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25 settembre 2020

Analizzando la ludopatia

(Pixabay)
Tra le patologie di dipendenza del nostro secolo sicuramente possiamo annoverare la ludopatia come nuova malattia.

In particolare nel 2013 il DSM-5 ha inquadrato il gioco d’azzardo nella categoria delle cosiddette dipendenze comportamentali.

Non ci sono dubbi su quanto possa essere pericoloso il gioco d’azzardo patologico. La persona che ne è affetta sente un impulso irrefrenabile a giocare. Molte volte si innesca un meccanismo a vortice per cui si continua testardamente a giocare, e quindi inevitabilmente si perdono fior di soldi.

Proprio per questi motivi le leggi nazionali impongono a tutti i professionisti del settore di ricordare sempre i rischi di questa patologia, come quando si parla di bonus casino senza deposito.

Il giocatore patologico spesso non riesce ad ammettere di avere un problema, e questo va a peggiorare la condizione dei suoi cari e familiari.

È necessario rivolgersi a centri specializzati sui disturbi psicologici per la terapia della ludopatia. Le sedi ASL di ogni regione sono i punti di riferimento principale che possono indirizzare alle strutture più adeguate in base a ciascun caso specifico.

La ludopatia nella sua forma meno impattante può anche colpire giovani o adulti rispetto a giochi che non coinvolgono l’uso di denaro. Ma la condizione è ugualmente allarmante per le potenzialità di impatto sulla vita privata. Spesso i ludopatici rimangono per la maggior parte della giornata davanti a uno schermo a giocare, condizionando la loro socialità in modi estremi.

Una malattia “nuova” a cui si dovrebbe dare maggiore spolvero poiché con l’avanzare delle tecnologie digitali può affacciarsi a sempre maggiori fasce della popolazione.

24 settembre 2020

Orticaria ed angioedema, cause

Morsi di artropodi (morsi di insetti)


Farmaci (su base non allergica): codeina, morfina


Fattori fisici: calore, freddo, sole, pressione, acqua, vibrazione


Orticaria colinergica: esercizio fisico, eccitazione, docce calde


Farmaci (su base allergica): penicillina, aspirina


Altre cause allergiche: piume, peli di animali, molluschi, pomodori, fragole, vaccini, sostanze chimiche, cosmetici


Infezione, ad esempio, otite media, sinusite, epatite


Malattia da siero


Angioedema: mediato da complemento (ereditario o acquisito), ACE inibitori

Affaticamento generalizzato, cause possibili

Infezioni

HIV, TBC, malattia di Lyme, endocardite, epatite, sinusite, infezione da funghi, EBV, malaria (fase cronica)


Malattia infiammatoria

polimialgia reumatica, sindrome da affaticamento cronica, fibromialgia, sarcoidosi


Cancro

GI, seno, prostata, leucemia, linfoma, metastasi


Cause psichiatriche

depressione, alcolismo, ansia cronica


Cause metaboliche

ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete mellito, malattia di Addison, iperparatiroidismo, ipogonadismo, ipopituitarismo (TSH, ACTH, carenza di ormone della crescita), malattia di McArdle


Disturbi elettrolitici

ipercalcemia, ipocalcemia, iposodiemia, iponatremia, ipomagnesemia


Nutrizione, carenza di vitamine

Starvazione, obesità, carenza di ferro, carenza di vitamina B12, carenza di acido folico, carenza di vitamina C (scorbuto), carenza di tiamina (beriberi)


Cause neurologiche

sclerosi multipla, miastenia grave, demenza


Cause cardiache

insufficienza cardiaca, coronaropatia, malattia valvolare, cardiomiopatia


Cause polmonari

polmonite, ipertensione polmonare, emboli polmonari cronici, sarcoidosi


Disturbi del sonno

apnea nel sonno, insonnia, sindrome delle gambe senza riposo


Malattie gastrointestinali

malattia celiaca, morbo di Crohn, colite ulcerosa, epatite cronica, cirrosi


Malattie ematologiche 

anemia


Insufficienza renale


Farmaci

antistaminici, narcotici, betabloccanti, molti altri farmaci

22 settembre 2020

Sacubitril

Sacubitril è un farmaco antiipertensivo usato in combinazione con valsartan.


 La combinazione sacubitril/valsartan, consiste nell'associazione tra l'inibitore della neprilisina, il sacubitril e l'antagonista del recettore dell'angiotensina II, valsartan, in un rapporto molecolare di 1:1. 


Il farmaco è venduto dalla società farmaceutica Novartis Farma con il nome commerciale di Entresto


Indicazioni

trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica cronica con ridotta frazione di eiezione


Formulazioni

compresse da 24 mg/26 mg, 49 mg/51 mg, 97 mg/103 mg.



Come agisce sacubitril

Sacubitril è un profarmaco che inibisce la neprilisina tramite il metabolita attivo sacubitrilat determinando in tal modo un aumento dei livelli di alcuni pepdtidi, incluso i peptidi natriureutici. 


Sacubitrilat inibisce l'enzima neprilisina, che è responsabile della degradazione del peptide natriuretico atriale (ANP) e del peptide natriuretico cerebrale (BNP), due peptidi che hanno come effetto la riduzione della pressione arteriosa, principalmente attraverso un meccanismo di riduzione del volume plasmatico(volemia)vasodilatazione, natriuresi e diuresi. 


Inoltre si ha aumento della velocità di filtrazione glomerulare e del flusso ematico renale con inibizione del rilascio di renina e di aldosterone associati a riduzione dell'attività del sistema ortosimpatico e un'azione antiipertrofica e antifibrotica.


Lo studio PARADIGM-HF ha evidenziato come l'associazione sacubitril/valsartan fosse superiore al solo enalapril, riducendo il rischio di morte cardiovascolare e le ospedalizzazioni da insufficienza cardiaca.



Indicazioni del Sacubitril/valsartan

Sacubitril/valsartan trova indicazione nei pazienti adulti per il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica cronica, caratterizzata da una ridotta frazione di eiezione. 

Il farmaco riduce il rischio di morte cardiovascolare e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica (Classe NYHA II-IV) e ridotta frazione di eiezione. 

È somministrato in associazione ad altre terapie per lo scompenso cardiaco, in sostituzione di ACE inibitori o di antagonisti del recettore dell'angiotensina II (ARB o sartani).



Dosaggio

Sacubitril/valsartan può essere assunto indipendentemente dai pasti, due volte al giorno. 

La dose iniziale raccomandata di sacubitril/valsartan è di una compressa da 49 mg/51 mg, due volte al giorno. Questa dose può essere raddoppiata ogni 2-4 settimane, fino a raggiungere la dose ritenuta ottimale di una compressa da 97 mg/103 mg, sempre due volte al giorno, valutando la tollerabilità del paziente



Controindicazioni

Sacubitril/valsartan è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti della forma farmaceutica. Il farmaco è inoltre controindicato in soggetti con angioedema ereditario o correlato ad un precedente trattamento con ACE inibitore o ARB. 


Sacubitril/valsartan è inoltre controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

19 settembre 2020

Farmaci e disfunzione piastrinica

 Farmaci e disfunzione piastrinica


I farmaci sono la causa più comune di disfunzione piastrinica acquisita con rischi diversi di sanguinamento dovuti ai diversi target di azione. 


1)L’ aspirina causa acetilazione irreversibile della cicloossigenasi I (COX-1) e inibisce la produzione di prostaglandina A2. 

Sebbene sia considerato un debole agente antipiastrinico, l’ aspirina aumenta il rischio di sanguinamento in pazienti altrimenti normali. 

Una emorragia maggiore è stata osservata fino al 3,7% dei pazienti e, quando l’ aspirina viene usata in associazione ad altri agenti antipiastrinici o in pazienti con sanguinamenti sottostanti, il rischio di sanguinamento è più elevato. 


2)Clopidogrel (Plavix) è un profarmaco della tienopiridina ed il suo metabolita attivo inibisce irreversibilmente il recettore di superficie P2Y12 sulle piastrine. 

Negli studi clinici il rischio di un sanguinamento maggiore nei pazienti che assumono clopidogrel è stato simile a quello descritto per l'aspirina. 

Il Clopidogrel può aumentare significativamente l’ emorragia dopo un intervento chirurgico.


3)Gli antagonisti dei recettori GPIIb/IIIa utilizzati dopo il collocamento di uno stent cardiaco inibiscono l’ aggregazione piastrinica e possono indurre una grave trombocitopenia.

Sepsi di origine sconosciuta, possibile terapia antibiotica

1)Piperacillina/tazobactam 4,5 g ogni 6 ore

(o meropenem 2 g ogni 8 ore)


più 


2)vancomicina 1 g q ogni 12 ore


più 


3)tobramicina 7 mg/kg ogni 24 ore



studiare appropriatamente le immagini, specialmente di addome, pelvi, sistema nervoso centrale!

15 settembre 2020

Test di Coombs diretto positivo

Malattia emolitica del neonato

Reazione alla transfusione, emolitica

Anemia emolitica autoimmune

Indotta da farmaci: metildopa (Aldomet); penicillina; cefalosporine; chinidina, insulina, sulfonamidi; fenacetina

Anemia emolitica autoimmune da anticorpi caldi

Anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi

Emoglobinuria parossistica a frigore

Condizioni associate a D-dimeri elevati

Tromboembolismo venoso

DIC

Chirurgia

Trauma

Ustioni

Infezioni

Gravidanza e puerperio

Malignità

Infarto miocardico

Stroke

Fibrillazione atriale

Patologie del tessuto connettivo

Malattia infiammatoria dell'intestino

Terapia trombolitica

Emolisi

Morso di serpente

Crisi vaso-occlusiva cellulare falciforme

Insufficienza renale

Insufficienza cardiaca

Età avanzata

CARNITINA

 La carnitina è un composto derivato dagli aminoacidi lisina e metionina. 

La carnitina è necessaria per il trasporto di acidi grassi a catena lunga tra le membrane mitocondriali, dove puó essere utilizzata per la  beta-ossidazione e la produzione di adenosin trifosfato (ATP). 


Le funzioni biologiche piú importanti della carnitina sono: 

-Trasporto di acidi grassi in mitocondria per la beta-ossidazione (ruolo primario)

-Regolazione del rapporto cellulare-mitocondriale di COA libero ad acil-CoA nel trasporto di gruppi acili a catene corta e media dal perossisoma ai mitocondri

-Eliminazione degli eccessi di gruppi acilici mediante escrezione renale preferenziale delle acilcarnitine

10 settembre 2020

Astrocitoma di alto grodo incidenza/prevalenza/prognosi

INCIDENZA/PREVALENZA
L’  Astrocitoma di alto grodo  comprende circa il 33-45% dei tumori cerebrali primitivi negli adulti. 

Solitamente il 50-80 percento di  Astrocitomi di alto grodo sono glioblastomi multiformi (GBM), il 20-40 percento sono astrocitomi anaplastici (AA); il gliosarcoma e l'oligostrocitoma misto anaplastico (AOA) si verificano con meno frequenza.


PROGNOSI

La sopravvivenza mediana dopo la diagnosi dei pazienti con HGA è di 30-42 mesi per gli astrocitomi anaplastici (AA), da 8 a 16 mesi per i glioblastomi multiformi (GBM) e gliosarcoma, e da 42 a 52 mesi per gli astrocitomi misti anaplastici (AOA)

La prognosi è migliore in caso di età giovane (inferiore 40 anni), l’istologia AOA o AA e l’elevato stato di performance Karnofsky; la prognosi è peggiore con l’età superiore a 50 anni, il povero stato di performance Karnofsky e l’istologia dei GBM o gliosarcoma.

D- dimeri nell'embolia polmonare


I D-dimeri sono elevati in pazienti con trombosi profonda ed embolia polmonare
Tuttavia, i livelli di D-dimeri sono elevati in una varietà di condizioni infiammatorie e protrombotiche
In generale, il test dei D-dimeri è molto sensibile per l'individuazione della trombosi profonda e dell'embolia polmonare (sensibilità del 95%), ma non é molto specifico (specificitá del 50%). 

Pertanto, un test positivo non è utile per confermare una diagnosi di trombosi venosa profonda o di embolia polmonare, ma un test negativo può essere utile escludere la diagnosi in alcuni scenari clinici. 

Il test dei D-dimeri non è molto utile nella popolazione ospedaliera a causa dell'alta frequenza  di risultati falsi positivi. Infatti molti di questi pazienti presentano D-dimeri positivi per altre cause.

I pazienti con un' alto sospetto clinico probabilmente richiedono le indagini diagnostiche di imaging per stabilire la diagnosi.

L'uso dei D-dimeri come test di screening per escludere la possibilitá di embolia polmonare deve essere riservato probabilmente ai pazienti con un pre test basso

La maggior parte degli studi usa un cut off < 500 lic/ l  per escludere un'embolia polmonare. 

Tuttavia, i livelli dei D-dimeri si innalzano gradualmente con l' età. 

I livelli dei D-dimeri variano anche nel corso dello sviluppo di un tromboembolismo. 
I livelli sono infatti più alti all' inizio di un evento tromboembolico. 
Dopo un paio di giorni, il livelli possono cadere sotto la soglia e dare un falso risultato negativo.

Cause di addome chirurgico acuto negli adulti

Appendicite perforata

Ulcera peptica perforata

Colecistite perforata

Diverticolite con peritonite

Diverticulo perforato

Perforazione da corpo estraneo

Neoplasia gastro-intestinale perforata

Trauma addominale

Gravidanza tubale perforata o rotta

Ostruzione intestinale con necrosi o perforazione

Incidente vascolare con necrosi ossea

Rottura vascolare con aneurisma

9 settembre 2020

Rischi associati alla Trasfusione di sangue (in ordine di frequenza)

Reazione febbrile 1/300

Orticaria o altre reazioni cutanee 1/50-100

Alloimmunizzazione dei globuli rossi 1/100

Trasfusioni non corrispondenti nel sistema ABO: 1/14.000-19.000

Reazione emolitica 1/6.000

Emolisi fatale 1/1.000.000

TRALI 1/5.000

HIV1 e HIV2 1/2.000.000-3.000.000

Epatite B 1/100.000-200.000

Epatite C 1/1.000.000-2.000.000.000

HTLV I e II 1/641.000

Contaminazione batterica 1/5.000.000

Malaria 1/4.000.000

Anafilassi 1/20.000-50.000

GVHD Non comune

Immunodulazione frequenza ignota





TRALI=Transfusion-Related Lung Iniury


GVHD =Malattia Graft-Versus-Host


Immunomodulazione associata alla trasfusione allogenica, è una risposta che può svilupparsi in pazienti sottoposti a trasfusioni multiple, con effetto immunosoppressivo, con recidive di tumore, e di infezioni virali e batteriche.

ANEMIA MACROCITICA

L'anemia macrocitica è caratterizzata da un MCV >100. 

Cause di macrocitosi o anemia macrocitica:

1)Malattie ematologiche
Folato o deficit di cobalamina
Sindrome mielodisplasica
Anemia aplastica e aplasia pura della cellula rossa
Leucemia
Mieloma multiplo
Aumento della reticolocitosi dell’ anemia emolitica
Aumento della reticolocitosi da Folati o da Cobalamina (per carenza dopo l’ inizio del trattamento)

2)Alcool

3)Malattie non ematologiche
Malattia del fegato
Ipotiroidismo

4)Farmaci
Farmaci citotossici (antipirimidine e antipurine)
farmaci antifolati
Idrossiurea

5)Condizioni fisiologiche
Aumento del MCV neonatale
Gravidanza

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La carenza di folati è molto più comune della carenza di vitamina B12

Le proteine sieriche nella diagnosi dell’ infarto miocardico acuto

Le troponine cardiache sono praticamente specifiche per il miocardio.

Esse sono il gold standard per l’individuazione di lesioni miocardiche.

Sono piú sensibili, specifiche e restano in circolazione più a lungo degli altri marcatori .

Sindrome di ripolarizzazione precoce

si riscontra :
negli atleti 
•nei cocaine users
nella CMI ostruttiva
nei difetti del SIV

4 settembre 2020

Malattia renale cronica avanzata ed eventi aterosclerotici (infarto miocardico non fatale o morte per malattia cardiaca coronarica o ictus non emorragico)

la riduzione del colesterolo LDL con l'assunzione di simvastatina 20 mg più ezetimibe 10 mg al giorno ha ridotto in modo sicuro l’ incidenza di eventi aterosclerotici principali in una grande quantitá di pazienti con malattia renale cronica avanzata.

27 agosto 2020

Medicina rigenerativa, la tecnica per rigenerare cellule e tessuti umani

In ambito medico-chirurgico si sente parlare sempre più spesso della medicina rigenerativa, intesa come terapia finalizzata a rigenerare cellule, tessuti ed organi umani per ripristinarne le normali funzioni. Per favorire questo processo di rigenerazione si utilizzano preparati autologhi di A-PRP o cellule mesenchimali prelevati dal sangue midollare o cellule, opportunamente concentrate, di tessuto adiposo.

Se ti stai chiedendo a cosa serve la medicina rigenerativa e quando è utile richiederne una prestazione, in questo articolo vengono fornite tutte le risposte di cui hai bisogno. Sul territorio della Calabria uno dei centri poliambulatoriali più affidabili e conosciuti è Ipazia Day Clinical Center, che eroga prestazioni di medicina rigenerativa con le strumentazioni più all’avanguardia e sofisticate del settore.

Quali sono i campi di applicazione della medicina rigenerativa?
La medicina rigenerativa ha trovato un’ampia diffusione in vari ambiti grazie alla sua notevole versatilità e adattabilità. Del resto rigenerare tessuti, cellule ed organi invecchiati o danneggiati rappresenta un’ottima “scorciatoia” per i medici che possono restituire ai loro pazienti un ritrovato senso di benessere psico-fisico, con procedure sicure e regolamentate.

In ambito ortopedico la medicina rigenerativa viene applicata per curare le malattie degenerative delle articolazioni, il mancato consolidamento osseo, i danni muscolari, le tendinopatie ecc. Il suo utilizzo risulta molto diffuso anche per curare malattie come ulcere cutanee, piaghe da decubito, ulcere flebostatiche, ulcere diabetiche, ustioni ecc.
In virtù delle sue capacità di rinnovamento e ringiovanimento, questa branca medica fornisce prestazioni molto utili anche nell’ambito della tricologia, dell’alopecia e dell’estetica in generale. Nello specifico le terapie di medicina rigenerativa offrono servizi elevati in termini di ringiovanimento cutaneo e cura delle cicatrici da acne.
In ambito andrologico la branca medica tratta disturbi come il deficit erettile e la sindrome di Peyronie (induratio penis), mentre in ambito ginecologico si dimostra molto utile per contrastare la secchezza vaginale. Le terapie rigenerative risultano efficaci anche in ambito oculistico in quanto trattano patologie come ulcere corneali e sindrome dell’occhio secco.
In generale la medicina rigenerativa è utilissima in tutte quelle situazioni in cui è richiesta la rigenerazione a livello topico.

Come avviene la rigenerazione tramite l’A-PRP?
Per i trattamenti rigenerativi si utilizza l’A-PRP, cioè una plasma autologo ricco di piastrine ottenuto tramite un piccolo prelievo di sangue venoso in provette sullo stesso paziente, e successivamente separato con una breve centrifugazione. È un emocomponente caratterizzato da una forte concentrazione di fattori di crescita, utilizzati per stimolare la rigenerazione dei tessuti.

La procedura segue un percorso chiuso, impedendo qualsiasi contaminazione batterica e tutelando adeguatamente la salute del paziente. Dopo il prelievo il sangue viene frazionato e centrifugato fino ad ottenere 3 strati: PPP (plasma povero di piastrine), PRP (plasma ricco di piastrine) e globuli rossi. Il PRP alla fine del processo viene isolato e combinato con un attivatore piastrinico prima di essere somministrato.

Perché si parla di emocomponente e non di emoderivante?
La differenza tra emoderivato ed emocomponente è il metodo di frazionamento. I metodi fisici, come la centrifugazione, producono emocomponenti, i metodi chimici, come quelli utilizzati dalle industrie farmaceutiche, emoderivati.

Effetti collaterali e utilizzo di provette: ci sono rischi?
Come accennato il prodotto ottenuto è autologo, quindi non sono conosciuti effetti collaterali a livello medico, fatta ovviamente eccezione per quelli causati da una cattiva pratica medica come scarsa disinfezione o utilizzo di materiale non adatto. Perciò risulta opportuno affidarsi ad un centro qualificato e dotato di tutte le certificazioni necessarie. Da escludere il rischio di trasfusione di sangue infetto, in quanto il preparato è prelevato ed impiantato sullo stesso paziente.

La normativa di legge impone che il prelievo e l’impianto vengano eseguiti immediatamente ed un paziente per volta, così da evitare il rischio di scambio di provette. A tal proposito le provette utilizzate sono diverse da quelle da laboratorio e, secondo la legge italiana, devono essere dispositivi medici prodotti e certificati esclusivamente per quell’utilizzo, cioè la produzione di emocomponente per uso non trasfusionale.

Dove è possibile richiedere interventi di medicina rigenerativa?
Non tutte le strutture possono erogare servizi ed interventi di medicina rigenerativa. Secondo la normativa italiana, solo le strutture con personale qualificato e formato e certificate dal centro Trasfusionale con protocolli approvati e controllati possono erogare servizi inerenti alla medicina rigenerativa. In tal senso, Ipazia Day Clinical Center ha ottenuto l’autorizzazione dal Centro Trasfusionale Azienda Ospedaliera di Catanzaro “Pugliese Ciaccio” per la produzione e l’impiego di emocomponenti per uso non trasfusionale.

In linea di massima i trattamenti rigenerativi possono essere applicati su tutti i pazienti, non essendoci effetti collaterali significativi, fatta eccezione per quei soggetti con una scarsa quantità di piastrine, condizione comunque valutata dal medico tramite esame emocromocitometrico (emocromo). Sarà comunque compito dello specialista stabilire se sia il caso o meno di sottoporre il paziente ad un trattamento rigenerativo, dopo un’attenta valutazione medica.

12 agosto 2020

Che cos'é il warfarin

Il warfarin è una piccola molecola con effetto inibitore sulla vitamin K epossido reduttasi (VKOR), l'enzima che converte la vitamina K epossido in vitamina K ridotta permettendo cosí la ricostituzione di vitamina K, che é un cofattore essenziale per i processi di coagulazione del sangue

Il warfarin quindi impedisce la rigenerazione in vivo della vitamina K, determinandone una carenza che a sua volta riduce la quantità di fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K carbossilati (fattori II, VII, IX, X, proteina C, S/Z).

 La dose iniziale per il trattamento dei pazienti con embolia polmonare e TVP è di 5-10 mg al giorno con fattori individuali che richiedono aggiustamenti della dose. 

I livelli di INR devono essere titolati a valori di 2,0-3,0 per il tromboembolismo venoso per 2 giorni consecutivi prima della sospensione dell'eparina. 

Il trattamento per 3 mesi è raccomandato per un'embolia polmonare da cause reversibili 

10 agosto 2020

Per dire quattro semplici parole sul diabete mellito

Le complicanze del diabete sono:

Acute
Iperglicemia
Ipoglicemia
Chetoacidosi diabetica (osservabile nel diabete tipo 1)
coma iperosmolare (osservabile nel diabete tipo 2)

Croniche
Microvascolari: neuropatia, nefropatia, retinopatia
Macrovascolari: ipertensione arteriosa, cardiopatia coronaricha, malattia cerebrovascolare, malattia vascolare periferica 

Le complicanze del diabete possono essere prevenute o ritardate con uno stretto controllo del glucosio nel sangue.

Obiettivo da raggiungere con la dieta, il trattamento, l'esercizio fisico:
-emoglobina glicosilata (HGbA1c) < 7,0%
-glucosio preprandiale di 80—120 mg%
-glucosio prima di coricarsi di 100—140 mg%

Modifiche dietetiche
è necessaria l'istruzione per una corretta dieta nel diabete. 
Il paziente non ha bisogno di eliminare completamente i carboidrati, ma semplicemente limitarne l'assunzione. 

La dieta può includere 
3 pasti e 2-3 spuntini al giorno. 
Le calorie dovrebbero essere suddivise approssimativamente nel seguente modo: 50% di carboidrati, 30% di grassi, 20% di proteine.

9 agosto 2020

Beta Bloccanti negli anziani

Gli anziani sono più sensibili alla fatica, alle vertigini, alla depressione, all'intolleranza all’ esercizio, al blocco atrioventricolare e all'impotenza che può derivare dal beta blocco. 
Quindi potrebbe essere necessario ridurre la dose di un farmaco betabloccante a causa di uno di questi effetti indesiderati. 

Se possibile, si deve evitare anche l’ interruzione del beta bloccante a causa della sostanziale riduzione della mortalità che questo determina nei pazienti anziani, soprattutto se hanno subito un infarto del miocardio.
Questo beneficio persiste in pazienti di etá superiore a 65 anni con disfunzione ventricolare sinistra, che sono anche in trattamento con ACE inibitori 

Dermatomiosite e polimiosite, un flash

sono malattie infiammatorie autoimmuni del muscolo. 

L'associazione tra cancro e dermatomiosite, ma non tra cancro e polimiosite, negli adulti è ben documentata.

Di solito, i pazienti presentano un’ insorgenza subacuta di debolezza dei muscoli prossimali e flessori e del collo. 
Altri gruppi muscolari possono essere coinvolti, compresi i muscoli faringei e respiratori. 
I riflessi tendinei sono normali. 

Le concentrazioni sieriche di creatina chinasi sono spesso elevate. 

I tumori  più comunemente associati sono quelli della mammella, dei polmoni, ovarici e gastrici.

Il trattamento è simile a quello per i pazienti affetti da dermatomisiti refrattarie (che non sono affetti da tumore), e comprende i corticosteroidi, le immunoglobuline endovena e gli immunosoppressori (quali micofenolato e ciclosporina) 

Quando eseguire un ECG

L'EEG ha molteplici applicazioni cliniche. 

Può essere usato per confermare la diagnosi di crisi epilettiche o epilessia, sia dimostrando attività epilettiforme nel periodo interictale (tra le convulsioni), sia registrando direttamente uno stato convulsivo. 

L'EEG è importante nella classificazione delle convulsioni e delle sindromi epilettiche e può scoprire un'anomalia strutturale, funzionale o metabolica precedentemente sconosciuta, anche quando le immagini sono normali. 

L'EEG è utile anche: 
per diagnosticare lo stato epilettico non convulsivo (attività convulsiva che non si esaurisce, durante la quale il paziente appare in coma da una causa sconosciuta), 

per rivelare una attività convulsiva intermittente come un potenziale fattore di coma inspiegabile

per confermare  inattività elettrocerebrale (cioè, la cosiddetta morte cerebrale)

per la diagnosi di alcune sindromi neurologiche (ad esempio, la malattia di Creutzfeldt-Jakob, o la panencefalite sclerosante subacuta)

per il monitoraggio della perfusione cerebrale durante l'endoarterectomia carotidea.

7 agosto 2020

RANOLAZINA


La ranolazina inibisce parzialmente l'ossidazione degli acidi grassi e aumenta l'ossidazione del glucosio, che genera un maggior quantitá di trifosfato di adenosina per ogni molecola di ossigeno consumata. 
Questo cambiamento nella selezione dei substrati può ridurre la domanda di ossigeno miocardico senza alterare l’ emodinamica. 

Poiché tutti gli altri agenti antianginosi riducono la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, questo peculiaritá dà un vantaggio alla ranolazina. 

Studi hanno dimostrato che la ranolazina fornisce benefici additivi al trattamento standard della cardiopatia ischemica ed è utile in monoterapia. 
Ha tralaltro pochi effetti negativi.

Ipofisi, fisiopatologia

L'ipofisi è ubicata nella sella turcica, situata nella fossa cranica media alla base del cervello. È collegato funzionalmente all'ipotalamo dal peduncolo ipofisario. L'ipotalamo si trova in una posizione superiore alla ghiandola ipofisaria, e il legame tra i due organi è critico per la normale funzione ipofisaria.

L’ ipofisi anteriore secerne l'ormone della crescita, tirotropina o ormone stimolante la tiroide, corticotropina o ormone adrenocorticotropico, ormone follicolo-stimolante, ormone luteinizzante e prolattina. 

Il lobo posteriore secerne la vasopressina arginina (anche chiamato ormone antidiuretico) e l’ ossitocina.

Le masse ipofisarie possono essere classificate sulla base della loro eziologia sottostante: ad esempio, adenoma ipofisario, iperplasia ipofisaria, tumori non adenomatosi e lesioni vascolari, infiammatorie o infettive.

La maggior parte delle masse ipofisarie è causata dagli adenomi ipofisari; questi sono tumori benigni derivanti dalla ipofisi anteriore. Gli adenomi ipofisari sono classificati come funzionali (secrezione di ormoni) o non funzionali e possono essere ulteriormente classificati per tipo o dimensioni, per esempio, microadenomi (inferiori a<10 macroadenomi="" mm="" o="">10 mm), macroadenomi (superiori a 10 mm.)

Le masse ipofisarie possono presentarsi con una sindrome clinica risultante dall’ ipersecrezione di ormoni ipofisari anteriori (ad esempio, malattia di Cushing, acromegalia). In alternativa, possono presentare più insidiosamente con un effetto di massa o con un'espansione tumorale che conduce a compressione delle strutture circostanti, compreso il tessuto ipofisario normale, che provoca ipopituitarismo. 
I tumori ipofisari funzionanti possono produrre un quadro complesso di eccesso ormonale e/o di carenze.

Le analisi che utilizzano i dati autoptici e radiologici suggeriscono tassi di prevalenza di adenomi primitivi
Quasi tutti questi sono microadenomi clinicamente silenti. La prevalenza aumenta con l'età e il rilevamento è più probabile se si utilizzano sequenze di risonanza ad alta risoluzione.