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25 settembre 2020
Analizzando la ludopatia
(Pixabay) |
In particolare nel 2013 il DSM-5 ha inquadrato il gioco d’azzardo nella categoria delle cosiddette dipendenze comportamentali.
Non ci sono dubbi su quanto possa essere pericoloso il gioco d’azzardo patologico. La persona che ne è affetta sente un impulso irrefrenabile a giocare. Molte volte si innesca un meccanismo a vortice per cui si continua testardamente a giocare, e quindi inevitabilmente si perdono fior di soldi.
Proprio per questi motivi le leggi nazionali impongono a tutti i professionisti del settore di ricordare sempre i rischi di questa patologia, come quando si parla di bonus casino senza deposito.
Il giocatore patologico spesso non riesce ad ammettere di avere un problema, e questo va a peggiorare la condizione dei suoi cari e familiari.
È necessario rivolgersi a centri specializzati sui disturbi psicologici per la terapia della ludopatia. Le sedi ASL di ogni regione sono i punti di riferimento principale che possono indirizzare alle strutture più adeguate in base a ciascun caso specifico.
La ludopatia nella sua forma meno impattante può anche colpire giovani o adulti rispetto a giochi che non coinvolgono l’uso di denaro. Ma la condizione è ugualmente allarmante per le potenzialità di impatto sulla vita privata. Spesso i ludopatici rimangono per la maggior parte della giornata davanti a uno schermo a giocare, condizionando la loro socialità in modi estremi.
Una malattia “nuova” a cui si dovrebbe dare maggiore spolvero poiché con l’avanzare delle tecnologie digitali può affacciarsi a sempre maggiori fasce della popolazione.
24 settembre 2020
Orticaria ed angioedema, cause
Morsi di artropodi (morsi di insetti)
Farmaci (su base non allergica): codeina, morfina
Fattori fisici: calore, freddo, sole, pressione, acqua, vibrazione
Orticaria colinergica: esercizio fisico, eccitazione, docce calde
Farmaci (su base allergica): penicillina, aspirina
Altre cause allergiche: piume, peli di animali, molluschi, pomodori, fragole, vaccini, sostanze chimiche, cosmetici
Infezione, ad esempio, otite media, sinusite, epatite
Malattia da siero
Angioedema: mediato da complemento (ereditario o acquisito), ACE inibitori
Affaticamento generalizzato, cause possibili
Infezioni
HIV, TBC, malattia di Lyme, endocardite, epatite, sinusite, infezione da funghi, EBV, malaria (fase cronica)
Malattia infiammatoria
polimialgia reumatica, sindrome da affaticamento cronica, fibromialgia, sarcoidosi
Cancro
GI, seno, prostata, leucemia, linfoma, metastasi
Cause psichiatriche
depressione, alcolismo, ansia cronica
Cause metaboliche
ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete mellito, malattia di Addison, iperparatiroidismo, ipogonadismo, ipopituitarismo (TSH, ACTH, carenza di ormone della crescita), malattia di McArdle
Disturbi elettrolitici
ipercalcemia, ipocalcemia, iposodiemia, iponatremia, ipomagnesemia
Nutrizione, carenza di vitamine
Starvazione, obesità, carenza di ferro, carenza di vitamina B12, carenza di acido folico, carenza di vitamina C (scorbuto), carenza di tiamina (beriberi)
Cause neurologiche
sclerosi multipla, miastenia grave, demenza
Cause cardiache
insufficienza cardiaca, coronaropatia, malattia valvolare, cardiomiopatia
Cause polmonari
polmonite, ipertensione polmonare, emboli polmonari cronici, sarcoidosi
Disturbi del sonno
apnea nel sonno, insonnia, sindrome delle gambe senza riposo
Malattie gastrointestinali
malattia celiaca, morbo di Crohn, colite ulcerosa, epatite cronica, cirrosi
Malattie ematologiche
anemia
Insufficienza renale
Farmaci
antistaminici, narcotici, betabloccanti, molti altri farmaci
22 settembre 2020
Sacubitril
Sacubitril è un farmaco antiipertensivo usato in combinazione con valsartan.
La combinazione sacubitril/valsartan, consiste nell'associazione tra l'inibitore della neprilisina, il sacubitril e l'antagonista del recettore dell'angiotensina II, valsartan, in un rapporto molecolare di 1:1.
Il farmaco è venduto dalla società farmaceutica Novartis Farma con il nome commerciale di Entresto
Indicazioni
trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica cronica con ridotta frazione di eiezione
Formulazioni
compresse da 24 mg/26 mg, 49 mg/51 mg, 97 mg/103 mg.
Come agisce sacubitril
Sacubitril è un profarmaco che inibisce la neprilisina tramite il metabolita attivo sacubitrilat determinando in tal modo un aumento dei livelli di alcuni pepdtidi, incluso i peptidi natriureutici.
Sacubitrilat inibisce l'enzima neprilisina, che è responsabile della degradazione del peptide natriuretico atriale (ANP) e del peptide natriuretico cerebrale (BNP), due peptidi che hanno come effetto la riduzione della pressione arteriosa, principalmente attraverso un meccanismo di riduzione del volume plasmatico(volemia)vasodilatazione, natriuresi e diuresi.
Inoltre si ha aumento della velocità di filtrazione glomerulare e del flusso ematico renale con inibizione del rilascio di renina e di aldosterone associati a riduzione dell'attività del sistema ortosimpatico e un'azione antiipertrofica e antifibrotica.
Lo studio PARADIGM-HF ha evidenziato come l'associazione sacubitril/valsartan fosse superiore al solo enalapril, riducendo il rischio di morte cardiovascolare e le ospedalizzazioni da insufficienza cardiaca.
Indicazioni del Sacubitril/valsartan
Sacubitril/valsartan trova indicazione nei pazienti adulti per il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica cronica, caratterizzata da una ridotta frazione di eiezione.
Il farmaco riduce il rischio di morte cardiovascolare e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica (Classe NYHA II-IV) e ridotta frazione di eiezione.
È somministrato in associazione ad altre terapie per lo scompenso cardiaco, in sostituzione di ACE inibitori o di antagonisti del recettore dell'angiotensina II (ARB o sartani).
Dosaggio
Sacubitril/valsartan può essere assunto indipendentemente dai pasti, due volte al giorno.
La dose iniziale raccomandata di sacubitril/valsartan è di una compressa da 49 mg/51 mg, due volte al giorno. Questa dose può essere raddoppiata ogni 2-4 settimane, fino a raggiungere la dose ritenuta ottimale di una compressa da 97 mg/103 mg, sempre due volte al giorno, valutando la tollerabilità del paziente
Controindicazioni
Sacubitril/valsartan è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti della forma farmaceutica. Il farmaco è inoltre controindicato in soggetti con angioedema ereditario o correlato ad un precedente trattamento con ACE inibitore o ARB.
Sacubitril/valsartan è inoltre controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
19 settembre 2020
Farmaci e disfunzione piastrinica
Farmaci e disfunzione piastrinica
I farmaci sono la causa più comune di disfunzione piastrinica acquisita con rischi diversi di sanguinamento dovuti ai diversi target di azione.
1)L’ aspirina causa acetilazione irreversibile della cicloossigenasi I (COX-1) e inibisce la produzione di prostaglandina A2.
Sebbene sia considerato un debole agente antipiastrinico, l’ aspirina aumenta il rischio di sanguinamento in pazienti altrimenti normali.
Una emorragia maggiore è stata osservata fino al 3,7% dei pazienti e, quando l’ aspirina viene usata in associazione ad altri agenti antipiastrinici o in pazienti con sanguinamenti sottostanti, il rischio di sanguinamento è più elevato.
2)Clopidogrel (Plavix) è un profarmaco della tienopiridina ed il suo metabolita attivo inibisce irreversibilmente il recettore di superficie P2Y12 sulle piastrine.
Negli studi clinici il rischio di un sanguinamento maggiore nei pazienti che assumono clopidogrel è stato simile a quello descritto per l'aspirina.
Il Clopidogrel può aumentare significativamente l’ emorragia dopo un intervento chirurgico.
3)Gli antagonisti dei recettori GPIIb/IIIa utilizzati dopo il collocamento di uno stent cardiaco inibiscono l’ aggregazione piastrinica e possono indurre una grave trombocitopenia.
Sepsi di origine sconosciuta, possibile terapia antibiotica
1)Piperacillina/tazobactam 4,5 g ogni 6 ore
(o meropenem 2 g ogni 8 ore)
più
2)vancomicina 1 g q ogni 12 ore
più
3)tobramicina 7 mg/kg ogni 24 ore
studiare appropriatamente le immagini, specialmente di addome, pelvi, sistema nervoso centrale!
15 settembre 2020
Test di Coombs diretto positivo
Malattia emolitica del neonato
Reazione alla transfusione, emolitica
Anemia emolitica autoimmune
Indotta da farmaci: metildopa (Aldomet); penicillina; cefalosporine; chinidina, insulina, sulfonamidi; fenacetina
Anemia emolitica autoimmune da anticorpi caldi
Anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi
Emoglobinuria parossistica a frigore
Condizioni associate a D-dimeri elevati
Tromboembolismo venoso
DIC
Chirurgia
Trauma
Ustioni
Infezioni
Gravidanza e puerperio
Malignità
Infarto miocardico
Stroke
Fibrillazione atriale
Patologie del tessuto connettivo
Malattia infiammatoria dell'intestino
Terapia trombolitica
Emolisi
Morso di serpente
Crisi vaso-occlusiva cellulare falciforme
Insufficienza renale
Insufficienza cardiaca
Età avanzata
CARNITINA
La carnitina è un composto derivato dagli aminoacidi lisina e metionina.
La carnitina è necessaria per il trasporto di acidi grassi a catena lunga tra le membrane mitocondriali, dove puó essere utilizzata per la beta-ossidazione e la produzione di adenosin trifosfato (ATP).
Le funzioni biologiche piú importanti della carnitina sono:
-Trasporto di acidi grassi in mitocondria per la beta-ossidazione (ruolo primario)
-Regolazione del rapporto cellulare-mitocondriale di COA libero ad acil-CoA nel trasporto di gruppi acili a catene corta e media dal perossisoma ai mitocondri
-Eliminazione degli eccessi di gruppi acilici mediante escrezione renale preferenziale delle acilcarnitine
10 settembre 2020
Astrocitoma di alto grodo incidenza/prevalenza/prognosi
D- dimeri nell'embolia polmonare
Cause di addome chirurgico acuto negli adulti
Ulcera peptica perforata
Colecistite perforata
Diverticolite con peritonite
Diverticulo perforato
Perforazione da corpo estraneo
Neoplasia gastro-intestinale perforata
Trauma addominale
Gravidanza tubale perforata o rotta
Ostruzione intestinale con necrosi o perforazione
Incidente vascolare con necrosi ossea
Rottura vascolare con aneurisma
9 settembre 2020
Rischi associati alla Trasfusione di sangue (in ordine di frequenza)
Orticaria o altre reazioni cutanee 1/50-100
Alloimmunizzazione dei globuli rossi 1/100
Trasfusioni non corrispondenti nel sistema ABO: 1/14.000-19.000
Reazione emolitica 1/6.000
Emolisi fatale 1/1.000.000
TRALI 1/5.000
HIV1 e HIV2 1/2.000.000-3.000.000
Epatite B 1/100.000-200.000
Epatite C 1/1.000.000-2.000.000.000
HTLV I e II 1/641.000
Contaminazione batterica 1/5.000.000
Malaria 1/4.000.000
Anafilassi 1/20.000-50.000
GVHD Non comune
Immunodulazione frequenza ignota
TRALI=Transfusion-Related Lung Iniury
GVHD =Malattia Graft-Versus-Host
Immunomodulazione associata alla trasfusione allogenica, è una risposta che può svilupparsi in pazienti sottoposti a trasfusioni multiple, con effetto immunosoppressivo, con recidive di tumore, e di infezioni virali e batteriche.
ANEMIA MACROCITICA
Le proteine sieriche nella diagnosi dell’ infarto miocardico acuto
Esse sono il gold standard per l’individuazione di lesioni miocardiche.
Sono piú sensibili, specifiche e restano in circolazione più a lungo degli altri marcatori .
Sindrome di ripolarizzazione precoce
4 settembre 2020
Malattia renale cronica avanzata ed eventi aterosclerotici (infarto miocardico non fatale o morte per malattia cardiaca coronarica o ictus non emorragico)
27 agosto 2020
Medicina rigenerativa, la tecnica per rigenerare cellule e tessuti umani
Se ti stai chiedendo a cosa serve la medicina rigenerativa e quando è utile richiederne una prestazione, in questo articolo vengono fornite tutte le risposte di cui hai bisogno. Sul territorio della Calabria uno dei centri poliambulatoriali più affidabili e conosciuti è Ipazia Day Clinical Center, che eroga prestazioni di medicina rigenerativa con le strumentazioni più all’avanguardia e sofisticate del settore.
Quali sono i campi di applicazione della medicina rigenerativa?
La medicina rigenerativa ha trovato un’ampia diffusione in vari ambiti grazie alla sua notevole versatilità e adattabilità. Del resto rigenerare tessuti, cellule ed organi invecchiati o danneggiati rappresenta un’ottima “scorciatoia” per i medici che possono restituire ai loro pazienti un ritrovato senso di benessere psico-fisico, con procedure sicure e regolamentate.
In ambito ortopedico la medicina rigenerativa viene applicata per curare le malattie degenerative delle articolazioni, il mancato consolidamento osseo, i danni muscolari, le tendinopatie ecc. Il suo utilizzo risulta molto diffuso anche per curare malattie come ulcere cutanee, piaghe da decubito, ulcere flebostatiche, ulcere diabetiche, ustioni ecc.
In virtù delle sue capacità di rinnovamento e ringiovanimento, questa branca medica fornisce prestazioni molto utili anche nell’ambito della tricologia, dell’alopecia e dell’estetica in generale. Nello specifico le terapie di medicina rigenerativa offrono servizi elevati in termini di ringiovanimento cutaneo e cura delle cicatrici da acne.
In ambito andrologico la branca medica tratta disturbi come il deficit erettile e la sindrome di Peyronie (induratio penis), mentre in ambito ginecologico si dimostra molto utile per contrastare la secchezza vaginale. Le terapie rigenerative risultano efficaci anche in ambito oculistico in quanto trattano patologie come ulcere corneali e sindrome dell’occhio secco.
In generale la medicina rigenerativa è utilissima in tutte quelle situazioni in cui è richiesta la rigenerazione a livello topico.
Come avviene la rigenerazione tramite l’A-PRP?
Per i trattamenti rigenerativi si utilizza l’A-PRP, cioè una plasma autologo ricco di piastrine ottenuto tramite un piccolo prelievo di sangue venoso in provette sullo stesso paziente, e successivamente separato con una breve centrifugazione. È un emocomponente caratterizzato da una forte concentrazione di fattori di crescita, utilizzati per stimolare la rigenerazione dei tessuti.
La procedura segue un percorso chiuso, impedendo qualsiasi contaminazione batterica e tutelando adeguatamente la salute del paziente. Dopo il prelievo il sangue viene frazionato e centrifugato fino ad ottenere 3 strati: PPP (plasma povero di piastrine), PRP (plasma ricco di piastrine) e globuli rossi. Il PRP alla fine del processo viene isolato e combinato con un attivatore piastrinico prima di essere somministrato.
Perché si parla di emocomponente e non di emoderivante?
La differenza tra emoderivato ed emocomponente è il metodo di frazionamento. I metodi fisici, come la centrifugazione, producono emocomponenti, i metodi chimici, come quelli utilizzati dalle industrie farmaceutiche, emoderivati.
Effetti collaterali e utilizzo di provette: ci sono rischi?
Come accennato il prodotto ottenuto è autologo, quindi non sono conosciuti effetti collaterali a livello medico, fatta ovviamente eccezione per quelli causati da una cattiva pratica medica come scarsa disinfezione o utilizzo di materiale non adatto. Perciò risulta opportuno affidarsi ad un centro qualificato e dotato di tutte le certificazioni necessarie. Da escludere il rischio di trasfusione di sangue infetto, in quanto il preparato è prelevato ed impiantato sullo stesso paziente.
La normativa di legge impone che il prelievo e l’impianto vengano eseguiti immediatamente ed un paziente per volta, così da evitare il rischio di scambio di provette. A tal proposito le provette utilizzate sono diverse da quelle da laboratorio e, secondo la legge italiana, devono essere dispositivi medici prodotti e certificati esclusivamente per quell’utilizzo, cioè la produzione di emocomponente per uso non trasfusionale.
Dove è possibile richiedere interventi di medicina rigenerativa?
Non tutte le strutture possono erogare servizi ed interventi di medicina rigenerativa. Secondo la normativa italiana, solo le strutture con personale qualificato e formato e certificate dal centro Trasfusionale con protocolli approvati e controllati possono erogare servizi inerenti alla medicina rigenerativa. In tal senso, Ipazia Day Clinical Center ha ottenuto l’autorizzazione dal Centro Trasfusionale Azienda Ospedaliera di Catanzaro “Pugliese Ciaccio” per la produzione e l’impiego di emocomponenti per uso non trasfusionale.
In linea di massima i trattamenti rigenerativi possono essere applicati su tutti i pazienti, non essendoci effetti collaterali significativi, fatta eccezione per quei soggetti con una scarsa quantità di piastrine, condizione comunque valutata dal medico tramite esame emocromocitometrico (emocromo). Sarà comunque compito dello specialista stabilire se sia il caso o meno di sottoporre il paziente ad un trattamento rigenerativo, dopo un’attenta valutazione medica.