RICERCA TRA GLI OLTRE 10MILA ARGOMENTI

12 novembre 2017

Sindrome delle tre H

La sindrome “delle tre H” dall’inglese Hyperornithinemia–Hyperammonemia-Homocitrullinuria Syndrome è una rara malattia metabolica, a trasmissione autosomica recessiva, a carico del ciclo dell’urea.
È dovuta a un difetto di ingresso di ornitina nel mitocondrio, che dà luogo, secondariamente, a un deficit funzionale di ornitina transcarbamilasi e ornitina aminotransferasi.

La malattia insorge sia nel periodo neonatale che più tardivamente nell'infanzia o adolescenza, con coma iperammoniemico, ipotonia e convulsioni ed é caratterizzato da una certa avversione per i cibi ricchi di proteine, encefalopatia progressiva con regressione mentale e segni di disfunzione motoria.
La letargia ed il coma sono frequenti sin dall’esordio della malattia, mentre la disfunzione piramidale e le anormalità cognitive/comportamentali rappresentano le caratteristiche cliniche più comuni nei casi ad esordio tardivo o durante il corso della malattia.

Negli adulti con lieve coinvolgimento si può osservare iperammoniemia con interessamento epatico, senza segni neurologici.

La diagnosi si basa sul riconoscimento di segni clinici e sulla peculiare triade metabolica di iperammoniemia (eccesso di ammoniaca nel sangue)
iperornitinemia (eccesso di ornitina nel sangue) ed 
 escrezione urinaria di omocitrullina.

Non curata, la malattia può evolvere verso il ritardo mentale, la paraplegia spastica e l'interessamento della sostanza bianca.

Il trattamento consiste in una dieta povera di proteine, associata a supplementazione di arginina e citrullina.
Alcuni pazienti rispondono bene alla supplementazione di ornitina (apparentemente paradossale).

Ammoniemia aumentata, condizioni che la causano

Ridotto breakdown dell’ammonio:

Alterata capacità di eliminare la normale quantità di ammonio

A)Malattie metaboliche ereditarie

Difetti del ciclo dell'urea: [Sindrome di HHH (omocitrullinuria iperammoniemia, iperornitinemia)]

Acidemie organiche

Aminoacidopatie

Malattia emolitica del neonato

B)Disturbi acquisiti

Malattie del fegato
insufficienza epatica
cirrosi

Sindrome di Reye

Bypass del fegato
cirrosi
shunt porto-cavale


Aumento della produzione di ammonio nel plasma:

Emorragia gastrointestinale

Infezione del tratto urogenitale con distensione e stasi

Dieta ricca di proteine

Altre cause
alcuni neonati normali (solitamente vi é ritorno alla normalità in 48 ore)
asfissia perinatale
fumatori
sforzo muscolare
nutrizione parenterale totale
posizionamento di un laccio emostatico


Malattia sistemiche
shock
grave insufficienza cardiaca congestizia
pericardite
leucemia
danni renali

Malattie autoimmuni

Malattia di Crohn

Psoriasi

Artrite reumatoide

Sarcoidosi

Lupus eritematoso sistematico (SLE)

Glicosuria e chetonuria, rilevazione con striscette test per urina, significato e importanza

Glicosuria
Si rileva glicosuria quando il glucosio del siero è sufficientemente elevato da passare nell'urina [normalmente il glucosio sarà presente nelle urine quando la glicemia é superiore a 180 mg/dl]

Chetonuria
Questo test misura i chetoni, tra cui acetone e acido acetoacetico, nelle urine
Ricorda che
i chetoni sono formati dal metabolismo degli acidi grassi/grassi
Nei pazienti normali, i chetoni sono formati nel fegato e completamente metabolizzati e quindi non sono rilevabili nelle urine.
Quando è alterato il metabolismo dei carboidrati, si produce un'eccessiva quantità di chetoni (acidosi), perché i grassi divengono il combustibile predominante nell’organismo invece che i carboidrati

Il test é molto sensibili e specifico
Non darà un risultato positivo per altri zuccheri nelle urine eccetto che per il glucosio

È utile per monitorare la glicosuria e la chetonuria nelle seguenti condizioni:
-pazienti diabetici trattati con ipoglicemizzanti orali
-nel caso in cui il trattamento è commutato da insulina agli agenti ipoglicemizzanti orali (uno sviluppo di chetonuria entro 24 ore dalla sospensione dell’insulina di solito indica una scarsa risposta agli agenti ipoglicemizzanti orali)
-per giudicare la gravità dell'acidosi e monitorare la risposta al trattamento

11 novembre 2017

Chetoacidosi diabetica, come può manifestarsi clinicamente

Odore di acetone (di frutta) nel respiro

Dolore addominale (30%)

Coma

Disidratazione

Ipotermia

Respiro di Kussmaul

Stato confusiale

Nausea e vomito (50-80% dei casi)

Tachicardia e ipotensione

Tachipnea

Debolezza e letargia

Irsutismo/virilizzazione nella donna, come si presenta clinicamente

Peli sul il viso, mento, parte bassa dell’addome, braccia, gambe, aree periareolari delle mammelle

Slargamento del clitoride

Perdita di capelli in area temporale

Atrofia del seno

Approfondimento della voce

Deidroepiandrosterone (DHEA), Integratori sintetici di

Sono solitamente derivati sintetici di diosgenina, una sterolo vegetale estratto dall'igname selvatico messicano

Attenzione!
Dosi elevate possono aumentare il rischio di sviluppare ginecomastia negli uomini, irsutismo nelle donne, stimolazione della prostata e cancro del seno

Alcuni presunti effetti:
Miglioramento della massa muscolare
Riduzione del grasso corporeo
Riduzione dei livelli di colesterolo
Miglioramento del sonno notturno
Migliorate capacità in condizioni di stress
Miglioramento delle funzioni cognitive nella malattia di Alzheimer
Miglioramento della libido
Miglioramento dell'umore
Maggiore senso di benessere
"Stimolazione" del sistema immunitario

Deidroepiandrosterone (DHEA), condizioni associate a livelli elevati

Tumori surrenalici
Iperplasia adrenalica congenita
Sindrome dell'ovaio policistico
Sindrome di Stein-Leventhal
Farmaci
ACTH
Clomifene

ANTICOAGULANTI E ANTIAGGREGANTI

Anticoagulanti

Gli anticoagulanti bloccano i fattori della coagulazione e vengono utilizzati

-per le Trombosi venose
ma sono utili anche
-per trattare le Trombosi che si verificano nelle arterie (per esempio le
coronarie o le carotidi)
-per prevenire la produzione di emboli che causano Ictus cerebrale, in caso di fibrillazione atriale


Quali sono:

Eparina
è un potente farmaco antitrombotico

Distinguiamo
1) Eparina calcica (calciparina)
Si somministra per via endovenosa per infusione

La sua efficacia viene misurata attraverso il PTT (Tempo di Tromboplastina Parziale)
Il suo uso è riservato a casi particolari (pazienti con insufficienza renale grave) e richiede comunque un attento monitoraggio del PTT con prelievo di sangue per confermare che la dose assunta sia efficace.

2) Eparine a basso peso molecolare
Ottenute alla frammentazione della molecola dell’eparina 
Ricordiamo:
enoxaparina, dalteparina, nadroparina,reviparina, bemiparina, parnaparina

Esse hanno il vantaggio di
-essere efficaci con un dosaggio proporzionale al peso del paziente, con una o due somministrazioni al giorno
-di non richiedere un monitoraggio attraverso prelievi di sangue.

Si somministrano sottocute una o due volte al giorno

Nei primi giorni d’uso è prudente controllare l’emocromo con una conta piastrinica, almeno due prelievi nei primi dieci giorni di utilizzo: un calo importante delle piastrine che si verifichi fra il primo e il secondo prelievo potrebbe indicare una reazione autoimmune di distruzione delle piastrine e comporta un rischio emorragico aumentato.

Le eparine non sono tutte uguali, e non vanno mai scambiate l’una con l’altra, salvo casi di intolleranza a una molecola specifica.


L'eparina si usa:
-per trattare la trombosi arteriosa o venosa acuta
-per trattare l’embolia polmonare
-per sostituire la terapia con dicumarolici o la terapia antiaggregante prima di interventi
chirurgici o diagnostici invasivi (scopie con biopsia)
-per la prevenzione della trombosi venosa profonda in pazienti ad alto rischio, candidati a interventi di chirurgia, soprattutto ortopedica, ginecologica, addominale, polmonare, urologica, per tumori, o che abbiano subito fratture degli arti inferiori e siano immobilizzati a letto o portino il gesso
-in gravidanza in particolari pazienti ad alto rischio (poliaborti, età avanzata, precedenti trombosi)
-in pazienti con assetto trombofilico con precedenti malattie da Trombosi
-per sostituire l’anticoagulante orale (Sintrom e Coumadin) in pazienti all' iniziodi una gravidanza; questi infatti sono sconsigliati in previsione o durante una gravidanza, perché possono provocare alterazioni nello sviluppo del feto
-in tutte le situazioni in cui esiste il rischio di una trombosi.



Anticoagulanti Orali (Dicumarolici)
sono il Warfarin (Coumadin) e il suo derivato Acenocumarolo (Sintrom).
Essi agiscono riducendo la produzione di fattori della coagulazione da parte del fegato ma non agiscono sulle piastrine.

La loro azione non è prevedibile, infatti per ogni singolo paziente deve essere trovata la giusta dose di farmaco
Il loro effetto viene misurato mediante PT (tempo di protrombina) espresso come INR (Rapporto Internazionale Normalizzato):
Maggiore è l’INR, tanto più fluido è il sangue.


Quando usi gli anticoagulanti orali?

In caso di:

-trombosi venosa o arteriosa

-fibrillazione atriale

-fibrillane atriale e recente TIA

-valvulopatie

-protesi valvolari

-post embolia arteriosa periferica

-post trombosi venosa profonda spontanea

-alcuni tipi di tumore

-acuni casi di postinfarto miocardico e bypass

-cardiopatia dilatativa

-post embolia polmonare

-arteriopatia periferica con recidiva nonostante aggreganti

-forame ovale pervio

-aneurisma del setto interatriale




Antiaggreganti

I farmaci antiaggreganti rendono il sangue più fluido impedendo alle piastrine di aggregarsi e quindi di formare Trombi.

Non interferiscono con i tests della coagulazione (PT e PTT) che rimangono normali.

Provocano invece un allungamento del tempo di emorragia

Quelli più comunemente usati sono:
Acido acetilsalicilico (Aspirina), Ticlopidina, Clopidogrel, Indobufene, Dipiridamolo.

Gli antiaggreganti agiscono sulle piastrine e sono efficaci solo per la prevenzione:
-delle Trombosi e delle Embolie nelle arterie

Sono quindi molto efficaci nella cura e nella prevenzione delle Trombosi ed Embolie arteriose e cioè
-Infarto del miocardio
-Ictus cerebrale
-Arteriopatie periferiche

Si usano quindi:
dopo un Infarto del miocardio, per prevenirne un secondo
per prevenire l’Infarto in un paziente con angina stabile o instabile
dopo un Ictus cerebrale ischemico
dopo un TIA (attacco ischemico transitorio) cerebrale;


















8 novembre 2017

Faringite acuta, trattamento

Ad un paziente ad alto rischio cioé con mal di gola, storia di cardite reumatica o malattia valvolare, dovrebbe essere prescritto immediato trattamento antibiotico, in attesa dei risultati della coltura.

Una singola iniezione intramuscolare di penicillina benzatina ha dimostrata di essere un po' più efficace della penicillina VK orale per il trattamento della faringite streptococcica assicurando nel contempo anche una buona compliance

Il trattamento di un’infezione dello spazio parafaringeo include la protezione delle vie respiratorie, il drenaggio chirurgico in sala operatoria e la somministrazione di antibiotici per via endovenosa attivi contro gli streptococchi e gli anaerobi orali (ad es., penicillina 2 milioni unità ogni 4 – 6 h e.v. e metronidazolo 500 mg tre volte al di e.v. o cefoxitina 2 g tre volte al di e.v. o ampicillina-sulbactam 2 gm. e.v. ogni h)

Faringite, batteri frequentemente implicati

La più importante causa batterica di faringite è lo streptococco di gruppo A

Altre cause batteriche di faringite includono:
Streptococcus di gruppo C e G
Arcanobacterium haemolyticum
Neisseria gonorrhoeae
Corynebacterium diphtheriae (difterite)
Micoplasma pneumoniae
Chlamydophila pneumoniae

Diarrea cronica, cause piú comuni

Sindrome dell'intestino irritabile

Deficit di lattasi

Parassitosi

Caffeina

Alcool

Abuso di lassativi

Noduli polmonari maligni, probabilitá

1) La presenza di un nodulo solitario del polmone nei campi superiori del polmone aumenta la probabilità che si tratti di neoplasia

2) Noduli polmonari solitari superiori a 2cm di diametro in fumatori, di dimensioni crescenti o con bordi irregolari hanno maggiori probabilità di essere maligni.

A Verona realizzati per la prima volta in Italia 5 innovativi interventi di chirurgia robotica

VERONA - E’ nella Città di Verona che si è dato vita ad una nuova frontiera nel mondo dell’ortopedia, realizzando, nella locale Clinica San Francesco, una  struttura sanitaria privata polispecialistica autorizzata dalla Regione Veneto e accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. Per la prima volta in Italia sono stati effettuai cinque interventi di sostituzione protesica totale di ginocchio mediante procedura robotica, tutti andati a buon fine. La Clinica offre questo intervento tra le diverse prestazioni di chirurgia ortopedica che vengono già erogate dalla struttura.

La Clinica San Francesco ha al suo interno 72 posti letto, quasi interamente accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale, ed è un polo d’eccellenza per tutte quelle patologie che riguardano il settore dell’ortopedia, è tra i migliori anche in altri ambiti medici, quali Chirurgia (Generale e Plastica), Urologia, Oculistica.

La chirurgia ortopedica realizzata mediante l’ausilio della tecnologia robotica, è stata introdotta per la prima volta in Europa, presso la Clinica San Francesco, sei anni fa, nel 2011, dal Dottor Piergiuseppe Perazzini, il quale ha portato avanti studi e ricerca sul tema,  realizzando interventi di protesi parziale di ginocchio e di anca. Conseguentemente, con l’acquisizione di queste innovative tecniche, c’è stata la possibilità della nascita e dello sviluppo, all’interno della Clinica San Francesco, del CORE, il Centro di Ortopedia Robotica Europeo, che garantisce una formazione di altissimo livello per tutti i chirurghi ortopedici che vogliono avvicinarsi a questo affascinante mondo.

Con questo nuovo metodo, si ha la possibilità di impiantare una protesi totale in maniera più precisa, rispetto all’utilizzo delle tecniche tradizionali, con un bilanciamento legamentoso perfetto. Soluzioni fondamentali per un recupero molto più veloce, delle funzioni dell’articolazione, e che permettono all’impianto di durare per un tempo maggiore.

Questa tecnica permette così di intervenire con in maniera sempre più precisa e meno invasiva, riducendo di molto anche il dolore, garantendo una convalescenza più tranquilla e ridotta a livello di tempistica.

Fonte: http://www.clinicasanfrancesco.it/chirurgia-robotica-verona-apripista-in-italia/

6 novembre 2017

Interleuchine

L'interleuchina 1 (IL-1) é una citochina (una proteina) secreta da vari tipi di cellule del sistema immunitario tra cui macrofagi, monociti e cellule dendritiche, ma anche da fibroblasti e cellule endoteliali.
Deve il suo nome al fatto di essere stata la prima citochina a venire scoperta.

La IL-1 ha molteplici effetti a livello sia locale che generale nell'organismo tra cui quello di favorire processi infiammatori (in risposta ad infezioni batteriche) quali vasodilatazione, crampi e febbre.

La vasodilatazione dei vasi sanguigni (per mezzo delle prostaglandine) favorisce la migrazione di cellule immunitarie quali macrofagi e linfociti verso il sito di infezione.

Un'altra capacità di queste chemochine è quella di contribuire ad attivare linfociti T helper e alla maturazione e all'espansione clonale dei linfociti B

Un agente terapeutico anti interleuchina 2 é l'anakinra


L'IL-6 è un'interleuchina che agisce come citochina multifunzionale, sia pro-infiammatoria, sia anti-infiammatoria
È secreta dai Linfociti T e dai macrofagi per stimolare la risposta immunitaria, ad esempio durante un'infezione o in seguito ad un trauma

Tra gli agenti anti-IL-6 come agenti terapeutici per diverse patologie ricordiamo il tocilizumab 

5 novembre 2017

Sindrome da fatica cronica

Descrizione
è un disordine eterogeneo associato ad affaticamento severo, debilitante, della durata di almeno 6 mesi.

Rara nei bambini (l'assenteismo nei confronti della scuola o per l'attività deve essere monitorato come l'equivalente della disabilità negli adulti)


EPIDEMIOLOGIA
Prevalenza: 0,6 – 1% in tutto il mondo.
Fattori di rischio di genere: 2 – 3 volte più comune nelle donne.
Ricerca in corso della genetica per determinare se vi siano geni specifici collegati alla CFS.


FISIOPATOLOGIA incerta.


EZIOLOGIA
sconosciuta
Correlazioni con EBV, CMV, HHV, HCV, Borrelia burgdorferi e Brucella sono state postulate ma non provate
Eventuali connessioni con disturbi del sistema immunitario o disturbi neuroendocrini come con l'asse ipotalamico-pituitario-adrenale o con il sistema nervoso autonomo.

Condizioni comunemente associate
depressione!
fibromialgia!


DIAGNOSI
Anamnesi
affaticamento intenso che non viene alleviato dal riposo ed è durato per più di 6 mesi.
e almeno
quattro dei seguenti sintomi:
-Malessere post-esercizio
-Sonno che non migliora la fatica
-Alterata memoria o concentrazione
-Dolori muscolari
-Dolori articolari multipli senza rossore o gonfiore
-Dolori dei linfonodi (cervicali, ascellari)
-Mal di gola
-Cefalea


ESAME fisico
può verificarsi linfadenopatia di consistenza morbida ma non è essenziale per la diagnosi.


TESTS diagnostici ed interpretazione
Laboratorio come necessario per l'esame di altre eziologie causanti affaticamento.
Nessuno esane di imaging é consigliato.
Eventuali altre procedure diagnostiche in base alla storia clinica


DIAGNOSI differenziale
Depressione
CMV
Epstein-Barr virus
Brucellosi
Postinfluenza
Malattia di Lyme
Infezione HIV
Malattie del Collagene-vascolari
Tumori con sindrome paraneoplastica
Tumore cerebrale


TRATTAMENTO
Capisaldi del trattamento sono:

1)la terapia cognitivo-comportamentale
e
2)la terapia dell'esercizio graduale

I due trattamenti si sono dimostrati efficaci, e spesso vengono utilizzati in combinazione
Entrambi coinvolgono un attento equilibrio tra attività e riposo

I farmaci sono di scarso impiego
Sono stati condotti studi con antivirali, antidepressivi, immunoglobuline, idrocortisone e modafinil. Nessuno di questi ha dimostrato un chiaro beneficio.
L' Agomelatina, un antidepressivo con attività agonista sui recettori della melatonina, ha mostrato una qualche efficacia
Se è presente l'insonnia l'uso di idrossizina o trazodone o doxepina puó migliorare i risultati.


PROGNOSI
il tempo fino alle diagnosi rimane lungo (in media ~ 5 anni).
Miglioramento dei sintomi: 6 – 63%.
Risoluzione dei sintomi: 0 – 37%.

3 novembre 2017

Per quali infezioni hai a disposizione un vaccino?

Infezione da Botulino

Infezione da CMV

Colera

Difterite

Encefalite giapponese

Febbre gialla

Tifo

Influenza

Epatite A

Epatite B

Infezione da Haemophilus influenzae

Infezione da Pneumococco

Infezione da Meningococcico

Parotite

Peste

Poliomielite

Rabbia

Infezione da Rotavirus

Rosolia

Morbillo

Tetano

Pertosse

Varicella

Tubercolosi

2 novembre 2017

Renina. Angiotensina. Aldosterone

La renina detta anche angiotensina possiede una funzione importante nella regolazione della pressione arteriosa
Essa infatti è coinvolta proprio nei processi fisiologici che inducono l'ipertensione arteriosa
La renina è un enzima proteolitico sintetizzato dalle cellule juxtaglomerulari del rene Essa trasforma l'angiotensinogeno in angiotensina I.

L'angiotensina I di per se inattiva, è, a sua volta convertita, a livello dei capillari polmonari, dall' enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) in angiotensina II biologicamente attiva, potente vasopressore, che stimola la produzione di aldosterone da parte della corteccia della ghiandola surrenale.

L'aldosterone è un ormone steroideo prodotto dalla zona glomerulare della corticale del surrene.
Questo ormone agisce sui tubuli renali a livello del tubulo contorto distale e del dotto collettore, favorendo il riassorbimento di sodio dall'urina; e quindi trattenendolo nel sangue e aumentando il volume plasmatico, la pressione sanguigna e causando eliminazione di potassio

TUBERCOLOSI, CONSIDERAZIONI IMPORTANTI

La tubercolosi è trasmessa principalmente dalle goccioline emesse da un paziente infetto, attraverso gli starnuti, la tosse ed il parlare

Una volta esposti al micobatterio:
-circa il 10% dei soggetti sviluppa la malattia attiva [più facilmente nei primi 2 anni di vita (5%)].
-il restante 90% sviluppa un' infezione latente, con il M. tuberculosis dormiente nell'organismo per decenni, ed una riattivazione quando il sistema immunitario dell'individuo è indebolito

La tubercolosi attiva in soggetti immunocompetenti è di solito limitata ai polmoni (TBC polmonare) e si risolve dopo un certo periodo di tempo, ma nel 50-60% può ricorrere.

La tbc polmonare clinicamente si puó presentare con sintomi aspecifici e specifici quali:
-Perdita di peso
-Dolore al petto (Pleuritico)
-Spesso tosse (produttiva)
-Dispnea
-Affaticamento
-Febbre
-Emottisi
-Sudorazione notturna


Nei soggetti con funzione immune alterata o in quelli con trattamento inadeguato, l'infezione può diffondersi ad altre parti del corpo (TBC extrapolmonare), potendosi manifestare pertanto come:

Linfadenite tubercolare (scrofolosi, forma più comune)

TBC Pleurica (5%)

TBC Scheletrica (35%, morbo di Pott che coinvolge la colonna vertebrale e articolazioni)

Meningite tubercolare (più spesso nei bambini)

TBC Gastrointestinale

TBC urogenitale (che risulta in sterilità nel 10% delle persone infettate)

Peritonite tubercolare

Pericardite tubercolare

TBC miliare (più spesso in casi di AIDS)

TBC cutanea (lupus vulgaris, noduli dolenti o ascessi)


Gli individui ad alto rischio di esposizione alla TBC sono:

Pazienti infetti da HIV

Soggetti con basso status economico

Alcolisti o tossicodipendenti

Senzatetto

Soggetti in condizioni di vita affollata

In stato di immunodeficenza

Bambini e anziani

Persone in stretto contatto con casi di TBC infetti

Operatori sanitari di ospedali, cliniche, laboratori medici e strutture di assistenza

Persone nate all'estero da paesi con alta prevalenza di tubercolosi!

Minoranze razziali ed etniche

Residenti di istituzioni correttive, case di cura, istituti psichiatrici e altre strutture di assistenza a lungo termine


Le condizioni o i fattori che facilitano l'evolversi del contagio verso una tubercolosi attiva sono:

Infanzia (< 4 anni) e etá adolescenziale e stretto contatto con gli adulti ad alto rischio

Infezione da HIV

Asma

Insufficienza renale cronica

Diabete mellito

Uso a lungo termine di corticosteroidi o immunosoppressori

Gastrectomia bypass digiunoileale

Peso corporeo basso (10% in meno di quello ideale)

Tumori come leucemia e linfoma

Silicosi

31 ottobre 2017

Consulenza nefrologica

GFR < 15: immediata

GFR da 15 a 29: urgente

GFR 30-59: non urgente

GFR da 60 a 89: non richiesta a meno che non vi sia comorbidità

Anticolinergici

Antistaminici

Alcaloidi della Belladonna e congeneri sintetici

Farmaci antiparkinsoniani

Antidepressivi ciclici

Antipsicotici (neurolettici)

Midriatici

Rilassanti del muscolo scheletrico (orfenadrina, ciclobenzaprina)

Antispastici

Funghi (amanita muscaria, amanita pantherina)

Piante (belladonna, mandragora, giusquiamo)

Stramonio, fumato o ingerito

29 ottobre 2017

Mieloma multiplo, diagnosi differenziale

Gammopatia monoclonale di significato incerto (MGUS)

Ipergammaglobulinemia policlonale reattiva

Macroglobulinemia di Waldenström

Cancro metastatico

Iperparatiroidismo primario

Linfoma o leucemia

Amiloidosi primitiva

Nicturia, cause

Iperplasia prostatica benigna

Insufficienza cardiaca congestizia (redistribuzione di liquidi)

Diabete mellito

Uso di diuretici

Cistite

Incontinenza urinaria

Apnea ostruttiva del sonno

Eccessiva frequenza ad urinare, cause

Cistite

Uretrite

Pielonefrite

Diabete mellito

Diabete insipido

Assunzione di liquidi in eccesso

Diuretici

Caffeina, alcol

Ritenzione urinaria cronica

Vescica neurogena

Cistite interstiziale

Sindrome uretrale

Compressione estrinseca della vescica, ad esempio, tumore pelvico, fibrosi indotta da radiazioni

Calcoli urinari

Ansia