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27 giugno 2019

Prevenire l'osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità ossea, con un conseguente aumento del rischio di frattura.


La prevenzione dell'osteoporosi è importante perché la perdita ossea con l'invecchiamento è difficile da correggere. 

Il trattamento stabilizza la malattia aumentando la densità di massa ossea (BMD), riducendo il rischio di frattura e, nel caso dell'ormone paratiroideo, ripristinando la forza ossea. 

Il picco di massa ossea (PMO) è la quantità di tessuto minerale osseo presente alla fine dell'accrescimento; esso viene raggiunto intorno ai 16-18 anni per le femmine e intorno ai 20-22 nei maschi. 
Nel corso del terzo decennio di vita si verificano ancora dei minimi incrementi del contenuto minerale osseo.


Un più basso picco di massa ossea nella prima età adulta può determinare la forza ossea e il rischio di frattura decenni dopo. 
Perciò la prevenzione inizia con una buona alimentazione, l'attività fisica e l'esercizio fisico che ottimizzano la massa ossea durante gli anni di formazione ossea. 

Altri fattori di stile di vita che possono essere modificati sono quello di scoraggiare il fumo di sigaretta e l'assunzione eccessiva di alcool. 

I farmaci che possono essere dannosi per la salute delle ossa, come i glucocorticoidi e gli anticonvulsivanti, devono essere strettamente monitorati e utilizzati per la minima durata.

Calcio e vitamina D sono entrambi fisiologicamente vitali nella formazione ossea. Tuttavia, gli studi sui benefici della prevenzione primaria utilizzando calcio e vitamina D sono conflittuali.

Alcuni studi hanno dimostrato aumenti nella densità di massa ossea (BMD) e riduzione del rischio di frattura nei pazienti a rischio a cui è stato somministrato sia calcio che vitamina D. 

La fondazione nazionale dell'osteoporosi (NOF) raccomanda 1200 mg di calcio elementare e da 800 a 1000 UI. di vitamina D al giorno per le donne in postmenopausa. 

Nuove evidenze, tuttavia, non supportano il calcio o la vitamina D dietetico o supplementare per ridurre il rischio di fratture negli adulti nella prevenzione primaria di individui ad alto rischio.