione più breve.  


Inibitori DPP-4: mantengono la secrezione insulinica glucosio-dipendente, bassa incidenza di ipoglicemia e peso neutro).  


Agonisti del recettore GLP-1 (es. exenatide, liraglutide): riducono HbA1c, promuovono perdita di peso e hanno basso rischio di ipoglicemia; iniettabili ).  


Tiazolidinedioni (TZD): migliorano sensibilità insulinica ma possono causare aumento di peso, edema e controindicati in insufficienza cardiaca 


Inibitori SGLT-2: favoriscono escrezione urinaria di glucosio, riducono peso e pressione  



Terapia combinata

- Dual-drug therapy: aggiunta di un secondo farmaco (DPP-4i, GLP-1RA, TZD o SGLT-2i) se non si raggiunge l’obiettivo glicemico dopo 2-3 mesi 

- Triple-drug therapy: se rimane inadeguato il controllo glicemico, si aggiunge un terzo agente orale, insulina basale o exenatide 



Terapia insulinica

- Insulina basale: somministrata a digiuno per correggere l’iperglicemia mattutina; target glicemia pre-prandiale 80-120 mg/dL in pazienti giovani e in buone condizioni 


- Regimi premiscelati: due iniezioni giornaliere, adatti a pazienti con orari dei pasti regolari


- Bolo-basale intensificato (multiple daily injections): insulina basale (glargine/detemir) più analoghi rapidi pre-pasto, garantisce maggiore flessibilità 


- Pompa di insulina (CSII): indicata per pazienti motivati con necessità di intensivo controllo e frequenti misurazioni glicemiche 



Agenti aggiuntivi

- Alpha-glucosidasi inibitori (acarbosio, miglitolo): rallentano l’assorbimento di carboidrati nel tenue, ma causano disturbi gastrointestinali.  


- Amilino-similari (pramlintide): adiuvanti a terapia insulinica, riducono il picco glicemico post-prandiale e promuovono sazietà).  


- Disaccoppianti lipidici e altri: sequestranti degli acidi biliari, dopamina agonisti, rari utilizzi in combinazione o nei casi particolari

 


Profilo di scelta e strategie

- Personalizzazione dei target di HbA1c in base a età, comorbilità e rischio ipoglicemico, con valori target da ≤ 6,5 % a > 6,5 %


- Stepwise vs. terapia iniziale intensiva: studi suggeriscono che una terapia tripla precoce (metformina + pioglitazone + exenatide) può garantire un miglioramento più duraturo della funzione β-cellulare e della sensibilità insulinica rispetto all’aggiunta sequenziale di sulfoniluree e insulina



Conclusione  

In base alle linee guida cliniche, il diabete di tipo 2 richiede un approccio graduale che inizi con modifiche dello stile di vita e metformina in monoterapia, prosegua con aggiunte terapeutiche personalizzate (DPP-4i, GLP-1RA, TZD, SGLT-2i) e arrivi, se necessario, a terapie triple o insuliniche più complesse. 

Ricerche cliniche da uno studio controllato randomizzato indicano che terapie iniziali combinate possono migliorare la durata del controllo glicemico e la funzione β-cellulare nel lungo termine

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