RICERCA TRA GLI OLTRE 10MILA ARGOMENTI
30 dicembre 2018
Pioglitazone e steatoepatite non alcolica
Il pioglitazone è stato studiato in pazienti con diabete e steatoepatite non alcolica e, più recentemente, in pazienti affetti esclusivamente da steatoepatite non alcolica senza diabete.
La maggior parte degli studi hanno dimostrato il miglioramento biochimico e istologico della steatoepatite con il suddetto antidiabetico
Ma, sebbene questa evidenza sia stata confermata da una meta-analisi, purtuttavia si è concluso che sono necessarie ulteriori e più ampie indagini.
La maggior parte degli studi hanno dimostrato il miglioramento biochimico e istologico della steatoepatite con il suddetto antidiabetico
Ma, sebbene questa evidenza sia stata confermata da una meta-analisi, purtuttavia si è concluso che sono necessarie ulteriori e più ampie indagini.
Il pioglitazone è un farmaco generalmente ben tollerato, ma il suo uso può essere in qualche modo limitato da effetti negativi tra cui l'aumento di peso (2-5 kg), l'edema degli arti inferiori (5%), e l'osteoporosi nelle donne in postmenopausa.
È veramente dispepsia o è invece coronaropatia?
Ricorda che una coronaropatia dovrebbe essere esclusa come primo passo nella valutazione della dispepsia.
L'anamnesi è critica, specialmente ad un'età inattesa, allorquando una anomalia coronarica congenita o l'abuso di sostanze (per esempio, amfetamine) potrebbero esserne la causa
Nel valutare la dispepsia, considera:
-un eventuale rapporto temporale tra i sintomi dispeptici e l'esercizio fisico!
-le eventuali caratteristiche associate quali la dispnea, la debolezza, la sudorazione o i segni vitali cardiovascolari alterati.
-una storia di coronaropatia (più importante per la diagnosi);
-i fattori di rischio per coronaropatia (maggiore età, sesso maschile, ipertensione, diabete, obesità, iperlipidemia)
Le donne, i pazienti con diabete mellito ed i pazienti anziani è più probabile che presentino sintomi atipici che talvolta suggeriscono in modo ingannevole una dispepsia
Ricorda che la qualità del dolore (es. tipo bruciore) e la mancanza di fattori di rischio non escludono le cause cardiache!
Le prime prove diagnostiche devo o includere ECG e troponina del siero
In un secondo momento, ma senza indugio, potranno essere necessarie, in Reparto di Cardiologia, una prova da sforzo, una scintigrafia miocardica, una angiografia coronarica.
I pazienti ritenuti sospetti di avere un problema cardiaco acuto dovranno essere valutati per determinare la necessità di interventi urgenti indispensabili per proteggere il muscolo cardiaco minacciato.
Tali interventi includono:
-la terapia antipiastrinica (aspirina o/e clopidogrel)
-gli anticoagulanti come l'eparina
-la terapia trombolitica o il posizionamento di uno stent nell'arteria coronarica ostruita.
Altri problemi cardiovascolari acuti che potrebbero presentarsi con sintomi che causano confusione con la dispepsia, potrebbero includere:
-una pericardite
-una cardiomiopatia
-un'aritmia cardiaca
L'anamnesi è critica, specialmente ad un'età inattesa, allorquando una anomalia coronarica congenita o l'abuso di sostanze (per esempio, amfetamine) potrebbero esserne la causa
Nel valutare la dispepsia, considera:
-un eventuale rapporto temporale tra i sintomi dispeptici e l'esercizio fisico!
-le eventuali caratteristiche associate quali la dispnea, la debolezza, la sudorazione o i segni vitali cardiovascolari alterati.
-una storia di coronaropatia (più importante per la diagnosi);
-i fattori di rischio per coronaropatia (maggiore età, sesso maschile, ipertensione, diabete, obesità, iperlipidemia)
Le donne, i pazienti con diabete mellito ed i pazienti anziani è più probabile che presentino sintomi atipici che talvolta suggeriscono in modo ingannevole una dispepsia
Ricorda che la qualità del dolore (es. tipo bruciore) e la mancanza di fattori di rischio non escludono le cause cardiache!
Le prime prove diagnostiche devo o includere ECG e troponina del siero
In un secondo momento, ma senza indugio, potranno essere necessarie, in Reparto di Cardiologia, una prova da sforzo, una scintigrafia miocardica, una angiografia coronarica.
I pazienti ritenuti sospetti di avere un problema cardiaco acuto dovranno essere valutati per determinare la necessità di interventi urgenti indispensabili per proteggere il muscolo cardiaco minacciato.
Tali interventi includono:
-la terapia antipiastrinica (aspirina o/e clopidogrel)
-gli anticoagulanti come l'eparina
-la terapia trombolitica o il posizionamento di uno stent nell'arteria coronarica ostruita.
Altri problemi cardiovascolari acuti che potrebbero presentarsi con sintomi che causano confusione con la dispepsia, potrebbero includere:
-una pericardite
-una cardiomiopatia
-un'aritmia cardiaca
-una dissezione aortica
I farmaci nell'ulcera peptica, alcuni principi fondamentali
1)Gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono farmaci abbastanza sicuri.
Gli effetti collaterali includono nausea, diarrea e modesto aumento dei livelli di gastrina (con nessuna conseguenza clinica a breve termine).
Vi è evidenza che, rispetto agli antagonisti H2, gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono più efficaci nel ridurre le complicanze gastrointestinali dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Gli effetti degli inibitori della pompa protonica rispetto al placebo però sono poco chiari.
2)Gli H2 antagonisti sono meno efficaci degli inibitori della pompa protonica, ma inducono la guarigione nella maggior parte dei pazienti.
3)Il Sucralfato nei confronti dell'ulcera possiede tassi di guarigione simili a quelli degli H2 antagonisti.
Il meccanismo d'azione del sucralfato è ignoto; probabilmente forma un mantello sull'ulcera, promuovendo quindi la guarigione dell'ulcera stessa.
Gli effetti collaterali includono nausea, diarrea e modesto aumento dei livelli di gastrina (con nessuna conseguenza clinica a breve termine).
Vi è evidenza che, rispetto agli antagonisti H2, gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono più efficaci nel ridurre le complicanze gastrointestinali dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Gli effetti degli inibitori della pompa protonica rispetto al placebo però sono poco chiari.
2)Gli H2 antagonisti sono meno efficaci degli inibitori della pompa protonica, ma inducono la guarigione nella maggior parte dei pazienti.
3)Il Sucralfato nei confronti dell'ulcera possiede tassi di guarigione simili a quelli degli H2 antagonisti.
Il meccanismo d'azione del sucralfato è ignoto; probabilmente forma un mantello sull'ulcera, promuovendo quindi la guarigione dell'ulcera stessa.
La scarsa compliance di questo farmaco (frequenza e dimensioni delle dosi purtroppo ne riduce l'uso.
4)Il misoprostol è un'opzione per la prevenzione di ulcere gastriche indotte da fans in pazienti che hanno bisogno di continuare la terapia con i fans stessi.
Vi è prova consolidata che il misoprostol riduce le complicazioni gastrointestinali serie e le ulcere sintomatiche rispetto al placebo in pazienti che assumono farmaci antinfiammatori non-steroidei.
4)Il misoprostol è un'opzione per la prevenzione di ulcere gastriche indotte da fans in pazienti che hanno bisogno di continuare la terapia con i fans stessi.
Vi è prova consolidata che il misoprostol riduce le complicazioni gastrointestinali serie e le ulcere sintomatiche rispetto al placebo in pazienti che assumono farmaci antinfiammatori non-steroidei.
29 dicembre 2018
Osteoartrosi ed ac. Ialuronico
Nell’osteoartrosi, le dimensioni e la concentrazione di molecole di acido ialuronico presenti naturalmente nel liquido sinoviale sono ridotte.
Perció, un approccio nella gestione dell'osteoartrosi del ginocchio è la viscosupplementazione del fluido sinoviale mediante iniezione intra-articolare di acido ialuronico o di suoi derivati.
Tali iniezioni possono ridurre il dolore nel giro di 1-6 mesi, ma possono essere associati con un aumento a breve termine di infiammazione del ginocchio
Alcuni studi suggeriscono che tale beneficio è più durevole con i corticosteroidi intra-articolari.
Comunque la viscosupplementazione può essere un'opzione efficace per i pazienti che non possono assumere i fans per via orale o i corticosteroidi intra-articolari e che non sono candidati a sostituzione chirurgica dell’articolazione
Perció, un approccio nella gestione dell'osteoartrosi del ginocchio è la viscosupplementazione del fluido sinoviale mediante iniezione intra-articolare di acido ialuronico o di suoi derivati.
Tali iniezioni possono ridurre il dolore nel giro di 1-6 mesi, ma possono essere associati con un aumento a breve termine di infiammazione del ginocchio
Alcuni studi suggeriscono che tale beneficio è più durevole con i corticosteroidi intra-articolari.
Comunque la viscosupplementazione può essere un'opzione efficace per i pazienti che non possono assumere i fans per via orale o i corticosteroidi intra-articolari e che non sono candidati a sostituzione chirurgica dell’articolazione
28 dicembre 2018
Cause di declino neurocognitivo (vedi anche alla voce “Demenza”)
declino cognitivo progressivo; più comune in età > 65 anni
Demenza vascolare
di solito correlata ad un evento cerebrovascolare e/o a malattia cerebrovascolare;
il deterioramento é graduale con periodi di plateau clinici
Demenza da corpi di Lewy
cognitivitá fluttuante associata a parkinsonismo, allucinazioni e delusioni, difficoltà di andatura e cadute
Demenza frontotemporale
difficoltà di linguaggio, cambiamenti di personalità e disturbi comportamentali
Malattia di Creutzfeldt-Jakob
molto rara; esordio rapido
Demenza da HIV
deterioramento cognitivo cronico dovuto all'infezione cerebrale da parte dell'HIV
27 dicembre 2018
Perdite di volume da cause non emorragiche
Ricorda che spesso trattasi di pazienti anziani
Possono essere causate da:
vomito e diarrea
malattia protrattasi da lungo tempo
uso di diuretici
ustioni
sudorazione profusa
ridotta assunzione di liquidi
broncorrea o drenaggio di effusione pleurica
diabete insipido
fattori di rischio per o chetoacidosi diabetica o stato iperglicemico iperosmolare
Vi può essere:
febbre, sete, faticabilitá vertigini in posizione eretta
L’ipotensione può essere grave se vi é shock con livello di coscienza ridotto; febbre tachicardia polso debole; mucose secche; ridotto turgore della cute
Esami da eseguire
emocromo completo
elettroliti
glicemia
funzionalità epatica
prove di coagulazione
Si potranno riscontrare:
urea e creatinina elevate; sodio normale, elevato o basso
basso potassio sierico (se diarrea)
elevato ematocrito
elevato conteggio di gl. bianchi (se causa infettiva)
ECG: tachicardia sinusale, tachiaritmia
Emogasanalisi
in caso di diarrea prolungata: basso bicarbonato;
vomito prolungato: bicarbonato elevato
Coltura delle feci: normale; può mostrare crescita di batteri, tossine o parassiti
Microscopia e coltura dell'urina: normale o evidenza di accrescimento batterico
Possono essere causate da:
vomito e diarrea
malattia protrattasi da lungo tempo
uso di diuretici
ustioni
sudorazione profusa
ridotta assunzione di liquidi
broncorrea o drenaggio di effusione pleurica
diabete insipido
fattori di rischio per o chetoacidosi diabetica o stato iperglicemico iperosmolare
Vi può essere:
febbre, sete, faticabilitá vertigini in posizione eretta
L’ipotensione può essere grave se vi é shock con livello di coscienza ridotto; febbre tachicardia polso debole; mucose secche; ridotto turgore della cute
Esami da eseguire
emocromo completo
elettroliti
glicemia
funzionalità epatica
prove di coagulazione
Si potranno riscontrare:
urea e creatinina elevate; sodio normale, elevato o basso
basso potassio sierico (se diarrea)
elevato ematocrito
elevato conteggio di gl. bianchi (se causa infettiva)
ECG: tachicardia sinusale, tachiaritmia
Emogasanalisi
in caso di diarrea prolungata: basso bicarbonato;
vomito prolungato: bicarbonato elevato
Coltura delle feci: normale; può mostrare crescita di batteri, tossine o parassiti
Microscopia e coltura dell'urina: normale o evidenza di accrescimento batterico
25 dicembre 2018
Telotristat etile (XERMELO)
è un farmaco appartenente alla categoria degli antidiarroici
INDICAZIONI
Xermelo è indicato per il trattamento della diarrea da sindrome carcinoide in associazione con la terapia con analogo della somatostatina (SSA) in pazienti adulti non adeguatamente controllati dal trattamento con somatostatina.
POSOLOGIA
La dose raccomandata è di 250 mg tre volte al giorno (tid).
In base ai dati attualmente disponibili, la risposta clinica viene raggiunta solitamente entro 12 settimane di trattamento.
INDICAZIONI
Xermelo è indicato per il trattamento della diarrea da sindrome carcinoide in associazione con la terapia con analogo della somatostatina (SSA) in pazienti adulti non adeguatamente controllati dal trattamento con somatostatina.
POSOLOGIA
La dose raccomandata è di 250 mg tre volte al giorno (tid).
In base ai dati attualmente disponibili, la risposta clinica viene raggiunta solitamente entro 12 settimane di trattamento.
Colite ulcerosa, prognosi
La mortalità complessiva non sembra essere aumentata nei pazienti con colite ulcerosa rispetto alla popolazione generale.
Tuttavia vi potrebbe essere un rischio aumentato di mortalità fra i pazienti di UC entro il primo anno che segue alla diagnosi
Un aumento della mortalità può anche essere osservato nei pazienti più anziani ed in quelli con colite ulcerosa che sviluppano complicanze (quali per esempio: shock, malnutrizione o anemia).
Vi è inoltre prova che i pazienti con colite ulcerosa che subiscono un qualsiasi tipo di intervento chirurgico vadano incontro ad una mortalità aumentata.
La causa più comune di morte rimane il megacolon tossico.
L'adenocarcinoma colico si sviluppa nel 3%-5% dei pazienti.
Una stenosi benigna invece raramente può causare ostruzione intestinale.
La presenza di Clostridium difficile peggiora la prognosi dei pazienti recentemente diagnosticati per colite ulcerosa aumentando il rischio di colectomia, di complicanze postoperatorie e di morte.
Colite ulcerosa in gravidanza
la gravidanza non pregiudica il decorso della colite ulcerosa
Tuttavia, un trattamento inadeguato della malattia attiva, può influenzare negativamente la gravidanza.
Nella malattia attiva, i farmaci dovrebbero quindi essere somministrati come se la paziente non fosse incinta (con l'eccezione che farmaci quali metotrexate e metronidazolo, che sono controindicati nella gravidanza, dovrebbero essere evitati).
I pazienti con colite ulcerosa quiescente hanno lo stesso tasso di fertilità e di rischio di complicanze durante la gravidanza della popolazione generale.
La nutrizione durante il primo trimestre di gravidanza è cruciale.
Nei bambini e negli adolescenti, la colite ulcerosa dovrebbe essere trattata come è negli adulti. È estremamente importante monitorare con attenzione la crescita.
Tuttavia vi potrebbe essere un rischio aumentato di mortalità fra i pazienti di UC entro il primo anno che segue alla diagnosi
Un aumento della mortalità può anche essere osservato nei pazienti più anziani ed in quelli con colite ulcerosa che sviluppano complicanze (quali per esempio: shock, malnutrizione o anemia).
Vi è inoltre prova che i pazienti con colite ulcerosa che subiscono un qualsiasi tipo di intervento chirurgico vadano incontro ad una mortalità aumentata.
La causa più comune di morte rimane il megacolon tossico.
L'adenocarcinoma colico si sviluppa nel 3%-5% dei pazienti.
Una stenosi benigna invece raramente può causare ostruzione intestinale.
La presenza di Clostridium difficile peggiora la prognosi dei pazienti recentemente diagnosticati per colite ulcerosa aumentando il rischio di colectomia, di complicanze postoperatorie e di morte.
Colite ulcerosa in gravidanza
la gravidanza non pregiudica il decorso della colite ulcerosa
Tuttavia, un trattamento inadeguato della malattia attiva, può influenzare negativamente la gravidanza.
Nella malattia attiva, i farmaci dovrebbero quindi essere somministrati come se la paziente non fosse incinta (con l'eccezione che farmaci quali metotrexate e metronidazolo, che sono controindicati nella gravidanza, dovrebbero essere evitati).
I pazienti con colite ulcerosa quiescente hanno lo stesso tasso di fertilità e di rischio di complicanze durante la gravidanza della popolazione generale.
La nutrizione durante il primo trimestre di gravidanza è cruciale.
Nei bambini e negli adolescenti, la colite ulcerosa dovrebbe essere trattata come è negli adulti. È estremamente importante monitorare con attenzione la crescita.
24 dicembre 2018
Morbo di Crohn, fattori prognostici
Anche se il morbo di Crohn è una malattia cronica con frequenza variabile di ricadute e di complicanze possibili multiple, una gestione medica e chirurgica appropriata può permettere ai pazienti una qualità di vita ragionevole.
Solitamente i pazienti presentano esacerbazioni intermittenti seguite da periodi di remissione, con il 10%-20% dei quali che si avvantaggia di una remissione prolungata dopo la presentazione iniziale.
Molti pazienti richiedono un trattamento chirurgico per le complicazioni della loro malattia.
È possibile che quelli con malattia ileocolica isolata si debbano sottoporre ad un intervento chirurgico.
Alcuni studi segnalano che di tali pazienti fino al 90% si sottoporranno ad intervento chirurgico in 10 anni.
Di questi, il 50% non richiederà più un ulteriore intervento chirurgico.
Fino ad un terzo dei pazienti con malattia di Crohn gastroduodenale richiede una gastrodigiunostomia per ostruzione.
I fattori prognostici per una malattia relativamente severa includono:
l'età < 40 anni
la presenza di malattia perianale
la necessità iniziale di corticosteroidi
La malattia purtroppo è associata ad una ridotta speranza di vita.
Il tasso di mortalità dei pazienti aumenta:
con la durata della malattia,
con un più alto numero di comorbidità
in caso di condizioni socioeconomiche più basse
nei 30 giorni dopo la chirurgia gastrointestinale
Il cancro del colon è la principale causa di morte legata alla malattia
Le altre cause includono:
il linfoma non-Hodgkin
le malattie digestive
l'embolia polmonare
la sepsi
Solitamente i pazienti presentano esacerbazioni intermittenti seguite da periodi di remissione, con il 10%-20% dei quali che si avvantaggia di una remissione prolungata dopo la presentazione iniziale.
Molti pazienti richiedono un trattamento chirurgico per le complicazioni della loro malattia.
È possibile che quelli con malattia ileocolica isolata si debbano sottoporre ad un intervento chirurgico.
Alcuni studi segnalano che di tali pazienti fino al 90% si sottoporranno ad intervento chirurgico in 10 anni.
Di questi, il 50% non richiederà più un ulteriore intervento chirurgico.
Fino ad un terzo dei pazienti con malattia di Crohn gastroduodenale richiede una gastrodigiunostomia per ostruzione.
I fattori prognostici per una malattia relativamente severa includono:
l'età < 40 anni
la presenza di malattia perianale
la necessità iniziale di corticosteroidi
La malattia purtroppo è associata ad una ridotta speranza di vita.
Il tasso di mortalità dei pazienti aumenta:
con la durata della malattia,
con un più alto numero di comorbidità
in caso di condizioni socioeconomiche più basse
nei 30 giorni dopo la chirurgia gastrointestinale
Il cancro del colon è la principale causa di morte legata alla malattia
Le altre cause includono:
il linfoma non-Hodgkin
le malattie digestive
l'embolia polmonare
la sepsi
Diarrea cronica, cause
Comuni
colite ulcerosa
colite microscopica (colite linfocitaria e colite collagenosica)
virale, batterica, parassitaria, enteropatia da HIV
sindrome dell'intestino irritabile
effetto di farmaci
Impatto fecale
celiachia
malattia di Crohn
malassorbimento da sali biliari
deficit enzimatico del bordo a spazzola (lattosio, fruttosio, saccarosio, isomaltasi)
sovrapproduzione batterica del piccolo intestino
insufficienza pancreatica
alcool
ipertiroidismo
diabete mellito
enterite/colite da radiazioni
enterite eosinofila
colite ischemica cronica
bypass o resezione chirurgica
colite ulcerosa
colite microscopica (colite linfocitaria e colite collagenosica)
virale, batterica, parassitaria, enteropatia da HIV
sindrome dell'intestino irritabile
effetto di farmaci
Impatto fecale
celiachia
malattia di Crohn
malassorbimento da sali biliari
deficit enzimatico del bordo a spazzola (lattosio, fruttosio, saccarosio, isomaltasi)
sovrapproduzione batterica del piccolo intestino
insufficienza pancreatica
alcool
ipertiroidismo
diabete mellito
enterite/colite da radiazioni
enterite eosinofila
colite ischemica cronica
bypass o resezione chirurgica
Rare
enteropatia da Fans
infiltrazione maligna
enteropatia proteino-disperdente
graft-versus-host disease
linfoma di Hodgkin
linfoma non-Hodgkin
sprue tropicale
linfangiectasia/drenaggio linfatico alterato
Iperparatiroidismo
malattia di Addison
gastrinomi
tumori carcinoidi
vipomi
abetalipoproteinemia
malattia epatica avanzata
immunodeficienza comune variabile
amiloidosi
enteropatia da Fans
infiltrazione maligna
enteropatia proteino-disperdente
graft-versus-host disease
linfoma di Hodgkin
linfoma non-Hodgkin
sprue tropicale
linfangiectasia/drenaggio linfatico alterato
Iperparatiroidismo
malattia di Addison
gastrinomi
tumori carcinoidi
vipomi
abetalipoproteinemia
malattia epatica avanzata
immunodeficienza comune variabile
amiloidosi
22 dicembre 2018
21 dicembre 2018
È demenza vascolare o Alzheimer?
Demenza vascolare
La demenza vascolare è caratterizzata da un peggioramento progressivo del quadro clinico che avviene “a scalini” rappresentando ogni scalino un nuovo evento ischemico o emorragico
Ma attenzione, in molti casi, i pazienti probabilmente hanno una demenza mista, una combinazione di Alzheimer e di malattia vascolare.
Il paziente può essere incontinente, depresso, può presentare deliri, deficit neurologici transitori (per esempio, emiparesi, afasia, o deficit sensoriali)
Può evidenziare riflessi tendinei profondi asimmetrici, risposta plantare in estensione unilaterale, deficit del campo visivo, anomalie di andatura, ipertensione, aritmie (per esempio, fibrillazione atriale), soffi carotidei, scompenso congestizio, diabete, incontinenza emotiva (labilità dell’umore eccessiva)
CT/MRI: infarti ischemici, perdita di volume dell'ippocampo
Nella demenza vascolare la PET mostra uno scarso metabolismo parieto-temporale ed un cambiamento vascolare irregolare.
Demenza di Alzheimer
Insorgenza insidiosa, progressione lenta, ritiro sociale, paranoia, ansietà
Presenza di riflessi primitivi, rigidità, bradicinesia, discorsi anormali
Risonanza magnetica, TAC, PET
la mancanza di lesioni vascolari a livello cerebrale sostiene pricipalmente la demenza di Alzheimer.
Vi é perdita di volume dell'ippocampo, atrofia del lobo temporale medio, atrofia corticale posteriore
EEG: rallentamento del ritmo di fondo
La demenza vascolare è caratterizzata da un peggioramento progressivo del quadro clinico che avviene “a scalini” rappresentando ogni scalino un nuovo evento ischemico o emorragico
Ma attenzione, in molti casi, i pazienti probabilmente hanno una demenza mista, una combinazione di Alzheimer e di malattia vascolare.
Il paziente può essere incontinente, depresso, può presentare deliri, deficit neurologici transitori (per esempio, emiparesi, afasia, o deficit sensoriali)
Può evidenziare riflessi tendinei profondi asimmetrici, risposta plantare in estensione unilaterale, deficit del campo visivo, anomalie di andatura, ipertensione, aritmie (per esempio, fibrillazione atriale), soffi carotidei, scompenso congestizio, diabete, incontinenza emotiva (labilità dell’umore eccessiva)
CT/MRI: infarti ischemici, perdita di volume dell'ippocampo
Nella demenza vascolare la PET mostra uno scarso metabolismo parieto-temporale ed un cambiamento vascolare irregolare.
Demenza di Alzheimer
Insorgenza insidiosa, progressione lenta, ritiro sociale, paranoia, ansietà
Presenza di riflessi primitivi, rigidità, bradicinesia, discorsi anormali
Risonanza magnetica, TAC, PET
la mancanza di lesioni vascolari a livello cerebrale sostiene pricipalmente la demenza di Alzheimer.
Vi é perdita di volume dell'ippocampo, atrofia del lobo temporale medio, atrofia corticale posteriore
EEG: rallentamento del ritmo di fondo
COMPULSIONI
atti comportamentali o mentali ripetitivi che sono stati progettati dalla mente per neutralizzare l'ansia che deriva dalle ossessioni.
Le compulsioni risultano in un sollievo temporaneo dell’ansia e sono auto-rinforzanti.
Le compulsioni comportamentali includono:
la pulizia
il lavaggio delle mani
il controllo
l'ordine
l'organizzazione
l’accaparramento
il cercare di farsi rassicurare dagli altri
Comuni compulsioni mentali includono:
il contare
il ripetere parole in silenzio
il ruminare
il tentativo di neutralizzare i pensieri
OSSESSIONI
pensieri invadenti, indesiderati, ansiogeni, che provocano profonda angoscia.
Il paziente riconosce tipicamente che questi pensieri sono irrazionali.
Tra le ossessioni comuni si possono includere:
la paura di contaminazione
la necessità di simmetria o di esattezza
la paura di causare danni a qualcuno
le ossessioni sessuali
le ossessioni religiose
la paura di comportarsi in modo inaccettabile
la paura di fare un errore
Il paziente riconosce tipicamente che questi pensieri sono irrazionali.
Tra le ossessioni comuni si possono includere:
la paura di contaminazione
la necessità di simmetria o di esattezza
la paura di causare danni a qualcuno
le ossessioni sessuali
le ossessioni religiose
la paura di comportarsi in modo inaccettabile
la paura di fare un errore
19 dicembre 2018
Sindrome di Gilbert. Educazione dei pazienti, prognosi
Fortunatamente non è necessario alcun trattamento per la sindrome di Gilbert. L'educazione dei pazienti è importante.
Non esistono restrizioni alimentari o di attività. I pazienti devono essere informati che possono divenire itterici quando sono sotto stress, in caso di pasti omessi, infezioni, disidratazione, di scarsa quantitá di sonno, o di soffrire stress psicologici.
I pazienti devono ricordare che l'inversione dell agente scatenante è tutto ciò che è necessario per trattare l'iperbilirubinemia.
Nessuna terapia farmacologica quindi e'necessaria.
La prognosi del paziente rimane eccellente, poiché si tratta di un disturbo benigno.
Recentemente, lo spettro della lipoproteina aterogenica determinato da LDL piú piccole e dense, è stato indicato per essere significativamente meno comune nelle persone con la sindrome di Gilbert rispetto alla popolazione sana.
Il rischio di malattia coronarica o di altre manifestazioni della malattia aterosclerotica ancora non è stato completamente esplorato nei pazienti con la sindrome di Gilbert, ma vi è un rapporto inverso fra la bilirubina del siero e le piccole proteine dense aterogeniche. L'effetto antiaterogenico protettivo dell’iperbilirubinemia è potenziato dalla bassa presenza di piccole LDL dense fortemente aterogenico, rappresentando cosí un fattore protettivo possibile che la prevenzione dell'aterosclerosi in questi pazienti.
Non esistono restrizioni alimentari o di attività. I pazienti devono essere informati che possono divenire itterici quando sono sotto stress, in caso di pasti omessi, infezioni, disidratazione, di scarsa quantitá di sonno, o di soffrire stress psicologici.
I pazienti devono ricordare che l'inversione dell agente scatenante è tutto ciò che è necessario per trattare l'iperbilirubinemia.
Nessuna terapia farmacologica quindi e'necessaria.
La prognosi del paziente rimane eccellente, poiché si tratta di un disturbo benigno.
Recentemente, lo spettro della lipoproteina aterogenica determinato da LDL piú piccole e dense, è stato indicato per essere significativamente meno comune nelle persone con la sindrome di Gilbert rispetto alla popolazione sana.
Il rischio di malattia coronarica o di altre manifestazioni della malattia aterosclerotica ancora non è stato completamente esplorato nei pazienti con la sindrome di Gilbert, ma vi è un rapporto inverso fra la bilirubina del siero e le piccole proteine dense aterogeniche. L'effetto antiaterogenico protettivo dell’iperbilirubinemia è potenziato dalla bassa presenza di piccole LDL dense fortemente aterogenico, rappresentando cosí un fattore protettivo possibile che la prevenzione dell'aterosclerosi in questi pazienti.
18 dicembre 2018
Emorragia cerebrale e droghe simpaticomimetiche
Le droghe illegali, in particolare le droghe con attivitá simpaticomimetica, come la cocaina e l'amfetamina, sono state associate ad emorragia intracerebrale.
Neoplasie androgeno-secernenti, cenni
Sono tumori steroido-producenti del surrene o dell'ovaio.
La produzione autonoma di androgeni causa spesso segni progressivi di virilizzazione (solitamente in pochi mesi) quali calvizie frontale, irsutismo grave, aumento della massa muscolare, voce profonda, clitoridomegalia
Indagini diagnostiche utili
Un testosterone totale di base > 6,9 Nanomol/L (> 200 nanogrammi/dL) (o testosterone libero > 0,7 Nanomol/L [> 2 nanogrammi/dL]) esige esame ultrasonografico delle ovaie (che però può non evidenziare piccoli tumori delle cellule di Leydig ovvero hilus cell).
Deidroepiandrosterone solfato (DHEAS) > 7000 nanogrammi/mL dovrebbe richiedere una TAC delle ghiandole surrenali.
Alcuni tumori androgeno-producenti possono essere associati a livelli di testoterone del siero < 6,9 nanomol/L (< 200 nanogrammi/dL).
La maggior parte delle donne con testosterone > 6,9 Nanomol/L (> 200 nanogrammi/dL) hanno PCOS o una sindrome iper-androgenismo-acanthosis nigricans resistenza all'insulina (HAIR-AN).
La rapidità dell'inizio della virilizzazione (< 2 anni) o l'inizio tardivo durante la vita è un predittore migliore della neoplasia piuttosto che i livelli dell'androgeno.
Farmaci androgenici e anabolizzanti
testosterone
steroidi anabolizzanti
danazolo
deidroepiandosterone (DHEA)
androstendione
19 - norprogestinici
norgestrel
levonorgestrel
noretisterone
Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, prognosi
La prognosi è migliore quando:
ipazienti sono < 50 anni di età
la superficie corporea totale coinvolta è bassa
i pazienti vengono trasferiti in un centro ustionati
i pazienti non presentano sepsi
i pazienti non richiedono antibiotici.
Sindrome di Stevens-Johnson
La maggior parte dei pazienti recupera, anche se può sviluppare alcune complicazioni oculari o complicanze d'organo che residuano alla malattia
La mortalità oscilla dal 1% al 5%.
Necrolisi epidermica tossica
La maggior parte dei pazienti recupera, anche se può sviluppare alcune complicazioni oculari o complicanze d'organo che residuano alla malattia; la mortalità è del 25% al 35%.
In uno studio multicentrico di 199 pazienti con necrolisi epidermica tossica, 64 sono morti. Delle morti, un terzo era dovuto sepsis, un terzo ad insufficienza multiorgano, 14% alle complicazioni cardiopolmonare e 16% sono stati attribuiti ad altre cause.
Ossigenoterapia inappropriata
Segni/sintomi
Mentre l'ossigenoterapia è chiaramente indicata per molti pazienti con BPCO ed esacerbazioni acute, l'ossigeno in eccesso conduce ad un ulteriore degrado della fisiologia respiratoria del paziente.
L'esposizione all'ossigeno determina una riduzione della vasocostrizione ipossica delle arterie che forniscono gli spazi scarsamente ventilati, aumentando il grado di diseguglianza del rapporto ventilazione perfusione (V/Q) e/o dello shunt intrapolmonare.
Un eccesso di ossigeno può anche diminuire la capacità degli eritrociti di trasportare CO2.
Questi cambiamenti possono quindi provocare un peggioramento dell’ipercapnia e dell'acidosi respiratoria.
Determinati pazienti con drive respiratorio alterato possono anche sviluppare un peggioramento dell’ipercapnia.
Mentre l'ossigenoterapia è chiaramente indicata per molti pazienti con BPCO ed esacerbazioni acute, l'ossigeno in eccesso conduce ad un ulteriore degrado della fisiologia respiratoria del paziente.
L'esposizione all'ossigeno determina una riduzione della vasocostrizione ipossica delle arterie che forniscono gli spazi scarsamente ventilati, aumentando il grado di diseguglianza del rapporto ventilazione perfusione (V/Q) e/o dello shunt intrapolmonare.
Un eccesso di ossigeno può anche diminuire la capacità degli eritrociti di trasportare CO2.
Questi cambiamenti possono quindi provocare un peggioramento dell’ipercapnia e dell'acidosi respiratoria.
Determinati pazienti con drive respiratorio alterato possono anche sviluppare un peggioramento dell’ipercapnia.
Indagini
Un’emogasanalisi dovrebbe essere sempre eseguita nei pazienti ipossiemici che ricevono ossigenoterapia e che presentano un’apparente esacerbazione acuta di BPCO.
Un’emogasanalisi dovrebbe essere sempre eseguita nei pazienti ipossiemici che ricevono ossigenoterapia e che presentano un’apparente esacerbazione acuta di BPCO.
17 dicembre 2018
I farmaci utilizzati per contrastare gli effetti negativi degli steroidi in caso di uso ed abuso
Alcuni farmaci per alleviare gli effetti negativi associati all'uso di steroidi:
gli inibitori dell'aromatasi (ad esempio, anastrozolo) impediscono la conversione del testosterone in estradiolo
gli inibitori dell'aromatasi (ad esempio, anastrozolo) impediscono la conversione del testosterone in estradiolo
gli anti-estrogeni (Tamoxifen) bloccano i recettori degli estrogeni
il Clomifene e le hCG prevengono atrofia testicolare e infertilità.
la furosemide è utilizzata per trattare l'edema
gli ansiolitici sono usati per prevenire l'ansia.
i farmaci antiacne trattano l'acne e la pelle grassa.
probenecid e epitestosterone mascherano il rilevamento dell’uso di steroidi.
il Clomifene e le hCG prevengono atrofia testicolare e infertilità.
la furosemide è utilizzata per trattare l'edema
gli ansiolitici sono usati per prevenire l'ansia.
i farmaci antiacne trattano l'acne e la pelle grassa.
probenecid e epitestosterone mascherano il rilevamento dell’uso di steroidi.
Vitamina D e gravidanza
Lo screening per la carenza della vitamina D durante la gravidanza è stato sostenuto da alcuni autori specialmente per le donne a rischio, comprese quelle con pelle scura, quelle che vivono nelle latitudini nordiche e le donne i cui abiti lasciano la pelle poco esposta.
Nonostante i dati esistenti siano insufficienti per offrire linee guida specifiche, quando la carenza è identificata durante la gravidanza, il completamento con 1000-2000 unità/giorno di vitamina D è considerato sicuro.
(Obstet Gynecol. 2011 Jul;118(1):197-8. doi: 10.1097/AOG.0b013e318227f06b.
ACOG Committee Opinion No. 495: Vitamin D: Screening and supplementation during pregnancy.)
Nonostante i dati esistenti siano insufficienti per offrire linee guida specifiche, quando la carenza è identificata durante la gravidanza, il completamento con 1000-2000 unità/giorno di vitamina D è considerato sicuro.
(Obstet Gynecol. 2011 Jul;118(1):197-8. doi: 10.1097/AOG.0b013e318227f06b.
ACOG Committee Opinion No. 495: Vitamin D: Screening and supplementation during pregnancy.)
Tossina botulinica a scopo terapeutico
i tipi A e B sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) per scopi terapeutici in caso di:
-blefarospasmo
-strabismo
-distonia cervicale
-blefarospasmo
-strabismo
-distonia cervicale
SOS gengive: perché il fumo è una delle cause delle malattie gengivali
Che il fumo faccia male e abbia
effetti devastanti su tutto il nostro organismo è una verità di cui tutti siamo
consapevoli, tuttavia non tutti sanno che, tra le altre cose, il fumo rappresenta un pericoloso nemico
del nostro cavo orale, e in particolare è una delle cause dei problemi alle gengive.
La nostra bocca rappresenta
infatti la porta di accesso per il fumo, e una volta entrato, oltre a
danneggiare lo smalto dei denti e le mucose interne, e a rendere sgradevole il
nostro alito, va ad attaccare le
gengive, rendendole più deboli e soggette a irritazioni e infezioni.
Trascurare o ignorare la presenza
di tali infezioni è un forte elemento di rischio, che apre le porte alla
proliferazione dei batteri, mettendo a rischio la nostra salute dentale. Una semplice irritazione, se trascurata e
accompagnata da una scarsa cura dentale, può infatti sfociare in malattie più
gravi, dalla gengivite, alla parodontite, fino addirittura alla caduta dei
denti.
Vediamo insieme come si comporta
il fumo una volta entrato nel nostro cavo orale, e perché rappresenta un
pericolo per le nostre gengive.
Abbassa le difese immunitarie
All'origine delle irritazioni e
dei più comuni disturbi gengivali, per esempio la gengivite, c'è un accumulo di placca batterica, che va ad
accumularsi non solo sopra la superficie dei denti ma anche tra gli spazi
interdentali e in prossimità del solco gengivale.
Con un corretto utilizzo di
spazzolino, scovolino e filo interdentale si può riuscire a eliminare la
placca, tuttavia una scarsa o scorretta igiene orale può causare il
sanguinamento delle gengive e aggravare la situazione, causando irritazioni che
possono peggiorare velocemente, soprattutto in un soggetto fumatore.
Il fumo infatti, oltre a ridurre la naturale microcircolazione
gengivale, indebolisce notevolmente le difese immunitarie e la capacità del
nostro organismo di contrastare le infezioni, rendendo più difficoltosa la
guarigione.
Un fumatore ha le gengive più deboli ed è più soggetto a sensibilità
dentale, uno stato che può causare disagio e a volte anche dolore mentre si
compiono azioni semplici e naturali, come bere un bicchiere di acqua fresca o
un caffè bollente o semplicemente lavarsi i denti.
La nemica nicotina
In particolare è proprio la nicotina l'elemento che crea
maggiori danni nella nostra bocca: essa infatti causa la costrizione dei vasi sanguigni, che non
riescono a ossigenare a sufficienza le gengive e la zona soggetta ad infezione.
Questo aggravarsi dell'infezione
gengivale favorisce inevitabilmente
l'attacco dei batteri anaerobi, ossia quelli più aggressivi che proliferano
in assenza di ossigeno nelle tasche gengivali, portando a malattie gravi, come
la parodotinte o il recesso gengivale, e nei casi più estremi alla piorrea e alla caduta
dei denti.
I sintomi da non trascurare
Per evitare che peggiorino in
patologie più gravi, ai primi segni di irritazione, gonfiore e arrossamento
delle gengive bisognerebbe correre ai ripari, curando con attenzione la propria
igiene orale e ricorrendo a antinfiammatori e sostanze lenitive.
Il problema è che il fumo maschera i sintomi più comuni che
ci avvisano della presenza di un'infezione gengivale. Per esempio, una variazione del colore delle gengive è
un buon campanello di allarme per accorgerci del problema: le gengive sane
hanno in genere un bel colorito rosa e tendono ad arrossarsi e gonfiarsi in
presenza di infezioni, tuttavia le gengive dei fumatori abituali spesso sono un
po' ritirate e hanno un colore grigiastro, per cui questo sintomo risulta
difficilmente percepibile.
Allo stesso modo quando c'è un'infezione in corso i sanguinamenti gengivali sono comuni e
frequenti, ma a causa della nicotina, che limita l'afflusso di sangue verso
le gengive, possono anche non manifestarsi.
In mancanza di questi primi
campanelli d'allarme risulta quindi difficile rendersi conto di avere
un'infezione alle gengive, ma in realtà proprio per i tabagisti il tempismo è
fondamentale. Nei fumatori infatti, a
causa proprio del loro vizio, le malattie gengivali sono tre volte più
frequenti e hanno una progressione più rapida che nei non fumatori, e
spesso le terapie farmacologiche si rivelano inutili.
Se avete il vizio del fumo, è
quindi fondamentale programmare dei
controlli periodici dal dentista, non solo per pulire lo smalto dalle
macchie causate dal fumo, ma soprattutto per farvi aiutare a individuare i
sintomi di un'infezione gengivale in corso e farvi dare degli utili consigli
per evitare che peggiori.
Prevenire per non soffrire
Se proprio non riuscite a
smettere di fumare, potete cercare di limitare il fumo: il rischio infatti di contrarre malattie gengivali è più alto in chi
fuma da molto tempo e in chi fuma molte sigarette al giorno.
Per cercare di prevenire tali
disturbi, e il dolore che spesso comportano, potete variare la vostra alimentazione, per rinforzare le vostre difese
immunitarie e contrastare gli effetti negativi del fumo, e curare con perizia e pazienza la pulizia dei vostri denti.
Utilizzando spazzolino,
dentifricio e filo interdentale come vostri alleati, potrete evitare gli
accumuli di placca e tartaro e provare a mitigare gli effetti che l'abitudine
del fumo inevitabilmente comporta.
Fattori di rischio del dolore pelvico nella donna
abusi sessuali
malattia infiammatoria pelvica
ansia o depressione
abuso di droghe o alcool
gravidanza
polimenorrea
precedente taglio cesareo
endometriosi
aderenze
malattia infiammatoria pelvica
ansia o depressione
abuso di droghe o alcool
gravidanza
polimenorrea
precedente taglio cesareo
endometriosi
aderenze
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)