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10 gennaio 2020

Alcune informazioni sui calcoli renali e sulle indicazioni all'ospedalizzazione


É ormai risaputo che fino al 98% dei calcoli di dimensioni inferiori a 5 mm di diametro, in particolare quelli nell'uretere distale, passano spontaneamente
I calcoli superiori a 7-8 mm hanno meno del 20% di possibilità di passaggio spontaneo.  
Queste cifre dovrebbero contribuire alla decisione relativa all'osservazione, al ricovero in ospedale o all'intervento immediato.  

Studi controllati hanno dimostrato che il passaggio di calcoli ureterali distali può essere facilitato dalla somministrazione di steroidi per ridurre l'edema ureterale e nifedipina o tamsulosina per ridurre lo spasmo uretetale.
Questi studi sono stati effettuati in pazienti ambulatoriali; se tali regimi possano ridurre i ricoveri ospedalieri non è chiaro.

I pazienti con infezione e ostruzione delle vie urinarie sono a rischio di danni al parenchima renale e urosepsi e, pertanto, devono essere ricoverati in ospedale.  

Il sollievo dell'ostruzione dovrebbe essere effettuato rapidamente mediante un approccio radiologico urologico o interventistico e la somministrazione di antibiotici 

Anche se la colica renale spesso è gestibile in ambulatorio con farmaci orali, un dolore intrattabile, accompagnato da nausea e vomito, potrebbe imporre anche un ricovero in ospedale.  
I pazienti con gradi più elevati di ostruzione hanno maggiori probabilità di perdere la funzione renale nel tempo se l'ostruzione non è alleviata.  

I calcoli più grandi hanno meno probabilità di passare e più spesso portano al ricovero in ospedale.  
Anche le anomalie anatomiche, come i reni a ferro di cavallo o i doppi bacinetti, impediscono il passaggio spontaneo della pietra e possono supportare la decisione di ammissione.  

L'insufficienza renale di grado tale che necessita di dialisi a causa di un'ostruzione bilaterale, o di un'ostruzione di un rene solitario, è sempre un'indicazione per l'ammissione.

I pazienti con ritenzione urinaria derivante da ipertrofia prostatica benigna alleviata dalla cateterizzazione non dovrebbero essere ricoverati se adeguatamente istruiti per quanto riguarda l'uso del sacchetto di drenaggio.  
La terapia definitiva può includere l'istituzione immediata di alfa-bloccanti che portano a un processo di rimozione del catetere.  Se questa alternativa fallisce, possono essere necessari l'intervento chirurgico o altre terapie ablative per l'ipertrofia prostatica benigna.