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3 novembre 2018

Cilostazolo (PLETAL)

Cilostazolo è un inibitore della fosfodiesterasi 3 con effetti terapeutici sull'adenosin monofosfato ciclico (cAMP).

I suoi effetti principali sono:
vasodilatazione arteriosa periferica (vasodilatatore arterioso diretto)
riduzione dell'aggregazione piastrinica.

Viene cosiderato tra i farmaci più efficacinel suo genere


Meccanismo d'azione
Cilostazol è un inibitore selettivo della fosfodiesterasi di tipo 3 (PDE3) con effetto di aumentare le concentrazioni del cAMP
Un aumento del cAMP si traduce in un aumento della forma attiva della protein chinasi A (PKA), che è direttamente collegata all'inibizione dell'aggregazione piastrinica.
La PKA impedisce anche l'attivazione di un enzima (chinasi della catena leggera della miosina) che è importante nella contrazione delle cellule muscolari lisce, esercitando così un effetto vasodilatatore.


Uso clinico e dosi
Cilostazol è approvato per il trattamento della claudicatio intermittens.
La dose tipica è 100 mg due volte al giorno.

Gli effetti possono richiedere fino a 3 mesi per essere evidenti.
Cilostazolo ha dimostrato di migliorare del 50% la distanza a piedi senza dolore

Cilostazol inoltre è usato frequentemente off label (fuori-etichetta), alla stessa dose, per il trattamento dell'aterosclerosi intracranica e la prevenzione secondaria dell'ictus.


Effetti collaterali
cefalea (la più comune), palpitazioni, diarrea, grave intolleranza al calore, aumento della frequenza cardiaca, tossicità cardiovascolare


Controindicazioni
scompenso cardiaco

2 novembre 2018

CIALIS (tadalafil)

Tadalafil è un inibitore della fosfodiesterasi di tipo 5 con azioni e usi simili a quelli di sildenafil (Viagra)
Rispetto al sildenafil: 
-é piú selettivo e presenta minore affinitá per la fosfodiesterasi tipo 6 (quindi minore alterata percezione dei colori) e tipo 11(quindi meno mal di schiena e mialgie)
-l’assorbimento non é infuenzato da un pasto grasso e dall’alcool.
-l’azione inizia dopo 45 minuti

È usato nella gestione 
-della disfunzione erettile 
-dell'iperplasia prostatica benigna 
-dell’ ipertensione arteriosa polmonare 


Il Tadalafil può essere utilizzato in modo sicuro da soggetti sani e da pazienti con malattie cardiovascolari. 

Come con il sildenafil, l'uso di Tadalafil è controindicato nei pazienti che ricevono la terapia con nitrati a causa dei potenziali significativi effetti ipotensivi.


Tadalafil, come sildenafil e vardenafil, è un inibitore selettivo reversibile della fosfodiesterasi di tipo 5, presente in elevata concentrazione nella muscolatura liscia dei corpi cavernosi del pene 
Sappiamo che la fosfodiesterasi di tipo 5 favorisce la degradazione della guanosina monofosfato ciclica (cGMP). 
L’avvenuto aumento di cGMP per blocco della fosfodiesterasi 5 si traduce in un rilasciamento delle cellule muscolari lisce e conseguente vasodilatazione, che determina un aumento del flusso di sangue nei corpi cavernosi del pene, alla base del meccanismo dell’erezione. 
Un aumento del cGMP è stato osservato anche a livello della muscolatura liscia della prostata, della vescica e del loro sistema vascolare. 
L’effetto di rilassamento vascolare aumenta la perfusione di sangue a livello pelvico a cui si associa il rilassamento della muscolatura liscia di prostata e vescica

Disfunzione erettile
Per la disfunzione erettile, Tadalafil è somministrato oralmente alla dose usuale di 10 mg almeno 30 minuti prima del rapporto sessuale e può essere assunto con o senza cibo; la dose può essere aumentata a 20 mg, o diminuita a 5 mg, se necessario. 
L'efficacia può persistere fino a 36 ore dopo l’assunzione. 
Tadalafil non dovrebbe essere assunto più di una volta in 24 ore. 
Quando viene utilizzato su base giornaliera regolare per la disfunzione erettile, la dose non deve superare 2,5 mg.

Iperplasia benigna prostatica
Per l'iperplasia benigna Tadalafil è dato in una dose di 5 mg al giorno, prese allo stesso tempo ogni giorno. 
L'uso con un bloccante alfa non è raccomandato. 
Nei pazienti che assumono potenti inibitori del CYP3A4 isoenzima del citocromo P450, come gli inibitori della proteasi di tipo ketoconazolo o ritonavir, la dose di Tadalafil non deve superare 10 mg una volta ogni 72 ore; 

Ipertensione arteriosa polmonare
Per migliorare l'abilità di esercizio nell'ipertensione arteriosa polmonare, il Tadalafil è somministrato oralmente ad una dose di  40 mg. una volta al giorno. 

Raccomandazioni importanti
La terapia con Tadalafil deve essere interrotta almeno 24 ore prima di iniziare il trattamento con ritonavir. 

Il tadalafil dovrebbe essere evitato in pazienti che assumono altri inibitori potenti del CYP3A4 ed in pazienti che assumono gli induttori potenti del CYP3A4. 

Aggiustamenti di dosaggio non sono necessarie in pazienti anziani

Raccomandazioni in caso di compromissione epatica o renale
Non raccomandato in caso di insufficienza epatica grave
Non raccomandato in caso di insufficienza renale con CrCl inferiore a 30 ml/min

Controindicazioni

controindicato in caso di terapia con nitrati o con alfabloccanti, pregresso ictus, retinite pigmentosa

29 ottobre 2018

Ipertensione arteriosa refrattaria/resistente alla tripla terapia ottimizzata e senza scompenso cardiaco

Gestire un'ipertensione recalcitrante richiede esperienza. 
Frequentemente vengono richiesti agenti multipli, i pazienti devono essere osservati e consigliati per quanto riguarda gli effetti contrari, l'aderenza del farmaco, le interazioni potenziali tra farmaci e le anomalie metaboliche. 

È possile che i pazienti richiedano uno screening delle cause di ipertensione secondarie.

Gli agenti rappresentativi delle varie categorie principali di trattamento, vale a dire: 
-i diuretici tiazidici (o similtiazidici)
-gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell'angiotensina-II 
-i bloccanti dei canali del calcio

dovrebbero essere massimizzati

N.b. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II non devono essere utilizzati insieme a causa del rischio di insufficienza renale acuta. 


L’opzione di quarta linea è generalmente lo spironolattone
L’eplerenone può essere usato come alternativa. 
Lo spironolattone e l’eplerenone sono controindicati nei pazienti con ipercalemia. 
Cautela dovrebbe essere usata anche nei pazienti con danno renale; può essere richiesto infatti un aggiustamento della dose o il farmaco può essere controindicato a seconda della gravità della compromissione renale o dell’indicazione all'uso (cioè, ipertensione arteriosa soltanto invece che insufficienza cardiaca)
La somministrazione concomitante con diuretici risparmiatori di potassio è controindicata.

Altrimenti, una sicura opzione di quarta o quinta linea è:
-un bloccante adrenergico periferico (betabloccante)
Gli alfa e beta-bloccanti (ad esempio, carvedilolo, labetololo) devono essere anche considerati.

L’idralazina ed il Minoxidil sono opzioni meno preferite e vengono usate raramente


In ultima analisi i medici con perizia nella gestione dei pazienti difficili hanno avuto successo usando una combinazione di un bloccante del canale del calcio di tipo diidropiridinico con un bloccante non-diidropiridinico (per esempio, amlodipina più diltiazem). 

La clonidina è generalmente evitata a causa degli effetti collaterali



I principi più importanti per la gestione del paziente impegnativo sono:

1) promuovere una maggiore aderenza alla terapia mediante il principio della riduzione della quantitá delle pillole da assumere (cioè, uso della pillola singola, formulazioni con combinazione di dosi fisse, evitare i regimi di dosaggi due volte-giorno, quando possibile)

2) massimizzare la dose del diuretico

3) usare lo spironolattone come quarto farmaco



Modifica dello stile di vita

A tutti i pazienti deve essere data una spiegazione approfondita derischi associati all'ipertensione e alla necessità di un adeguato controllo e aderenza alla terapia. 

Le modifiche dello stile di vita dovrebbero essere adottati per tutta la vita e dovrebbero includere:

-riduzione del sodio (≤ 1,5 g/die); supplementazione di potassio (3,5 a 5 g/die), preferibilmente mediante il consumo di una dieta ricca di potassio a meno che controindicato per la presenza di malattia renale cronica o per l'uso di farmaci che riducono l'escrezione di potassio

-approccio dietetico con diverse porzioni di frutta e verdura al giorno, cereali integrali, contenuto di sodio basso, proteine a basso contenuto di grassi

-mantenimento del  girovita < 102 cm per gli uomini e  < 88 cm per le donne e 

-perdita di peso per un BMI di circa 25 kg/m ^ 2; 

-maggiore attività fisica costituita da almeno 30 minuti di intensità moderata, esercizio dinamico aerobico (a piedi, jogging, ciclismo o nuoto) 5 giorni alla settimana per un totale di 150 minuti/settimana, come tollerato o raccomandato dal medico; 

-consumo limitato di alcool 


Infine dovrebbe essere considerato l’invio ad uno specialista dell'ipertensione. 

28 ottobre 2018

Febbre: sintomi da non sottovalutare e campanelli d’allarme

La febbre è il segnale più comune utilizzato dal corpo umano per dirci che all’interno del nostro organismo c’è qualcosa che impedisce il suo corretto funzionamento e da solo si è messo in moto per risolvere il problema. Infatti, la febbre non è una malattia ma, piuttosto, un sintomo che si manifesta come risposta dell’organismo a situazioni di pericolo, come un’infezione o un’infiammazione. È per questo che, oggigiorno, la maggioranza dei dottori sostiene che la febbre non debba essere eleminata ma soltanto tenuta sotto controllo, così che possa svolgere il suo naturale ruolo di stabilizzatore dell’ordine.

Ma quali sono le cause della febbre e i sintomi da non sottovalutare per riconoscere il suo arrivo? Secondo gli studi, la febbre è la conseguenza dell’aumento dei globuli bianchi che servono a combattere l’aggressione di agenti esterni come virus e batteri. Le sostanze che causano la febbre si chiamano pirogeni e ne esistono di due tipi, uno che proviene dall’esterno del corpo umano e che sostanzialmente attacca il nostro organismo e l’altro che invece viene prodotto al suo interno come difesa. I pirogeni esogeni sono quelli generati all’esterno e che producono i microrganismi (come per esempio le tossine) che attaccano l’organismo. Questi pirogeni esogeni causano quindi la febbre inducendo i globuli bianchi a rilasciare i propri pirogeni, che sono quindi interni, e che agiscono sull’area del nostro cervello che controlla la temperatura corporea facendo in modo che quest’ultima aumenti così da poter distruggere i microrganismi nocivi.

Ma oltre alle infezioni, la febbre può essere provocata anche da molti altri fattori come da infiammazioni, da colpi di calore, da una reazione a farmaci o vaccini, da una reazione allergica, da malattie autoimmuni, dai tumori o anche da esiti di interventi chirurgici. Tutti i disturbi infettivi possono provocare febbre, come infezioni delle vie respiratorie, delle vie urinarie, infezioni cutanee e gastrointestinali ma ci sono anche altre condizioni che provocano la febbre con maggiore probabilità. Tra i fattori di rischio troviamo: lo stato di salute della persona e la sua età, alcune attività lavorative, l’uso di alcuni farmaci, ecc. La sua classificazione avviene in base a ciò da cui deriva: può essere infettiva (la più comune), neoplastica (se causata dal cancro) o infiammatoria.

I sintomi associati alla febbre variano in base al disturbo o alla patologia correlata e possono essere: mal di testa, dolori muscolari, sudorazione, brividi, disidratazione, stanchezza o irritabilità e, nel caso in cui la febbre raggiunga picchi più elevati, si possono verificare anche confusione, allucinazioni e convulsioni. Ma la febbre presenta anche molti altri sintomi che non devono essere ignorati ma, anzi, riferiti tempestivamente al medico di base. Tra questi sintomi troviamo: mal di gola, nausea e vomito, eruzione cutanea, mancanza d’appetito, gonfiore dei linfonodi, difficoltà a respirare, dolore addominale, oppressione al torace e perdita di coscienza, perdita di peso improvvisa, piedi gonfi e cambio di abitudini intestinali.

Come già detto, la febbre non è una malattia ma una reazione, un campanello d’allarme che aiuta l’organismo a difendersi contro le infezioni quindi di per sé non è pericolosa e scompare generalmente da sola. La terapia migliore in questo caso è il riposo, insieme all’assunzione di molti liquidi e di pasti facilmente digeribili. Ma quando la febbre raggiunge temperature elevate (40/41°C), o persiste nel tempo, è bene recarsi dal medico o al pronto soccorso per ulteriori accertamenti e per farsi prescrivere la terapia adatta. Il medico potrà decidere di prescrivere alcuni esami per risalire alla causa, ricordiamo infatti che di norma la febbre è la conseguenza di un altro problema e non il problema stesso. Generalmente gli esami includono quelli del sangue, delle urine, tamponi faringei ed esami colturali che servono a risalire alle infezioni batteriche o virali. Se necessario, il medico prescriverà anche alcuni farmaci utili a far diminuire la temperatura corporea. Questi farmaci sono chiamati antipiretici e i più diffusi sono il paracetamolo e farmaci antinfiammatori come l’aspirina, l’ibuprofene e il naprossene. Gli antibiotici invece sono utili sono in caso di infezione batterica e inefficaci in caso di semplice influenza.

Cosa si può fare per evitare la febbre? Per scongiurare la febbre bisogna stare attenti ad evitare, ancora prima, le infezioni più comuni e lo si fa innanzitutto tramite vaccinazioni antinfluenzali, dopodiché seguendo le più basilari regole di igiene: lavarsi bene e frequentemente le mani è molto importante per evitare di immettere nel nostro corpo batteri che possano causare la febbre, così come coprirsi bocca e naso quando si tossisce e starnutisce. Inoltre bisogna stare attenti agli sbalzi termici tra caldo e freddo e coprirsi bene quando le temperature sono più basse. Durante l’inverno scegliete sempre un abbigliamento adeguato senza mai dimenticare guanti, sciarpa e cappello e privilegiate giacche e cappotti impermeabili e antivento. Anche a tavola si può prevenire la febbre e lo si fa assumendo sempre molti liquidi e mangiando molta frutta e verdura che contengono vitamine e sali minerali preziosi per l’organismo. Calore ed energia utili per il nostro corpo soprattutto durante i mesi freddi dell’anno sono garantiti da pasta, carne e pesce.

27 ottobre 2018

Tenesmo rettale

Contrazione dolorosa dello sfintere anale che puó precedere o seguire ogni scarica diarroica

Premiti

Contrazioni dolorose intestinale senza emissione di feci.

In ostetricia: la sensazione di aver bisogno di evacuare, dovuta alla pressione della testa fetale sul retto durante l’ultimo tratto del proprio percorso nel canale del parto.
Contraddistingue il periodo espulsivo







Addio influenza: é arrivata Xofluza

Xofluza é il farmaco approvato per il trattamento dell’influenza

Approvazione da parte dell’FDA: 24 ottobre 2018

Nome commerciale: Xofluza

Nome generico: baloxavir marboxil

Formulazione: compresse

Azienda produttrice: Genentech, Inc.

Indicazioni: trattamento dell'influenza acuta non complicata

Xofluza (baloxavir marboxil) è un’inibitore dell’endonucleasi per il trattamento dell'influenza in pazienti di 12 anni di età e più anziani.

Xofluza è assunto come una singola dose per via orale entro 48 ore dall’insorgenza dei sintomi.

Il dosaggio approvato raccomandato di Xofluza è basato sul peso corporeo:

Dose singola di 40 mg per i pazienti da 40 kg a < 80 kg
Dose singola di 80 mg per pazienti ≥ 80 kg

Importanti informazioni sulla sicurezza
Controindicato in caso di allergia a baloxavir marboxil o uno qualsiasi degli ingredienti contenuti in Xofluza.
Non indicato nelle pazienti incinte o che intendono rimanere incinte o che allattano al seno 
Assumere Xofluza con o senza cibo. 
Non assumere Xofluza con i latticini, le bevande calcio-fortificate, i lassativi, gli antiacidi o gli integratori orali che contengono ferro, zinco, selenio, calcio o magnesio.

Gli effetti secondari più comuni sono diarrea, bronchite, nausea, sintomi del raffreddore comune (rinofaringite) e emicrania.


Xofluza non è efficace nel trattamento di infezioni diverse dall'influenza. 

26 ottobre 2018

Terazosina, un effetto collaterale

Può essere associata ad una complicanza della chirurgia della cataratta, la cosiddetta sindrome dell'iride a bandiera.

Perciò nei pazienti che devono sottoporsi a tale chirurgia l'inizio del trattamento con la terazosina dovrebbe essere posposto all'esecuzione dell'intervento.

Purtroppo spesso non si è consapevoli delle complicanze intraoperatorie associate a tamsulosina in caso di chirurgia della cataratta, né del nesso tra alfa-bloccanti e questa complicanza, né del fatto che alcuni alfa-bloccanti hanno maggiori probabilità di provocarla rispetto ad altri.

L’interruzione degli alfa-bloccanti prima dell’intervento non aiuta, ma per fortuna le tecniche intraoperatorie attualmente sono migliorate per rendere la sindrome meno complicata.

Lisinopril, farmacocinetica

Il lisinopril è lentamente e incompletamente assorbito dopo dosi orali.

In media circa il 25% di una dose viene assorbita, ma la quantitá varia sensibilmente da individuo ad individuo, variando dal 6 al 60%.

Esso é già un diacido attivo e non ha bisogno di essere metabolizzato in vivo.

Il picco della concentrazione nel plasma si verifica dopo circa 7 ore.

Lisinopril non si lega significativamente alle proteine plasmatiche.

È escreto invariato nelle urine.

L’emivita efficace per l'accumulo dopo dosi multiple è di 12 ore in pazienti con funzione renale normale.

Lisinopril é rimosso dall’emodialisi.

23 ottobre 2018

L'inibizione della Neprilisina può ridurre il deterioramento della funzione renale nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e insufficienza cardiaca cronica

L'inibizione della Neprilisina attenua il deterioramento della funzionalità renale in soggetti con diabete mellito di tipo 2 e insufficienza cardiaca cronica quando il sistema renina-angiotensina viene bloccato in modo marcato.

E' stata effettuata una analisi intention-to-treat secondaria di PARADIGM-HF, uno studio randomizzato in doppio cieco.

Lo studio originale comprendeva 8399 soggetti con disfunzione sistolica e insufficienza cardiaca cronica, 3784 dei quali soffrivano di diabete mellito e 4615 senza. 
L'associazione Valsartan e Sacubitril [ Entresto ] ( 103 mg / 97 mg due volte al giorno ) è stata messa a confronto con Enalapril [ Enapren ] ( 10 mg due volte per giorno ). 

L'analisi secondaria ha valutato la velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) durante un periodo di follow-up di 44 mesi.

Nei soggetti con diabete, eGFR è diminuito di 2.0 ml/min per 1.73 m2 all'anno ( IC 95% 1.9-2.1 ), sebbene nei soggetti senza diabete sia diminuito di 1.1 ml/min per 1.73 m2 all'anno ( da 1.0 a 1.2; P inferiore a 0.0001 ).

I partecipanti trattati con Valsartan e Sacubitril hanno mostrato un tasso di minore diminuzione di eGFR rispetto a quelli trattati con Enalapril ( -1.3 vs -1.8 mL/min per 1.73 m2 all'anno, P inferiore a 0.0001 ).

Inoltre, l'effetto benefico è risultato maggiore per i partecipanti con diabete mellito di tipo 2 che per quelli senza malattia diabetica ( 0.6 ml/min per 1.73 m2 all'anno [ 0.4-0.8 ] vs 0.3 ml/min per 1.73 m2 all'anno [ 0.2-0.5 ]; P per interazione = 0.038 ). 
Non è stata trovata alcuna spiegazione sul motivo per cui l'effetto fosse maggiore per quelli con diabete.

Quando il cGMP ( guanosina monofosfato ciclico ) urinario è stato preso in considerazione per l'aggiustamento delle variazioni di eGFR, la combinazione Valsartan e Sacubitril non ha più mostrato un evidente beneficio rispetto ad Enalapril ( P = 0.41 ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti con blocco del sistema renina-angiotensina, l'inibizione della Neprilisina attenua l'effetto del diabete ad accelerare il deterioramento della funzionalità renale che si verifica nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. ( Xagena2018 )

Fonte: The Lancet Diabetes & Endocrinology, 2018

Cardio2018 Endo2018 Nefro2018 Farma2018

22 ottobre 2018

BENADRYL (Difenidramina cloridrato)

La difenidramina è un farmaco antiistaminico appartenente al gruppo degli H1antagonisti

Indicazioni
Trattamento sintomatico delle pollinosi stagionali (riniti, congiuntiviti), dell’orticaria e del prurito. Rinite vasomotoria.

Confezioni
BENADRYL ELISIR
100 ml contengono: difenidramina cloridrato mg 250.
5 ml (= 1 cucchiaino) contengono mg 12,5 di difenidramina cloridrato.

BENADRYL CAPSULE
1 capsula contiene: difenidramina cloridrato mg 25.

Posologia
Ricorda che l’assorbimento del Benadryl è abbastanza rapido. Il massimo dell’attività farmacodinamica si raggiunge in circa un’ora.

Adulti: 25-50 mg (= 1-2 capsule o 2-4 cucchiaini) 3-4 volte al dì.

Posologia in rapporto al peso corporeo, dosi raccomandate: 5 mg/Kg/24 ore.

Non superare le dosi consigliate.

Controindicazioni
bambini al di sotto dei 2 anni, durante la gravidanza e l’allatta­mento, 
pazienti in trattamento con inibitori delle monoami­nossidasi (IMAO) o 
nella terapia delle affezioni delle basse vie respiratorie, compresa l’asma bronchiale.


Per gli effetti anticolinergici il prodotto non deve essere utilizzato in caso di glaucoma, nell’ipertrofia prostatica, nell’ostruzione del collo vescicale, nelle stenosi piloriche e duodenali o di altri tratti dell’apparato gastroenterico ed urogenitale.

Sindrome anafilattoide della gravidanza, cause

Collasso cardiovascolare, ipotensione
Sindromi coronariche acute, infarto miocardico.
Cardiomiopatia.
Embolia polmonare.
Complicazioni dell’anestesia, reazione da trasfusione.
Sepsi, sindrome da risposta infiammatoria sistemica.


Arresto respiratorio
Embolia polmonare, embolia gassosa.
Complicazioni anestesia, reazione di trasfusione.
Aspirazione.


Stato mentale alterato, convulsioni
Eclampsia.
Accidente cerebrovascolare.
Ipoglicemia.


Coagulopatia
Coagulazione intravascolare disseminata.

Coagulopatia da consumo per emorragia ostetrica

Aborti ricorrenti, cause

Anomalie anatomiche congenite.

Aderenze (sinechie uterine).

Fibromi uterini.

Endometriosi.

Anomalie endocrine (insufficienza della fase luteinica, ipotiroidismo, diabete mellito incontrollato).

Anomalie cromosomiche

Infezioni materne (Mycoplasma della cervice, ureaplasma, Chlamydia).

Esposizione a dietilstilbestrolo, esposizione a metalli pesanti.

Trombocitosi.

Immunità allogenica, autoimmunità, lupus anticoagulans.

SCROTO ACUTO, CAUSE

Torsione testicolare

Epididimite

Neoplasia testicolare

Orchite

Trauma

Ostruzione biliare, cause

Benigne

Coledocolitiasi

Emobilia

Malattie biliari congenite

Malattia di Caroli *

Cisti del coledoco

Colangite

Colangite piogenica acuta *

Parassiti biliari *

Colangite piogenica ricorrente *

Colangiopatia da HIV

Colangite sclerosante



Neoplasie

Colangiocarcinoma

Carcinoma della cistifellea

Tumori localmente invasivi (specialmente adenocarcinoma pancreatico)

Tumori ampollari

Metastasi



Compressione estrinseca

Sindrome di Mirizzi *

Pancreatite

Adenopatie



* si presentano con ittero doloroso

Complicanze dell’ipertensione arteriosa

insufficienza cardiaca

insufficienza renale

ipertrofia ventricolare sinistra

infarto del miocardio

emorragia retinica

ictus

cardiopatia ipertensiva

effetti collaterali dei farmaci assunti per la malattia

20 ottobre 2018

Violenza sessuale, profilassi farmacologica postesposizione

I centri per il controllo e la prevenzione delle malattie raccomandano una profilassi antibiotica empirica di potenziali infezioni sessualmente trasmissibili (in particolare, gonorrea, clamidia, tricomoniasi, e potenzialmente la sifilide)

Le colture non sono necessarie prima di iniziare il trattamento, ma possono essere considerate come parte della raccolta di prove routinarie

Gonorrea
ceftriaxone 250 mg IM una volta. 
Nota: i chinoloni non sono più raccomandati per il trattamento della gonorrea. 

Clamidia
Azitromicina 1 g per os in dose singola, o doxiciclina 100 mg per os per 7 giorni, o eritromicina base 500 mg PO quattro volte al di per 7 giorni, o eritromicina etilsuccinato 800 mg PO quattro volte al di per 7 giorni

Sifilide
benzatina penicillina G 2 a 4 milioni unità im una volta, o doxiciclina 100 mg per os per 14 giorni. Alcuni suggeriscono ceftriaxone 1 g/die, sia im/IV, per 8 a 10 giorni, ma inefficacia del trattamento è stato segnalato in diverse aree geografiche. 

Tricomoniasi e vaginosi batterica
se presenti (se le colture sono state raccolte): metronidazolo 2 g per os una volta, o metronidazolo 500 mg po due volte al di per 7 giorni (considerare la dose singola per massimizzare la conformità), o Metronidazole Gel 0,75% 1 applicatore completo (5 g) intravaginale ogni giorno per 5 giorni; o crema di clindamicina 2% 1 applicatore completo (5 g) intravaginale al momento di coricarsi per 7 giorni (considerato meno efficace del metronidazolo per os)

HIV
attualmente, vi è una bassa probabilità di trasmissione dell'Hiv, ma solitamente si raccomanda la profilassi post-esposizione per le vittime di violenza sessuale. 
Il regime è di 3 a 7 giorni, con follow-up a breve termine e consulenza di uno specialista familiare con regimi postesposizione
Più efficace se avviato entro 4 ore, in tal modo potrebbe ridurre la trasmissione di ben l'80%; improbabile che possa essere vantaggioso se iniziato dopo 72 ore. 

Epatite b
se é un'infezione prevalente in zona o l’aggressore é noto per essere ad alto rischio: epatite b immunoglobuline 0,06 ml/kg im, in singola dose, con avvio della vaccinazione con 3-dosi  di vaccino per il virus dell'epatite b 
Nessun trattamento se la vittima ha avuta una serie completa di vaccinazione per epatite B, con livelli documentati di immunità

Profilassi di gravidanza 
utilizzare Levonorgestrel 1,5 mg una volta (piano B, progestinici solo), efficace per un massimo di 5 giorni dopo l'incidente. 
Levonorgestrel da solo si è dimostrato più efficace del regime Yuzpe (ASSOCIAZIONE DI LEVONORGESTREL ED ETINILESTRADIOLO), un metodo di contraccezione di emergenza, in Italia off label

In alternativa, può essere utilizzato ulipristal acetato (ESMYA) 30 μg una sola volta 

19 ottobre 2018

Ho il diabete e l'insufficienza renale, cosa devo fare?

Potresti aver bisogno di un nefrologo
Un dietista può essere anche utile.

I seguenti provvedimenti possono aiutare i tuoi reni a funzionare meglio e durare più a lungo:

1)Controlla la glicemia
Il modo migliore per prevenire o rallentare il danno renale è quello di mantenere la tua glicemia ben controllata. Questo è di solito avviene con la dieta, l'esercizio fisico, e, se necessario, l'insulina o gli ipoglicemizzanti orali

2)Controlla la pressione arteriosa alta
Un'alta pressione arteriosa può aumentare le probabilità di ottenere insufficienza renale.

3)Proteggi la funzione renale assumendo ACE-inibitori o ARB
La ricerca suggerisce che questi farmaci possono rallentare la perdita di funzione renale in tutti i diabetici, anche quelli con pressione arteriosa normale.

4)Limita la quantità di proteine che assumi
I diabetici affetti malattia renale dovrebbero assumere abbastanza proteine per una buona salute, ma evitare di mangiarne troppe.
La ricerca suggerisce che mangiare meno proteine può rallentare i danni renali. Dov
È necessario pianificare questo con un dietista che specializzato in malattie renali.

5)Segnala al medico qualsiasi difficoltà ad urinare
Il trattamento precoce delle infezioni delle vie urinarie è importante.
Alcuni segni di infezione urinaria potrebbe essere:
-la frequente necessità ad urinare
-il bruciore o il dolore con la minzione
-l'urina macchiata di sangue

6)Limita la quantità di sale nella dieta per aiutare a controllare la pressione arteriosa alta e ridurre l'edema del corpo.

7)Non usare farmaci che possono danneggiare i reni soprattutto i fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) come ibuprofene e naproxene.

8)Controlla con il medico prima di assumere qualsiasi integratori a base di erbe,
Alcuni potrebbero danneggiare i reni.

9)Mantieni sotto controllo i livelli di colesterolo e lipidi.
Ciò contribuirà a prevenire ulteriori danni ai vasi sanguigni più grandi, come quelli cerebrali e cardiaci

15 ottobre 2018

Cancroide

L'ulcera molle o cancroide è una malattia sessualmente trasmessa caratterizzata da un’ulcera genitale dolorosa e da adenopatia infiammatoria inguinale. 

Sinonimo
ulcera molle

Epidemiologia e demografia
Causa frequente di ulcera genitale in tutto il mondo. 
L'incidenza esatta è sconosciuta. 
Quando l'infezione si verifica, di solito è associata a focolai sporadici e in associazione con il sesso commerciale per le droghe, in particolare la cocaina crack.
Si verifica più frequentemente negli uomini (rapporto maschio : femminile di 5:1 a 10:1). L'infezione clinica è rara nelle donne.
Vi è una maggiore incidenza in uomini non circoncisi e nelle regioni tropicali e subtropicali. 
Il periodo di incubazione è di 4-7 giorni ma può richiedere fino a 3 settimane
Vi é alta incidenza di un'infezione HIV connessa con l'ulcera molle. 


Presentazione clinica
Da uno a tre ulcere estremamente dolorose accompagnate da una linfadenopatia inguinale soffice (specialmente se fluttuante). 
Il cancroide è tipicamente morbido in confronto al cancro duro, indolente della sifilide.

Nelle donne: la lesione iniziale si verifica a livello di piccole labbra, uretra, cervice, o ano; pustole infiammatorie o papule che si rompono, lasciando una ulcerazione superficiale, non dura, di solito 1 a 2 cm di diametro con bordo cencioso
La linfadenopatia uniIaterale si sviluppa successivamente, 1 settimana dopo nel 50% dei pazienti. 

Eziologia
La causa é un bacillo, l’Haemophilus ducreyi


Diagnosi
Diagnosi differenziale
È con le altre malattie genitoulcerative come la sifilide, herpes, linfogranuloma venereo, granuloma inguinale

Workup
La diagnosi basata sull’anamnesi e sull'esame fisico è spesso inadeguata. 
Deve escludere la sifilide nelle donne a causa delle conseguenze di una terapia inadeguata in quelle che sono incinte. 


La diagnosi definitiva è fatta dall'isolamento dell'organismo dalla coltura dalle ulcere. I mezzi di coltura speciali per H. ducreyi non sono ampiamente disponibili commercialmente ed anche quando questi mezzi sono usati, la sensibilità è < 80%. 

I criteri per la diagnosi clinica comprendono tutti i seguenti elementi:
1. ulcere genitali dolorose singole o multiple
2. nessuna prova per sostenere una diagnosi di sifilide (nessuna prova dell'infezione di T. pallidum in campo oscuro o dall'ulcera essudata o tramite una prova sierologica per la sifilide effettuata almeno 7 giorni dopo l'inizio delle ulcere)
3. una presentazione e un’apparenza clinica tipica dell'ulcera e, se presente, linfadenopatia regionale sono tipiche per l'ulcera molle
4. una prova negativa (prova di PCR di HSV o coltura di HSV) per la presenza di HSV nell'essudato dell'ulcera

Test di laboratorio
Microscopia campo scuro, RPR, colture HSV, cultura H. ducreyi, il test HIV é raccomandato


Trattamento
Terapia non farmacologica

I noduli fluctuanti dovrebbero essere aspirati attraverso la cute adiacente sana.
Incisione e drenaggio sono sconsigliati perché ritardano la guarigione. 
Utilizzare impacchi caldi per rimuovere il materiale necrotico. 

Terapia
Azitromicina 1 g PO (dose singola) o
Ceftriaxone 250 mg IM (dose singola) o
Ciprofloxacina 500 mg PO bis in die per 3 giorni o
Eritromicina 500 mg PO quattro volte al di per 7 giorni

Nota bene: la ciprofloxacina è controindicata nei pazienti in gravidanza, allattamento, o < 18 anni
I pazienti affetti da HIV possono avere bisogno di una terapia più prolungata. 


Disposizioni
Tutti i partner sessuali devono essere trattati con uno dei suddetti regimi
I pazienti devono essere riesaminati da 3 a 7 giorni dall'Inizio della terapia. 
Le ulcere dovrebbero migliorare dal punto di vista sintomatico in 3 giorni ed obiettivamente in 7 giorni dopo l'inizio di una terapia riuscita. 


Commenti
L’HSV-1 e la sifilide sono le cause più comuni di ulcere genitali seguite dall’ulcera molle, linfogranuloma venereo e granuloma inguinale

La combinazione di un'ulcera genitale dolorosa e di adenopatia morbida suppurativa inguinale suggerisce la diagnosi di ulcera molle.