RICERCA TRA GLI OLTRE 10MILA ARGOMENTI
22 luglio 2023
Diarrea infettiva, cause
Batterica: c.difficilis, m. avium
Virale: cytomegalovirus
Parassitaria: gardia lamblia, cryptosporidium, isospora, e. histolytica
Elmintica: strongliloides
17 luglio 2023
Epatite da farmaci
Farmaci che possono provocare un quadro di epatite
alotano
isoniazide
rifampicina
clorpromazina
fenitoina
eritromicina
nimesulide
paracetamolo
aspirina
estroprogestinici
11 luglio 2023
Osteomalacia
É l'equivalente del rachitismo nei bambini
Cause
deficit di vit. D o calcio
insufficiente esposizione al sole
malassorbimento post-gastrectomia
sindrome nefrosica
insufficienza renale
epatopatie
terapia antiacidaterapia anticonvulsivante
Diagnosi differenziale
Nell'osteoporosi, la massa ossea diminuisce, ma il rapporto tra mineralizzazione ossea e matrice ossea è normale.
Nell'osteomalacia, il rapporto tra mineralizzazione ossea e matrice ossea è basso.
Sospettare l'osteomalacia se:
il paziente manifesta dolori ossei, fratture ricorrenti alle costole o altre fratture insolite e se il livello di vitamina D è sempre molto basso
Trattamento
colecalciferolo
calcio in particolare all'inizio di terapia
fosforo in caso di fosfaturia isolata
8 luglio 2023
Edema polmonare acuto, invia in Unitá Coronarica se:
2. Segni e sintomi di ipoperfusione.
3. SpO2<90% nonostante l'ossigeno supplementare.
4. Uso dei muscoli accessori / RR >25/min
6 luglio 2023
Il sovraccarico di volume nelle malattie renali croniche
Nei modelli animali della malattia renale cronica la ritenzione dei liquidi indotta dal sale provoca danni renali e cardiovascolari che vengono migliorati dai diuretici.
Pertanto, il sovraccarico di volume è un meccanismo importante che contribuisce ai risultati negativi osservati nella malattia renale cronica e richiede una gestione adeguata.
Ulteriori ricerche sono giustificate per chiarire se la correzione del sovraccarico di volume dovrebbe essere uno degli obiettivi principali per ottenere risultati migliori nei pazienti affetti da malattie renali croniche
4 luglio 2023
Come richiedere una consulenza di chirurgia estetica a Milano (e perché)
Desideri da sempre un seno di taglia più grande o modificare la forma del naso perché sia più armonica con il resto dei tuoi lineamenti? O stai cercando un rimedio davvero efficace contro l’invecchiamento della pelle del collo e del decolté che con il tempo si rilassa o contro gli accumuli di grasso su cosce e addome? La prima cosa che dovresti fare è prenotare una prima visita con il chirurgo plastico: qui di seguito proveremo a capire insieme in cosa consiste, perché e come richiedere una consulenza di chirurgia estetica a Milano.
Consulenza o prima visita con il chirurgo plastico: quando e come richiederla
Come negli altri campi, la prima visita con il chirurgo plastico serve a inquadrare la situazione clinica e a stabilire insieme quali possano essere gli interventi e i percorsi più efficaci. Durante l’appuntamento è bene che il paziente racconti nel dettaglio la problematica che vorrebbe risolvere: molti di quelli che possono sembrare solo inestetismi, infatti, possono essere fonte di insicurezza tanto da provocare ripercussioni non indifferenti sul benessere generale e sul rapporto con il proprio corpo. Meglio chiarire subito anche cosa si desidera ottenere dall’intervento in modo che il chirurgo possa proporre soluzioni non solo efficaci ma in linea con le proprie aspettative, anche per quanto riguarda i tempi di recupero o la durata del risultato per esempio. Eventuali dubbi, perplessità o paure che riguardano sia il problema su cui si intende intervenire e sia la soluzione proposta vanno espressi subito allo specialista, che potrà dare in questo frangente delucidazioni e chiarimenti utili. Tieni conto che già durante il primo colloquio con il chirurgo estetico ti potranno essere richiesti esami di routine, come la tua storia clinica e familiare o di effettuare approfondimenti diagnostici e di laboratorio.
Quanto a come richiedere una consulenza di chirurgia estetica, il primo passo da compiere è cercare un chirurgo o una clinica specializzata nel campo di proprio interesse. Non tutti i chirurghi plastici si occupano di trattamenti chirurgici per il viso, infatti, ci sono cliniche note per effettuare solo trattamenti all’avanguardia e mini-invasivi, per quanto i migliori centri di chirurgia estetica dovrebbero poter garantire ai propri pazienti sia un’ampia varietà di prestazioni e sia metodi e strumenti d’intervento moderni. Puoi fare una ricerca in rete per trovare le migliori cliniche di chirurgia estetica a Milano e in questo caso non potrai fare a meno di leggere opinioni, recensioni e testimonianze di chi le ha provate. In alternativa puoi farti consigliare da familiari o conoscenti che si siano già sottoposti a trattamenti di questo tipo e possano raccomandarti il loro chirurgo estetico di fiducia. O, ancora, puoi farti indirizzare dal tuo medico di famiglia o altri professionisti sanitari. Tieni conto che ci sono realtà che, nonostante l’offerta meneghina sia ampia e variegata, rappresentano un vero e proprio punto di riferimento per la medicina e la chirurgia estetica moderna in città. Una volta individuata la realtà a cui vuoi rivolgerti, non ti resta che prenotare la consulenza per il giorno e all’orario che ti sono più comodi, eventualmente dopo aver controllato eventuali convenzioni con il SSN o le assicurazioni che possiedi.
30 giugno 2023
Appendicite acuta, appendicectomia o trattamento antibiotico?
Un recente studio che ha valutato la fattibilità della gestione non operativa chirurgicamente per l’ appendicite acuta non complicata in bambini sottoposti ad una terapia con piperacillina-tazobactam e.v. o con ciprofloxacina e metronidazolo per almeno 24 ore seguiti da antibiotici orali per 10 giorni ha rivelato che il 90% dei bambini non ha avuto alcuna progressione della malattia entro 30 giorni.
Un altro studio in pazienti con appendicite non complicata, confermata alla TAC, ha rivelato che il trattamento antibiotico non é inferiore rispetto all’ appendicectomia.
La maggior parte dei pazienti randomizzati al trattamento antibiotico per l’appendicite semplice non ha richiesto l’appendicectomia durante un periodo di follow-up di 1 anno e coloro che hanno richiesto l’appendicectomia non hanno presentato complicanze significative.
Resta da determinare se il beneficio di evitare una potenziale intervento chirurgico utilizzando invece un primo approccio con antibiotici possa essere superato dal peso relativo ad episodi futuri di appendicite, a più giorni di terapia antibiotica, ed a sintomi persistenti nonché ad incertezze che possono influenzare la qualità della vita.
Indicazioni della aspirina a basse dosi per la prevenzione primaria della malattia cardiovascolare e del cancro colorettale
La decisione di iniziare l’ uso di aspirina a bassa dose per la prevenzione primaria della malattia cardiovascolare e del cancro colorettale negli adulti di età compresa tra 60 e 69 anni che presentano un rischio di malattie cardiovascolari del 10% o superiore a 10 anni, dovrebbe essere individuale.
I soggetti che non sono a rischio aumentato di sanguinamento, hanno un'aspettativa di vita di almeno 10 anni e sono disposti ad assumere aspirina a bassa dose ogni giorno per almeno 10 anni sono più propensi a beneficiarne dell'uso
Le evidenze attuali non sono sufficienti per valutare le proporzioni precise dei benefici e dei danni derivanti dall'iniziare l'uso dell'aspirina per la prevenzione primaria della malattia cardiovascolare e del cancro colorettale negli adulti di età inferiore ai 50 anni o di età superiore ai 70 anni.
17 giugno 2023
Indici che se insieme patologici possono rappresentare una indicazione alla dialisi
albumina sierica
urea ematica
creatinina
potassio
fosforo
bicarbonato.
12 giugno 2023
Diabete mellito e infezioni
-una funzione leucocitaria compromessa
-una diminuzione della perfusione dei tessuti secondaria a malattie vascolari coesistenti
-un trauma ripetuto a causa della perdita di sensibilitá
-una ritenzione urinaria secondaria alla neuropatia
8 giugno 2023
Antidepressivi appartenenti alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
Citalopram: Seropram, Elopram, Felipram, Frimaind, Feliximir, Frimaind, Kaidor, Marpram, Percitale, Return, Ricap, Sintopram, Verisan
Escitalopram: Cipralex, Entact
Fluoxetina: Prozac, Fluoxeren, Azur, Clexiclor, Cloriflox, Diesan, Flotina, Ipsumor, Xeredien
Fluvoxamina: Dumirox, Fevarin, Maveral
Dapoxetina: Priligy
21 maggio 2023
Malattie renali croniche, quando rivolgersi al nefrologo
1) rapido declino dell'eGFR (>5 mL/min/1,73 m2 all'anno)
2) pazienti senza diabete ma con proteinuria importante (proteina urina 24 ore >500 mg, PCR >.5, urine, ACR urine >300 vedi nota),
3) pazienti con diabete e proteinuria >3 g o ematuria
4) gestione delle complicazioni (gestione metabolica, anomalie elettrolitiche, acidosi, ecc.)
Nota
L’analisi ACR (albumina, creatinina e rapporto albumina/creatinina) rileva la microalbuminuria nell’urina umana. La microalbuminuria è il primo segno clinico di malattia renale diabetica e malattia cardiovascolare. Un semplice test della microalbuminuria è estremamente efficiente quale indicatore precoce dell’insufficienza renale.
20 maggio 2023
Un biomarcatore per stimare la funzione renale, la cistatina C
La cistatina C è un inibitore della proteasi della cisteina, a basso peso molecolare, prodotta in tutte le cellule nucleate e ha un livello costante di produzione, ma aumenta in caso di scarsa funzionalità renale.
Pertanto, Il dosaggio di Cistatina C può servire a migliorare la stima del GFR in certi casi specifici
Tuttavia, i livelli di Cistatina C sono stati anche associati ai livelli degli eami tiroidei (aumenta nell'ipotiroidismo) e nell'infiammazione (aumenta), quindi i medici dovrebbero interpretare questo biomarcatore con cautela in questi casi
15 maggio 2023
Amiloidosi, prognosi
Amiloidosi primaria
la media di sopravvivenza è di 1 - 2 anni dopo la diagnosi
se coinvolgimento cardiaco: 6 mesi (la morte improvvisa, presumibilmente a causa di aritmie, è comune.)
se coinvolgimento renale: 21 mesi
Amiloidosi secondaria o reattiva
la sopravvivenza media è di ~11 anni a seconda della malattia sottostante.
Amiloidosi ereditaria o familiare
da 5 a 15 anni, in base al tipo di proteine precorritrici(sopravvivenza di 5 anni dopo il trapianto di fegato)
14 maggio 2023
Encefalite virale acuta, presentazione clinica
Inizialmente
febbre e segni di irritazione meningea
cefalea (la cefalea può essere localizzata nelle aree frontali o retro-orbitali e può essere associata alla fotofobia)
collo rigido (sebbene la rigidità del collo e il dolore siano frequenti il segno positivo di Kerning o di Brudzinski non sono sempre presenti all’esame
possibile nausea e vomito
In seguito
sviluppo di segni di disfunzione corticale: letargia, coma, stupore, debolezza, convulsioni, debolezza facciale, così come presenza di segni mesencefalici
segni cerebellari: atassia, nistagmo, ipotonia, mioclono, paralisi nervose craniche e riflessi tendinei anormali
In caso di pazienti con rabbia: idrofobia, ansia, intorpidimento facciale, psicosi, coma, o disartria
13 maggio 2023
Attacco ischemico transitorio. Misure mediche generali
Trattare il diabete mellito, i disturbi ematologici e l'ipertensione, preferibilmente con un inibitore dell'enzima convertitore dell'angiotensina o un bloccante del recettore dell'angiotensina.
Una statina deve essere iniziata indipendentemente dall'attuale livello di lipoproteina a bassa densità (LDL), anche se questa pratica è supportata solo da dati di studio randomizzati in pazienti con LDL di valori superiori a 100 mg/dL.
Il fumo di sigarette deve essere abolito e le fonti cardiache di embolizzazione devono essere trattate in modo appropriato.
La riduzione del peso e l’attività fisica regolare dovrebbero essere incoraggiate quando possibile
Un antipiastrinico o anticoagulante deve essere iniziato non appena l'imaging ha stabilito l'assenza di emorragia
Attacco ischemico transitorio, considerazioni e prevenzione
Nonostante la completa risoluzione dei sintomi, dal 20% al 50% dei pazienti sospettati clinicamente di aver subito un TIA presentano evidenze di infarto acuto dei tessuti alla risonanza magnetica.
La terapia antipiastrinica doppia nel TIA acuto e ictus minore è in fase di valutazione.
Un recente studio ha rivelato che tra i pazienti con TIA o ictus minore che possono essere trattati entro 24 ore dall’inizio dei sintomi, la terapia combinata di clopidogrel e aspirina è superiore a quella di sola aspirina per ridurre il rischio di ictus nei primi 90 giorni e non aumenta il rischio di emorragia.
Gli studi precedenti condotti tra il 1987 e il 2003 stimavano che il rischio di ictus o di una sindrome coronarica acuta era dal 12% al 20% nei primi 3 mesi dopo un TIA.
I nuovi dati stimano che il rischio ad 1 anno sia pari al 6,2%.
Un infarto multiplo all'imaging cerebrale, un'aterosclerosi arteriosa di vaste dimensioni e un punteggio ABCD2 di 6 o 7 sono stati associati a più che un raddoppio del rischio di ictus.
La prevenzione
È opportuno incoraggiare uno stile di vita sano e la gestione dei fattori di rischio cardiovascolare.
L'identificazione della resistenza all'insulina come fattore di rischio per ictus e infarto miocardico aumenta la possibilità che pioglitazone, che migliora la sensibilità all'insulina, possa essere di beneficio nei pazienti con malattia cerebrovascolare.
In uno studio recente che ha coinvolto pazienti senza storia di ictus ischemico o TIA, il rischio di ictus o MI è stato inferiore tra i pazienti che hanno ricevuto pioglitazone rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo.
Il pioglitazone è stato associato anche a un minor rischio di diabete, ma con un maggiore rischio di aumento di peso, edema e fratture.
Tremore a riposo
* Altre sindromi parkinsoniane (meno comunemente)
* Tremore mesencefalico: tremore di Holmes (tremore del mesencefalo, del nucleo
rosso, rubrale, o talamico): a riposo
* Malattia di Wilson (anche detta degenerazione epatocerebrale acquisita)
* Tremore essenziale, solo se grave: a riposo
Sindrome di Horner (Paresi Oculosimpatica)
Il tutto é dovuto:
o all'interruzione del simpatico all'apice del torace (ad esempio, sindrome di Pancoast)
o a sindrome paratrigeminale di Reader, dovuta ad irritazioni del nervo trigemino e caratterizzata da dolore emifacciale e paralisi del simpatico.
Anomalie pupillari
Pupilla di Adies: dilatazione unilaterale (80%), lenta reazione alla luce(5 min) e all'acomodamento; causa idiopatica
Sindrome di Horner (detta Paresi Oculosimpatica)
Ernia uncale (Ematoma subdurale, cronico)
Parlisi del III nervo cranico da aneurisma della carotide interna
Cause di dolore addominale non chirurgico
porfiria e avvelenamento da piombo
febbre mediterranea familiare
porpura trombotica trombocitopenica
crisi da anemia falciforme
emoglobinuria parossistica notturna (PNH)
porpora anafilattoide e altre vasculiti
orticaria pigmentosa e tutte le cause di orticaria
epilessia addominale?
10 maggio 2023
I farmaci antiaritmici da considerare nell'arresto cardiaco se permane una fibrillazione ventricolare refrattaria
Inizia la somministrazione dopo il terzo shock
- Amiodarone
- Lidocaina se l'amiodarone non è disponibile
- Magnesio solfato in caso di torsade de pointes o sospetta ipomagnesemia
7 maggio 2023
Adrenalina: la salvavita, uso nell'anafilassi
N.B. Nella fiala di adrenalina comunemente in uso è già in atto la diluizione 1:1000, poiché una fiala contiene 1mg di adrenalina solfato in 1 ml di acqua distillata
* Reazione pericolose per la vita: 0,5 mg (5 mL di una soluzione 1:10.000) (per i bambini: 0,05-0,10 mL/kg per dose) per via endovenosa lentamente.
Ripetere eventualmente dopo 5-15 min.
Come ottenere adrenalina 1:10000?
Diluire una fiala di adrenalina 1mg/1ml soluzione 1:1000 con 9 ml di soluzione fisiologica, in una siringa da 10 ml, per ottenere 10 ml di adrenalina 0.1mg/ml soluzione 1:10000.
N.b.: se l’ accesso venoso non è possibile, al suo posto può essere efficace quello endotracheo o intraosseo.
29 aprile 2023
Terapia antipiastrinica nel diabetico
Le persone con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari (CVD) necessitano di una terapia antipiastrinica in caso di prevenzione secondaria.
Questa terapia sarà solitamente rappresentata da aspirina a basse dosi (aspirina: 75 mg per via orale una volta al giorno o clopidogrel 75 mg per via orale una volta al giorno
La terapia antipiastrinica riduce il rischio di ictus, infarto miocardico o morte vascolare. Ù
Nella prevenzione primaria delle cardiovasculopatie il ruolo della terapia antipiastrinica, invece, è poco chiaro e le linee guida differiscono
Il National Institute for Health and Care Excellence raccomanda di evitare la terapia antipiastrinica di routine (aspirina o clopidogrel) negli adulti con diabete di tipo 2 senza malattie cardiovascolari.
Tutto ció perché l'aumento del rischio di sanguinamento maggiore è considerato superiore a qualsiasi potenziale beneficio.
Lo studio ASCEND confrontando aspirina a bassa dose con placebo in 15.480 adulti con diabete, ma senza cardiovasculopatie evidenti, ha rilevato che i benefici dell’ uso dell’ aspirina nel prevenire gravi eventi vascolari sono stati in gran parte controbilanciati dall’ aumento del rischio di eventi di sanguinamenti maggiori durante un follow-up medio di 7,4 anni.
Tuttavia, la Società Europea di Cardiologia (ESC)e l'Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) raccomandano di considerare l'aspirina a basse dosi per la prevenzione primaria delle cardiovasculopatie (CVD) in pazienti con diabete a rischio elevato/ molto elevato di CVD, a condizione che non ci siano controindicazioni chiare.
L’ ESC/EASD non raccomanda l’ aspirina per la prevenzione primaria nei pazienti a rischio lieve-moderato di CVD (ad esempio, pazienti di età inferiore a 50 anni con durata del diabete di tipo 2 <inferiore a 10 anni senza altri fattori di rischio).
L’ ESC/EASD raccomanda di considerare l’ uso concomitante di un inibitore della pompa protonica nei pazienti che assumono aspirina a bassa dose per ridurre il rischio di emorragia evidenziato dallo studio ASCEND (in cui tre quarti dei pazienti non assumevano un inibitore della pompa protonica).
26 aprile 2023
Magnesio e infarto del miocardio
La somministrazione profilattica nell’infarto miocardico acuto non migliora la mortalità, ma può ridurre le aritmie al costo di un aumento dell’ incidenza di ipotensione, bradicardia e flushing.
Le prove attuali non supportano il magnesio come trattamento efficace nella sindrome coronarica acuta.
Tuttavia, il magnesio supplementare è indicato in caso di ipomagnesemia e torsades de pointes.
L’ ipomagnesemia viene corretta con solfato di magnesio da 2 g e.v. in 30 fino a 60 minuti, mentre la torsade de pointes viene trattata con 1 -2 g per via endovenosa in 5 minuti.
Poiché la maggior parte del magnesio nel corpo è intracellulare, i pazienti ipomagnesiemici possono richiedere dosi di sostituzione multiple per raggiungere livelli normali.