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26 maggio 2011

FARMACI E ANZIANI

Antipertensivi
In molti pazienti anziani,  dosi minori iniziali di antipertensivi possono essere necessarie per ridurre il rischio di effetti negativi, ma per la maggior parte dei pazienti anziani con ipertensione, il raggiungimento di una pressione arteriosa accettabile richiede dosi standard. Inizialmente, un diuretico di tipo tiazidico è in genere somministrato da solo o con una delle altre classi (ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II, β-bloccanti, bloccanti dei canali del Ca) e si è dimostrato essere utile anche nel prevenire gli accidenti vascolari cerebrali.
Le diidropiridine a breve durata (es. nifedipina) possono aumentare il rischio di mortalità e non dovrebbero essere usate

Diuretici
Basse dosi di diuretici tiazidici (ad esempio, idroclorotiazide o clortalidone 12,5-25 mg) possono controllare efficacemente l'ipertensione in molti pazienti anziani e presentano meno rischi di indurre ipopotassiemia ed iperglicemia e quindi, i supplementi K possono essere richiesti meno spesso.
I diuretici risparmiatori di K devono essere usati con cautela nei pazienti anziani ed il livello di K deve essere attentamente monitorato, soprattutto quando questi diuretici sono indicati in associazione ad ACE inibitori.

Ipoglicemizzanti
Gli ipoglicemizzanti devono essere dosati attentamente nei pazienti con diabete mellito.
Il rischio di ipoglicemia grave da sulfaniluree può aumentare con l'età.
Il rischio di ipoglicemia è maggiore con gliburide che con altri ipoglicemizzanti orali
La metformina, una biguanide escreta dai reni, aumenta la sensibilità dei tessuti periferici all'insulina e può essere efficace se somministrata da sola o con sulfoniluree. Il rischio di acidosi lattica, una complicanza rara ma grave, aumenta con il grado di compromissione della funzionalità renale e con l'età del paziente. L'insufficienza cardiaca è una controindicazione.

Ansiolitici ed ipnotici
L'uso di ansiolitici e ipnotici può divenire problematico.
Le cause trattabili di insonnia dovrebbero essere cercate e gestite prima di utilizzare gli ipnotici non benzodiazepinici (ad esempio, le imidazopiridine alpidem e zolpidem) che sono le opzioni per il trattamento dell'insonnia negli anziani, se le misure non farmacologiche (ad esempio, l'evitare bevande contenenti caffeina, limitare il sonnellino diurno e l'abitudine di coricarsi) sono inefficaci.
Questi farmaci si legano principalmente a un sottotipo di recettore delle benzodiazepine.
Le imidazopiridine disturbano il sonno meno delle benzodiazepine, possiedono minor effetto rimbalzo ed un minor potenziale di dipendenza.
Le benzodiazepine ad azione prolungata (ad esempio clonazepam, diazepam, flurazepam) dovrebbero essere evitate in quanto tendono ad accumularsi e ad avere effetti negativi (ad esempio, sonnolenza, problemi di memoria, disturbi dell'equilibrio che porta a cadute e fratture). La durata della terapia con ansiolitici o ipnotici deve essere limitato, se possibile, perché si possono sviluppare tolleranza e dipendenza; la sospensione può portare ad un rimbalzo con ansia e insonnia.
Le benzodiazepine ad emivita breve o intermedia (ad esempio, alprazolam, lorazepam, oxazepam, temazepam) possono essere preferibili alla benzodiazepine a lunga durata d'azione, ma anche questi farmaci possono avere effetti negativi
Gli antistaminici (ad esempio, difenidramina, idrossizina) non sono raccomandati come ansiolitici o ipnotici, perché hanno effetti anticolinergici.
Il buspirone, un agonista parziale della serotonina, può essere efficace nel disturbo d'ansia generalizzato. La lenta insorgenza d'azione ansiolitica (fino a 2 a 3 settimane) può essere uno svantaggio in caso di urgenza.