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7 novembre 2022

Covid e odontoiatria: come la pandemia ha rivoluzionato gli studi dentistici


L’emergenza sanitaria internazionale, causata negli ultimi anni dalla diffusione del virus SARS-CoV-2, ha portato ad un impatto tale da costringere l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a dichiarare lo stato di emergenza. Lo scenario sanitario al quale abbiamo assistito ha stravolto le consuete attività alle quali si era abituati, mettendo alla luce le fragilità dell’intero sistema Paese e portando ad un considerevole mutamento del lavoro in tutte le attività professionali, che hanno dovuto affrontare il virus e riorganizzarsi per impedirne la diffusione.

Come riscontrato in altri settori, anche gli odontoiatri hanno dovuto affrontare il virus adottando nuovi metodi per il contenimento della pandemia: sono un esempio l’introduzione di mascherine FFP2 e FFP3 e di protocolli più rigidi per garantire una corretta igiene e sanificazione degli ambulatori. Per comprendere l’impatto del Covid sulla professione odontoiatrica è utile analizzare i dati di alcune ricerche, nazionali e internazionali, sulla diffusione del virus negli studi dentistici, riprese in un articolo di Zhermack, uno dei principali produttori e distributori internazionali di materiali e soluzioni per il settore dentale. In questo articolo vengono riassunte le tappe salienti delle normative volte al contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambulatori e viene messo in evidenza come le procedure già presenti tra gli addetti ai lavori abbiano davvero limitato la propagazione del virus in ambito odontoiatrico.

Durante la primavera del 2020, infatti, l’improvvisa e inaspettata proliferazione del virus ha avuto come diretta conseguenza l’applicazione di alcune particolari procedure, introdotte anche per i dentisti per limitare al minimo il rischio di contagio. In un primo momento, si è intervenuti posticipando gli appuntamenti che non rappresentavano un’urgenza. Le situazioni non differibili, quei casi in cui la posticipazione dell’intervento avrebbe determinato considerevoli svantaggi per il paziente, sono invece state evase dagli odontoiatri, costretti a lavorare adottando tutte le precauzioni necessarie.

Nella fase iniziale della diffusione del virus, quindi, in assenza di linee guida dettagliate, i dentisti sono riusciti a non interrompere del tutto la loro attività: previo screening telefonico ai pazienti per assicurarsi che fossero assenti i classici sintomi del COVID-19, programmavano appuntamenti solamente nei casi di urgenza. Alla diminuzione dei pazienti all’interno degli ambulatori si è aggiunto il rispetto di nuovi protocolli di sicurezza, che prevedevano l’obbligo di mascherina e la disinfezione delle mani. La necessità di garantire un elevato livello di sanificazione ha reso inoltre prioritario l’eliminazione di ogni tipo di strumento e oggetto, come ad esempio le riviste all’interno della sala di attesa, che potevano essere difficili da disinfettare.

Le restrizioni e le nuove procedure adottate dagli odontoiatri

Superata la prima fase di emergenza sanitaria, in Italia, sono state approvate e diffuse le nuove indicazioni operative da rispettare durante l’espletamento dell’attività odontoiatrica. Un documento che ha reso più chiare le procedure cliniche a cui fare riferimento, per garantire gli standard di sicurezza necessari per diminuire il rischio di contagio.

I protocolli già presenti all’interno degli studi dentistici, insieme alle nuove procedure di sicurezza, si sono quindi dimostrati degli ottimi strumenti per il contenimento delle infezioni. Dallo studio dell’agente patogeno COVID-19, infatti, emerge chiaramente come la trasmissione interumana del virus avviene principalmente attraverso lo scambio di goccioline di saliva e starnuti o attraverso il contatto diretto di oggetti infetti con le mucose orali dell’individuo. La presenza del virus nei fluidi corporei è stata sin da subito identificata come una delle principali fonti di trasmissione della malattia da coronavirus. Gli ambulatori odontoiatrici erano, quindi, identificati a pieno titolo come luoghi ad alto rischio di contagio: i trattamenti vengono infatti svolti all’interno della cavità orale del paziente e si utilizzano strumenti, come gli ablatori a ultrasuoni, che generano aerosol durante il loro utilizzo, contribuendo potenzialmente alla trasmissione aerea della patologia infettiva.

A conferma di come i dentisti abbiano saputo affrontare con tempismo i rischi derivanti dalla patologia infettiva causata dal SARS-CoV-2, vi è il rapporto dell’INAIL che, in seguito alla pandemia, non riscontra infortuni per i dipendenti degli studi odontoiatrici. Dati confermati a livello internazionale anche dall’American Dental Association: in una sua recente analisi sull’operato degli odontoiatri statunitensi, ha riscontrato un livello di contagio totale inferiore all’1%. Ulteriore riconoscimento, infine, viene dallo studio pubblicato su BMC Health Services Research, che ha evidenziato come le procedure adottate dagli igienisti dentali all’interno degli ambulatori siano state determinanti per abbattere il tasso di diffusione del virus nei confronti di pazienti e dipendenti, che sono stati preparati in modo adeguato ad affrontare il rischio di infezione.

L’analisi dell'excursus storico, delle procedure adottate dagli ambulatori odontoiatrici e di come queste abbiamo saputo contenere con ottimi risultati la diffusione del virus, porta a considerare questa tipologia di ambulatori dei luoghi estremamente sicuri. L’approccio adottato dalla professione odontoiatrica, infatti, è oggi diventato il punto di riferimento anche per gli altri professionisti del comparto medico, spinti a far propria quella vocazione preventiva insita nell’operato dei dentisti.

7 settembre 2022

Trattamento della nefropatia diabetica, in breve

Con l'insorgenza della microalbuminuria, è necessario un trattamento aggressivo.
Il rigoroso controllo glicemico deve essere raccomandato sin dall'inizio della nefropatia diabetica
I valori della pressione arteriosa devono essere adattati al singolo paziente: i pazienti con con microalbuminuria (30-300 mg/giorno) e GFR conservata e quelli con CVD significativo, probabilmente ottengono poco beneficio abbassando la pressione sanguigna molto al di sotto di 140/90 mm Hg, anche se le linee guida 2017 dell'American Heart Association sostengono il trattamento che ottiene valori di 130/80 mm Hg o meno.
Coloro che presentano proteinuria franca (soprattutto più di 1 g/giorno) invece, beneficiano di un obiettivo di PA inferiore a 130/80 mm Hg. 
Gli ACE inibitori e gli ARB nei pazienti con microalbuminuria abbassano il tasso di progressione della proteinuria franca e determinano una piú lenta progressione allo stadio finale della malattia renale, riducendo la pressione intraglomerulare e mediante effetti antifibrotici
I pazienti diabetici, specialmente quelli con nefropatia diabetica avanzata, sono a rischio relativamente elevato di insufficienza renale acuta (IRA) e iperkalemia con inibizione del sistema renina-angiotensina, quindi è prudente il monitoraggio della potassiemia e del GFR.
Un calo del GFR di più del 30% entro ~ 2 settimane dall’ inizio del trattamento di questa terapia, necessita di una riduzione della dose o di una interruzione della terapia se si verificano queste complicanze.

La terapia combinata sia con inibitori ARB e sia inibitori ACE non è assolutamente raccomandata a causa della mancanza di efficacia e dell'aumento degli eventi avversi quali iperkalemia e IRA. 

Oltre ai loro effetti cardioprotettivi, gli inibitori SGLT, tra cui canagliflozina e empagliflozina, rallentano la progressione della nefropatia diabetica precoce.
L’ uso di questi agenti può richiedere una riduzione del dosaggio dei diuretico nei pazienti che necessitano di natriuresi e non deve essere utilizzato nella nefropatia diabetica avanzato.
Il trattamento di altri fattori di rischio cardiovascolare e l'obesità è fondamentale.
Molti pazienti con diabete hanno condizioni di comorbiditá multiple; quindi, nei pazienti con malattia renale allo stadio finale che progrediscono verso la dialisi, la mortalità nei primi 5 anni è alta.
I pazienti che sono relativamente in discrete condizioni, tuttavia, beneficiano del trapianto renale.

6 settembre 2022

GLIFLOZINE! Finalmente Vincenzo Manganiello ci ha spiegato che cosa sono le gliflozine

Sono come dice il carissimo Vincenzo dei semplicissimi diuretici osmotici che a differenza del mannitolo sono somministrate per os e che a differenza dei diuretici tradizionali dello scompenso cardiaco (gli ormai noti diuretici dell'ansa) lavorano su altre frazioni del tubulo.

Le gliflozine agiscono in modo importante anche bloccando a livello renale il riassorbimento del glucosio...ma stiamo attenti perché la perdita di glucosio puó innescare una neoglucogenesi a livello della massa muscolare e causare sarcopenia e debolezza..

Adesso spiegatemi gli altri vantaggi

Grazie Vincenzo!

27 agosto 2022

Emergenze ipertensive, concetti importanti

In presenza di gravi urgenze ipertensive con evidenza di danni agli organi finali, si devono impiegare farmaci per infusione endovenosa lenta con uno stretto monitoraggio per il miglior controllo.

Il trattamento di una grave urgenza ipertensiva senza prove di danni acuti agli organi finali è controverso.

Evitare di abbassare rapidamente la pressione arteriosa in ambienti preospedalieri

La scelta del trattamento dipende dall'organo o dagli organi bersaglio colpiti.

Esmolol, nitroprussiato e ACE inibitori sono controindicati in gravidanza.

17 agosto 2022

Infarto miocardico acuto, cause

Malattia  aterosclerotica cardiaca  (nella maggior parte dei casi)


Vasospasmo coronarico

Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva

Stenosi aortica

Insufficienza aortica (grave)

Aumento della domanda metabolica: ipertiroidismo, anemia, tachicardia

Sindrome X

Cause rare: anomalie coronariche congenite, emboli, dissezione spontanea dell’arteria coronarica, vasculite, ad esempio, malattia di Kawasaki o malattia di Takayasu

15 agosto 2022

Artrite della articolazione acromio-clavicolare, diagnosi differenziale


Disturbi della cuffia dei rotatori (tendinopatia, parziale, e completa rottura)


Capsulite adesiva (più comune nei pazienti anziani o nei pazienti con diabete, disturbi tiroidei)


Instabilità della spalla (anamnesi di dislocazione)


Artrite glenoomerale (articolazione glenoomerale)


Tendinite del bicipite


Dolore riferito (causa estrinseca come irritazione subdiaframmatica): meno probabile, di solito correla con i sintomi sistemici

14 agosto 2022

Ecocadiogramma nella cardiomiopatia da stress



Ridotta funzione sistolica del ventricolo sinistro


Funzione diastolica anormale, compresa l'evidenza di aumento delle pressioni di riempimento


Anomalie di movimento parietale regionale evidenziabili in uno dei seguenti modelli:

-classico o “takotsubo-type” palloncino dell’apice con base ipercontrattile

-Takotsubo inverso”: ipercontrattilità apicale con acinesia basale

-medioventricolare: akinesia con ipercontrattilità apicale e basale

-acinesia focale o localizzata di un segmento isolato


Gradiente intracavitario dinamico del ventricolo sinistro


Riurgito Mitralico


Coinvolgimento variabile del ventricolo destro

Complicanze dell'ipertensione


L’ipertensione è spesso definita “l’assassino silenzioso”. 

Questa terminologia minacciosa si riferisce al fatto che questa condizione spesso si presente senza alcun sintomo discernibile, il che a volte può ritardare un trattamento

efficace e tempestivo


Una delle maggiori preoccupazioni che desta l'ipertensione incontrollata è il rischio di danni agli organi finali


L'ipertensione non controllata può portare a gravi complicanze tra cui: 

infarto miocardico

ictus

malattia arteriosa periferica

retinopatia 

insufficienza renale

Insuline in breve


Analoghi ad azione rapida

lispro (Humalog), aspart (Novolog), glulisine (Apidra): durata d’azione da 3 a 5 ore


ultraapida (Fiasp e lispro-aabc) insorgenza più rapida


Gli analoghi hanno un rischio ipoglicemico inferiore rispetto all’ NPH e all’insulina regolare, ma sono più costosi


Effetti neutri sui risultati cardiovascolari




Analoghi dell’ insulina basale


glargine U-100 (Lantus): durata da 22 a 24 ore

Glargine U-300 (Toujeo): durata 36 ore


detemir (Levemir): durata 21,5 ore


degludec U-100, U-200 (Tresiba): durata 42 ore

12 agosto 2022

Sepsi di origine sconosciuta, possibile terapia empirica

Piperacillin/tazobactam 4.5 g ogni 6h oppure meropenem 2 g ogni 8h 

piú 

-vancomicina 1 g ogni 12h 


piú


-tobramicina 7 mg/kg ogni 24h



N.b. Ottenere appropriati studi di imaging, in particolare di addome, bacino, sistema nervoso centrale

Disturbi qualitativi acquisiti della funzionalitá piastrinica


I disturbi acquisiti della funzione piastrinica sono osservati comunemente, perché le piastrine sono l'obiettivo di farmaci utilizzati per prevenire la trombosi dello stent arterioso e cardiaco.

L’ emorragia spontanea non è comune, ma l’emorragia derivante da traumi o interventi chirurgici può essere un problema clinico significativo.

Poiché molti pazienti possono essere trattati con più agenti antipiastrinici o anticoagulanti contemporaneamente, è necessario riconoscere il rischio di sanguinamento.

I disturbi qualitativi acquisiti della funzione piastrinica possono essere dovuti a:

farmaci

malattie ematologiche

malattie mediche

I farmaci sono la causa più comune di disfunzione piastrinica acquisita con diversi rischi di sanguinamento.

L'aspirina provoca acetilazione irreversibile della cicloossigenasi I (COX-1) e inibisce la generazione di prostaglandina A2.
Sebbene sia considerata un agente antipiastrinico debole con una resistenza fino al 25%, l'aspirina aumenta il rischio di sanguinamento in pazienti altrimenti normali.
Il sanguinamento maggiore è stato osservato fino al 3,7% dei pazienti e, quando l’ aspirina viene usata in associazione con altri agenti antipiastrinici o in pazienti con disturbi di sanguinamento sottostanti, il rischio di sanguinamento è più elevato.


Il Clopidogrel (Plavix) è un profarmaco della tienopiridina, e il metabolita attivo inibisce irreversibilmente il recettore superficiale P2Y12 sulle piastrine.

Negli studi clinici il rischio di sanguinamento maggiore nei pazienti che assumono clopidogrel era simile a quello descritto con aspirina.

Clopidogrel può aumentare significativamente il sanguinamento dopo l’ intervento chirurgico.

Gli antagonisti del recettore GPIIb/IIIa utilizzati dopo il posizionamento dello stent cardiaco inibiscono l'aggregazione piastrinica e possono indurre trombocitopenia grave.



Le neoplasie del midollo osseo possono produrre piastrine che funzionano male o alterare la funzione piastrinica influenzando il vWF.

I disturbi mieloproliferativi e mielodisplastici possono produrre piastrine con un numero ridotto di granuli e possono associarsi ad un aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale e ad un sanguinamento dopo procedure invasive.




La malattia di von Willebrand è una causa rara di emorragie anomali. Essa può essere osservata nei pazienti con:

malattia linfoproliferativa

mieloma multiplo e

macroglobulinemia di Waldenström.




Le malattie sistemiche possono alterare le piastrine e aumentare il rischio di emorragia.

L'Insufficienza renale acuta e cronica sono cause comuni di anomalie della funzione piastrinica.

Nell'uremia, le complicazioni emorragiche comprendono sanguinamento gastrointestinale maggiore, sanguinamento pericardiaco e sanguinamento intracranico.




Si ritiene che il sanguinamento nell'insufficienza renale sia multifattoriale e includa un rilascio ridotto di granuli piastrinici, una diminuzione della formazione di prostaglandina, disfunzione del vWF e presenza di anemia grave.




Il trattamento efficace comprende:

il miglioramento dell’ anemia con eritropoietina (Epogen)1

o

desmopressina (DDAVP)1

o

estrogeni coniugati (Premarin).1

9 agosto 2022

Infarto del miocardio da cocaina o metanfetamina

Evita i β-bloccanti negli utilizzatori di cocaina o metanfetamina.

3 agosto 2022

Calze compressive: come curare disturbi alle gambe


Specialmente d’estate, dovendo portare avanti la propria routine quando fa molto caldo, i disturbi degli arti inferiori potrebbero accentuarsi. I sintomi sono molto evidenti: dolore, stanchezza, affaticamento, pesantezza. Ecco come risolverli con le calze compressive

Le calze compressive sono dispositivi sanitari che garantiscono una corretta circolazione del sangue lungo gli arti inferiori. Quando siamo costretti a rimanere in piedi per lungo tempo, infatti, la circolazione potrebbe essere inferiore al necessario, causando dolori e ristagno di liquidi. Questa è la ragione per cui le calze a compressione graduale, applicando la giusta pressione sugli arti inferiori, riescono a coadiuvare l’attività del cuore, migliorando la spinta del sangue nei vasi.

 Come funzionano le calze a compressione graduale?

Lo scopo di questo dispositivo sanitario, acquistabile in sanitaria ortopedia, è conciliare estetica a funzionalità. Le calze elastiche, infatti, sono strutturate in modo da offrire diversi livelli di pressione: molto più alta sui piedi e meno intensa sui polpacci e sulle ginocchia. Questa conformazione aiuterà a svuotare le vene, spingendo il sangue poco ossigenato verso il cuore.

In altre parole, indossando le calze a compressione graduale, si avvertirà un sollievo molto simile a quello che si prova in posizione supina, quando la circolazione è favorita dalla postura orizzontale. L’estetica, poi, non è mai trascurata. Esattamente come le calze normali, sono disponibili in diversi modelli, colori e fantasie. Sarà possibile indossarle durante tutta la giornata senza che nessuno noti la differenza!

I vantaggi saranno subito evidenti. Fra gli effetti benefici più comuni segnaliamo la prevenzione del ristagno di liquidi, prevenzione di vene varicose, agevolazione dell’ossigenazione muscolare e circolazione sanguigna.

Tutti i tipi di calze compressive

Non tutte le calze compressive sono uguali. Ogni modello è adatto per una determinata situazione clinica. Questa è la ragione per cui prima di acquistarle si dovrebbe chiedere un parere al proprio medico di fiducia, il quale saprò indicare il prodotto adatto. Fra i dispositivi più popolari menzioniamo.

·       Calze per favorire la circolazione: indicate in caso di lievi disfunzioni o in ottica preventiva. Il parere del medico è importante per capire quale tipologia di compressione si necessita. Alcuni modelli sono consigliati anche in funzione antitrombotica.

·       Calze compressive postoperatorie: utilissime specialmente per affrontare il periodo di immobilità successivo a interventi chirurgici agli arti inferiori.

·       Calze terapeutiche: molto utili in caso di patologie conclamate. Il loro grado di pressione deve essere indicato dal medico curante in base al tipo di disturbo target.

Come usare le calze compressive?

Le calze compressive, essendo dispositivi medici, sono totalmente sicure. Il loro utilizzo è compatibile con la regolare routine lavorativa. Andrebbero indossate al mattino, prima di iniziare ogni attività (anche casalinga). L’ideale sarebbe indossarle quando si è ancora nel letto e la circolazione è ideale per via della posizione orizzontale. Il periodo in cui vanno utilizzate è in genere stabilito dal medico curante. In ottica preventiva vengono utilizzate al bisogno (e specialmente durante la stagione estiva), in ottica curativa – invece – il loro impiego varia in base alla gravità della patologia o alla lunghezza del recupero post-operatorio.

2 agosto 2022

DOXICICLINA

Dosaggio adulti


Infezioni batteriche

• Infezioni da lieve a moderate: Inizia con un dosaggio per os da 100 mg, poi 100 mg/giorno 


• Infezioni gravi: 100 mg  per os (PO) due volte al di


Infezioni da Chlamydia; infezioni uretrali, endocervicali o rettali semplici

•100 mg PO due volte al di x 7 giorni


Infezioni da Chlamydia, uretrite non gonococco causata da C.trachomatis/U. urealyticum

100 mg PO due volte al di x 7 giorni


Acne vulgaris, grave

• Iniziare con 100 mg PO x 1 giorno; poi 100 mg PO al giorno


Malattia di Lyme, prontamente diagnosticata senza / o con sintomi neurologici

• 100 mg PO due volte al di  x 14-21 giorni; 100 mg PO per l'artrite di lyme


Epididimite

• 100 mg PO due volte al di x 10 giorni


Profilassi della malaria

• 100 mg PO al giorno; iniziare 1-2 giorni prima dell'esposizione e continuare fino a 4 settimane dopo l'esposizione


Sifilide (primaria, secondaria, latente precoce)

• 100 mg PO due volte al di wwwx 14 giorni se il paziente allergico alla penicillina


Sifilide (>1 anno di durata)

• 100 mg per os x 28 giorni se paz. penicillina alergico


Antrace inalatorio (post esposizione)

• 100 mg PO per 2 volte al viorno x 60 giorni


Antrace cutaneo

• 100 mg PO  x 7-10 giorni; dare x 60 giorni in totale, se vi é sospetto di bioterrorismo


Periodontite 

• 20 mg di offerta PO come aggiunta alla scalabilità e alla pianificazione radice

• 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti; può continuare fino a 9 mesi


Faringite (Acute)[ non approvato da FDA]

• 200 mg PO inizialmente, poi 100 mg per os al giorno


Malaria [non approvato dalla FDA]

• 100 mg PO x 7 giorni


Esacerbazione della BPCO[non approvato dalla FDA]

• 100 mg PO due volte al di




Indicazioni

• Infezioni batteriche causate da ceppi sensibili di batteri gram-positivi e gram-negativi

• Febbre delle Montagne Rocciose, febbre tifo e gruppo tifo, febbre Q, vaiolo da rickettsia e febbre da zecche causate da Rickettsiae

• Trachoma e infezioni sensibili quando le penicilline sono controindicate

• Amebiasi intestinale acuta

• Antrace inalaorio (post-esposizione) e antrace cutaneo

• Gonorrea e sifilide in pazienti penicillina-allergici

• Prevenzione di esacerbazioni della bronchite cronica

• Lesioni infiammatorie associate alla rosacea (solo Efracea)

• Profilassi della malaria causata da Plasmodium falciparum

• acne grave

• Per ridurre la profondità delle tasche nei pazienti con parodontite. (Periostat)




Controindicazioni

• Ipersensibilità alle tetracicline

• Gravidanza

• Bambini al di sotto di 8 anni


Avvertenze Black Box

• Insufficienza renale: Nessun aggiustamento della dose

Regolazione della dose epatica

• Compromissione epatica: Uso con cautela; aggiustamenti della dose non definiti


Avvertenze/Precauzioni

• Doxiciclina non è il farmaco di scelta per qualsiasi tipo di infezioni stafiilococciche

• Si devono effettuare test di cultura e sensibilità per determinare l'organismo causale e la sua sensibilità al farmaco


• L’ uso di tetracicline, inclusa la doxiciclina, durante lo sviluppo dei denti (ultima metà della gravidanza, dell’ infanzia e dell’ infanzia fino all’ età di 8 anni) può causare lo scolorimento permanente dei denti. 

Quindi la doxiciclina non deve essere usato in questa fascia di età, a meno che non si tratti l'antrace per inalazione o se altri farmaci non sono efficaci o sono controindicati

• L'uso di questo farmaco può causare una crescita eccessiva di organismi non usscettibili particolarmente funghi. Istituire terapia appropriata se si sviluppano nuove infezioni

• Le tetracicline possono causare fotosensibilità e pseudotumore cerebri (evitare l’ uso con isotretinoina)

• La fotosensibilità manifestata da una reazione esagerata da ustioni solari è stata osservata in alcuni individui che assumono tetracicline. 

Evitare l'esposizione alla luce solare o alla luce ultravioletta durante l'uso

• Utilizzare con cautela in preesistente insufficienza epatica. 

Dosi > 2 g/giorno sono associate a insufficienza epatica. Monitorare le prove di funzionalitá  ed evitare altri farmaci epatotossici

• L’ uso prolungato per via ev. può causare tromboflebite. Istituire una terapia orale ogni volta che sia possibile

• Fontanelle gonfie nei neonati e ipertensione intracranica benigna negli adulti sono stati segnalati in individui che ricevono tetracicline

• La doxiciclina può diminuire l’ efficacia dei contraccettivi orali

• Misurare azotemia, creatinina sierica, emocromo e prove di funzionalitá epatica se la terapia é prolungata


• Non somministrare antiacidi o integratori di calcio entro 2 ore dalla doxiciclina

• La diarrea associata Clostridium difficile è stata riportata con l'uso di quasi tutti gli agenti antibatterici

• L’ uso con metossiflurano riportato per causare tossicità renale fatale


Attenzione:

Usa con cautela

• Insufficienza renale

• Insufficienza epatica

• SLE

• Popolazione geriatrica

• Popolazione pediatrica < 8 anni

• Allattamento



Informazioni supplementari ai pazienti

• I pazienti che si sottopongono alla profilassi antimalarica devono essere avvisati che non garantisce protezione e devono essere adottate altre misure per prevenire le punture di zanzara. 

I pazienti devono essere informati su quando e quanto tempo debbano fare la profilassi

26 luglio 2022

Trapianto capelli in Svizzera: quali sono i costi medi?


Il trapianto capelli Svizzera è scelto da sempre più persone per risolvere i problemi di calvizie e di alopecia. Nel corso degli anni la tecnologia e la ricerca hanno consentito di ideare soluzioni ottimali per combattere la caduta dei capelli e trovare una soluzione per milioni di persone.

La perdita della chioma per moltissime persone è un vero e proprio dramma. Da un giorno all’altro si iniziano a trovare troppi capelli nella spazzola, dopo lo shampoo o nel cuscino la mattina. Con il tempo le aree rade aumentano, mentre la frustrazione diviene sempre più insostenibile. I capelli, d’altronde, sono da sempre un elemento di seduzione, che consente di definire la propria personalità.

Chi si ritrova a perdere la chioma dunque avverte un immenso senso di vuoto. Non si riconosce più allo specchio, spesso fatica a uscire e si chiude in sé stesso, con il rischio di sviluppare ansia e depressione. Per fortuna oggi esiste il trapianto capelli, un intervento sicuro ed efficace per raggiungere ottimi risultati.

Trapianto capelli in Svizzera: a chi rivolgersi


Chi vuole effettuare un trapianto di capelli ha varie strade di fronte a sé. In ogni caso è sempre preferibile rivolgersi a uno specialista del settore e a un team di medici preparati e competenti per non rischiare di ritrovarsi cicatrici o di avere problemi nel periodo post operatorio. Fra le mete più ambite del momento per effettuare questo intervento c’è la Svizzera.

In questo paese infatti si possono trovare cliniche di alto livello, con prezzi convenienti e tantissima professionalità. Il Ticino, ad esempio, si trova a pochi passi dall’Italia e garantisce tanti vantaggi per chi vuole effettuare un trapianto di capelli.

La Clinica del Capello risolve tutti i problemi di calvizie, sia per uomini che per donne, con soluzioni in Ticino che vanno dall’infoltimento al trapianto. Sono tutte proposte studiate ad hoc per andare incontro alle esigenze della persona, ai suoi bisogni e al suo stile di vita. Il tutto a prezzi sempre accessibili.

Quanto costa


La Clinica del Capello offre pacchetti e offerte specifiche per i propri clienti, garantendo sempre costi ottimi. Parliamo di specialisti da oltre 20 anni con uno staff formato nei migliori istituti europei. L’istituto offre anche un'assistenza post-trattamento, per garantire comfort e tranquillità ai clienti. I prezzi sono vantaggiosi e c’è la possibilità di pagamenti anche a rate.

Per scoprire meglio il mondo di questo istituto e le offerte per il trapianto capelli Svizzera, basterà visitare il sito ufficiale all’indirizzo www.laclinicadelcapello.ch.
I vantaggi

La società ha una missione: aiutare chi ha perso i capelli a ritrovare il sorriso. Per questo motivo investe ogni giorno nella ricerca, per sviluppare trattamenti che siano all’avanguardia ed eccezionali sistemi per l’infoltimento dei capelli naturali. Ai clienti viene offerta la possibilità di usare e provare qualsiasi prodotto tecnico, protesi oppure sistema di infoltimento, regalando il meglio, ma ad un prezzo molto più basso degli altri.

Perché i prezzi sono più bassi? Non c’è nessun inganno dietro, ma una scelta ben precisa. La Clinica del Capello non rinuncia alla qualità e la garantisce sempre. I prodotti però costano di meno grazie agli accordi che l’istituto ha concluso interagendo direttamente con i vari produttori senza dover passare attraverso degli altri intermediari. Questo fa sì che i costi si abbassano sensibilmente.

Non solo: La Clinica del Capello negli anni ha instaurato diverse collaborazioni. Grazie a ciò oggi dispone di una fitta rete di assistenza commerciale e tecnica, che si avvale dell’aiuto e della professionalità dei migliori chirurghi e dermatologi in circolazione, per offrire soluzioni a 360 gradi.

18 giugno 2022

Metformina e acidosi lattica?


L' acidosi lattica, é una complicazione metabolica rara, ma grave che  può verificarsi a causa dell'uso di metformina. 

È fatale nel 50% dei casi e si verifica in associazione con diverse patologie, tra cui il diabete mellito, l'ipoperfusione tessutale significativa e l'ipossiemia. 



I risultati di laboratorio evidenziano:


*pH basso

*aumento del gap anico e aumento del lattato nel sangue (>5 mmol/L) 

*aumento del rapporto lattato/piruvato. 

*livello plasmatico di metformina >5 mcg/mL implicato come causa di acidosi lattica



La maggior parte dei casi di acidosi lattica indotta da metformina nei pazienti diabetici si verifica in quelli con insufficienza renale significativa e ipoperfusione renale. 


Il rischio di acidosi lattica aumenta con il grado di disfunzione renale e con l’età del paziente. 


Il rischio aumenta ulteriormente con la sepsi, la disidratazione, l'insufficienza epatica, l'assunzione di alcol in eccesso e l'insufficienza cardiaca congestizia acuta, particolarmente in quei pazienti con insufficienza cardiaca instabile o acuta instabile o  insufficienza cardiaca congestizia che sono a rischio di ipoperfusione e ipossiemia


Il rischio di acidosi lattica può essere ridotto grazie ad un regolare monitoraggio della funzione renale nei pazienti che assumono metformina, in particolare nei pazienti anziani. 


Misurare sempre il livello di creatinina prima di iniziare la terapia e successivamente periodicamente. 


Interrompere tempestivamente il trattamento con metformina in presenza di qualsiasi condizione associata a ipossiemia, disidratazione o sepsi e sospendere temporaneamente prima di qualsiasi studio con radiocontrasto endovenoso e di qualsiasi intervento chirurgico. 


Evitare in caso di malattie epatiche attive


Quadro clinico

L'insorgenza di una acidosi lattica è subdola con sintomi non specifici come malessere, mialgie, angoscia respiratoria, aumento della sonnolenza e disagio addominale non specifico, associato a ipotermia, ipotensione e bradiaritmie resistenti. 

Ricordare che l'insorgenza di sintomi gastrointestinali dopo la stabilizzazione della dose di metformina potrebbe essere dovuta all’ acidosi lattica o ad altre malattie. 


I pazienti devono essere consapevoli di questi sintomi e devono essere istruiti a informare immediatamente il medico se si verificano. 

Sospendere il trattamento fino a quando la situazione non è chiarita


Sospettare l' acidosi lattica in qualsiasi paziente diabetico con acidosi metabolica priva di evidenza di chetoacidosi


I lattati plasmatici a digiuno al di sopra del limite superiore della norma ma inferiori a 5 mmol/L non indicano necessariamente una imminente acidosi lattica

Questi valori possono essere dovuti a diabete o obesità malcontrollata, attività fisica vigorosa, o problemi tecnici nella manipolazione del campione di sangue.


Se si sospetta acidosi lattica Interrompere la somministrazione di metformina e ricoverare immediatamente il paziente. 


Monitorare gli elettroliti sierici, i chetoni, il glucosio nel sangue, pH nel sangue, i livelli di lattato e di metformina e utilizzare una emodialisi rapidaper correggere l'acidosi e rimuovere la metformina accumulata

Questa manovra si tradurrà in tempestiva inversione dei sintomi e miglioramento