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7 marzo 2019

Vitamina D, alcune considerazioni

La vitamina D3 innalza i livelli ematici più della vitamina D2.

Limite superiore di tollerabilità nella terapia di mantenimento in adulti sani è di 4000 IU al giorno.

Più di 4000 UI di vitamina D al giorno in individui non carenti aumenta il rischio di danni.

I supplementi con alti livelli (oltre le 10.000 IU al giorno) sono associati a danni renali e tissutali.

La supplementazione di vitamina D è raccomandato per la prevenzione delle cadute.

Una supplementazione di vitamina D ad alte dosi (≥ 800 UI al giorno) ha dimostrato di favorire la prevenzione delle fratture dell'anca e di qualsiasi frattura non vertebrale nelle persone di età pari o superiore a 65 anni.

Prescrivere più della quantità giornaliera raccomandata per migliorare la qualità della vita o prevenire le malattie cardiovascolari o la morte non è consigliato.

Diversi trials hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina D sono associati a sintomi depressivi, soprattutto nelle persone con una storia di depressione.

Questi risultati suggeriscono che il dosaggio dei livelli di vitamina D può essere utile nei pazienti con anamnesi di depressione.

La supplementazione di vitamina D e calcio, ha dimostrato di abbassare il rischio di caduta e migliorare la forza muscolare negli anziani, soprattutto nelle donne più anziane con carenza di vitamina D, che sono ad alto rischio di cadute.

Il trattamento dell'insufficienza di vitamina D nei soggetti asintomatici potrebbe ridurre il rischio di mortalità nei pazienti istituzionalizzati e i rischi di cadute, ma non di fratture.

I dati recenti suggeriscono che la carenza di vitamina D è associata al rischio di sviluppare alcuni tumori (tra cui quelli del seno, del colon e della prostata).

La carenza di vitamina D è associata ad alcune malattie autoimmuni (diabete di tipo 1 e 2, sindrome metabolica, sclerosi multipla).