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14 gennaio 2013

GESTIONE DEI FATTORI DI RISCHIO NELLA SINDROME METABOLICA

1)La dislipidemia aterogenica e' riferibile ad anomalie lipidiche che contribuiscono alla malattia aterosclerotica cardiovascolare
Queste anomalie includono: 
elevati livelli di LDL-C e trigliceridi 
ridotti livelli di HDL-C. 
Il trattamento farmacologico più affermato per raggiungere la cosiddetta eulipidemia è la terapia con statine. 
Numerosi studi hanno dimostrato gli effetti benefici delle statine in sottogruppi con sindrome metabolica 
Alternative (o complementari) terapie farmacologiche sono l'acido nicotinico ed i fibrati per abbassare trigliceridi e aumentare l' HDL-C 
Nei pazienti a più alto rischio, compresi quelli con malattia aterosclerotica cardiovascolare
l'obiettivo accettato di LDL -C è <100 mg / dL, ma numerosi studi hanno suggerito che ulteriori riduzioni di LDL-C possono produrre un'ulteriore riduzione del rischio
La terapia di combinazione con agenti addizionali puo' essere necessaria per raggiungere questo obiettivo


2)Gestione dell'ipertensione nei pazienti con sindrome metabolica
Livelli di pressione arteriosa ≥ 130/85 mm Hg sono componenti della sindrome metabolica. 
Lo stile di vita, viene considerato come terapia di prima linea 
Gli ACE-inibitori o i bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB) dal punto di vista farmacologico dovrebbe essere gli agenti di prima linea in questi pazienti. 
Nella sindrome metabolica l'obiettivo è quello di abbassare la pressione arteriosa a valori di Hg <140/90 mm solo se non vi e'  disfunzione renale o diabete di tipo 2 
in questo caso invece l'obiettivo è quello di ridurre la PA a valori <130/80 mm.


3)La terapia per l'iperglicemia inizia con gli interventi di stile di vita gia' noti ma spesso coinvolge l'aggiunta di agenti farmaceutici. 
La Metformina, un sensibilizzante dell' insulina, ha dimostrato di ridurre il glucosio plasmatico e la progressione da prediabete a diabete di circa il 40%. 
I tiazolidinedioni (TZD) possono fornire una riduzione supplementare del glucosio plasmatico e la progressione del diabete 
Tuttavia, troglitazone e rosiglitazone sono stati associati a tossicità epatica e peggioramento dello stato cardiovascolare per cui solo il pioglitazone e' rimasto ampiamente accettato 
L'obiettivo dei livelli di emoglobina (A1C) glicosilata dovrebbe essere inferiore al 7%; una ulteriore riduzione fino al 6,5% è controversa, ed ha suggerito una mancanza di beneficio clinico e forse un aumento della mortalità.


4)Il trattamento dello stato protrombotico indotto dalla sindrome metabolica attualmente consiste nell'uso di aspirina, ed ulteriori terapie antiaggreganti sarebbero riservate per specifiche circostanze cliniche. 
Una terapia antinfiammatoria aggiuntiva potrebbe essere considerata in pazienti con prove oggettive di infiammazione, come alti livelli di proteina C - reattiva, ma in questo momento solo le statine hanno dimostrato un effetto in questo contesto clinico.